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La finanza entra in pasticceria

Massari, Rinaldini e gli altri. Nuove aperture a Milano e internazionalizzazioni

Dopo gli chef stellati, le pizzerie gourmet, gli hamburger chic, la nuovelle vague vegana, le piadinerie artigianal-industriali e i gelati di fascia alta poteva mancare, a Milano, la guerra tra pasticceri, la battaglia all’ultima torta, pralina, mignon e così via? No, che non poteva mancare. Ed è uno scontro tra titani. Una sfida che si fa sempre più tosta visto che nella città del panettone, laddove da quasi due secoli (194 anni per l’esattezza), ossia da quando nel 1824 venne inaugurata, la pasticceria Marchesi iniziò a far concorrenza al più antico, di sette anni, Caffè Cova, adesso la platea si ingrandisce. Perché se nel frattempo il colosso del lusso francese Lvmh cinque anni fa ha messo sul piatto 32,8 milioni per rilevare Cova (che ha da tempo aperto negozi anche all’estero) e poi, per non essere da meno, la maison Prada ha investito 7,7 milioni per rilevare Marchesi, ora si punta ai campioni del mondo, ai maestri del cioccolato e altre prelibatezze che siano prima di tutto volti noti della tv, dei social, dei reality.

 

Precursore, in questo senso, è stato il tedesco Ernst Knam, classe 1963, approdato in Italia nel 1989 alla corte del mago della cucina meneghina, del risotto con la foglia d’oro, nonché chef italiano più famoso al mondo, Gualtiero Marchesi (scomparso nel dicembre scorso). Dopo tre anni, il mâitre chocolatier teutonico decise di mettersi in proprio e da allora non ha più cambiato indirizzo in città e non ha mai voluto ampliare il suo business, aprendo nuovi locali o dandosi al franchising. Ovviamente, il suo volto è divenuto assai più conosciuto al grande pubblico da quando nel 2012 ha legato il suo cognome al gruppo tv Discovery, finendo per essere il giudice severo di “Bake Off” e altri programmi sul genere. Ma ora, Knam deve guardarsi le spalle. Perché oltre che ai saloni di settore, alle competizioni di categoria e ai reality deve affrontare, all’ombra della Madonnina, due competitor di primo livello.

 

Il primo, Iginio Massari, bresciano, classe 1942, è sbarcato a Milano solo lo scorso 14 marzo. Prima impartiva lezioni di gusto dalla sua città, quella della Leonessa, nella quale lavora in proprio, con la Pasticceria Veneto, dal 1971 dopo le prime esperienze nei gruppi Bauli e Star. Adesso l’incubo di ogni concorrente di Masterchef – nessuno è mai di fatto riuscito a rifare alla perfezione le sue specialità, dal Bianco Mangiare ai mignon della domenica ai macaron – ha deciso di fare il grande passo e di replicare, seppur rivisitandolo, il suo format in una location del tutto particolare: la filiale di una banca nella centralissima via Marconi. Sì, perché il matrimonio tra Massari, che in carriera ha vinto e ottenuto più di trecento riconoscimenti in Italia e all’estero, e Intesa Sanpaolo è alquanto originale. Sarà che forse, un cliente, prima di chiudere un fido, di accendere un mutuo vuole rifarsi il palato?

 

Inoltre ora, dulcis in fundo, a un mese esatto dall’arrivo del maestro bresciano ecco spuntare il terzo incomodo. Oggi aprirà i battenti il negozio-laboratorio del quarantenne 40 più famoso dietro i fornelli (dolci) da cucina: quello del riminese Roberto Rinaldini, già bi-campione del mondo di gelateria (2006 e 2008) e vincitore due anni fa del mondiale des Arts Sucrés di Parigi come capitano del team italiano, nonché ideatore di The Pastry Queen, primo campionato mondiale di pasticceria femminile. E, ovviamente, volto televisivo, di Rai2: il talent “Il più grande pasticcere”. Ma in questo caso specifico, dietro all’arrivo dell’ex pallavolista passato al cooking, c’è anche una filosofia e una strategia industriale. Perché nel capitale della società di Rinaldini da qualche anno è entrata la Società Gas Rimini, che detta così fa un po’ sorridere visto la netta contrapposizione delle due attività. Ma il matrimonio d’affari porterà il pasticcere ad aprire nei prossimi cinque anni qualcosa come 30 locali in giro per il mondo, iniziando proprio da Milano, nella centralissima via Santa Margherita, per poi arrivare a Roma e in seguito approdare nelle principali capitali europee, a partire da Londra e Parigi. Insomma, la sfida all’ultima invenzione è solo all’inizio. E passa dalla città negli ultimi anni ha visto “esplodere” il fenomeno della food-economy.

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