Vigili del fuoco a Milano, in via Chiasserini, dove un'incendio ha distrutto la ditta di stoccaggio rifiuti IPB (foto LaPresse)

La Lombardia non è la terra dei fuochi, ma gli incendi nelle discariche non sono uno scherzo della natura

Se i cittadini respirano aria fetente, non sono contenti. Forse anche il salutista ministro dell’Interno Salvini potrebbe lavorare alla riforma delle autonomie

La Lombardia non è la terra dei fuochi, ma una ventina di incendi dolosi nelle discariche (più o meno) abusive della regione non sono uno scherzo della natura. Da tre giorni Milano è avvolta dai fumi acidi, in certe zone si respira davvero maluccio, anche se non ci sono rischi per la salute, assicurano le autorità, e quando la puzza arriva fino a piazza Scala, il sindaco deve alzare la testa. E la visibilità è scarsa. E sì, perché – archiviate le provincie dalla riforma Delrio – ormai mancano a Beppe Sala (che è sindaco della Città metropolitana) le risorse per fare i controlli necessari. E la magistratura competente non arriva a tutto (anche se in certi casi la puzza di malaffare c’è). La grande Milano non è solo piazza Gae Aulenti, e se i cittadini respirano aria fetente, non sono contenti. Forse anche il salutista ministro dell’Interno Salvini, oltre a mettere un poliziotto fuori da ogni kebab (che per il momento nubi tossiche non ne producono) potrebbe lavorare alla riforma delle autonomie. Almeno per la sua Milano. Perché i fumi da terra dei fuochi possono far dimenticare presto le sparate sull’immigrazione.

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