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Sogni di Oscar in cartella. Milano, la città delle scuole di cinema (ottime)

Paola Bulbarelli

Una futura generazione di autori, filmmaker e tecnici in quella che è oggi una capitale del cinema, e non solo pubblicitario

E’ un lungo viaggio quello tra le scuole che insegnano cinema a Milano e garantiscono qualità e lavoro, capacità artistiche e auto-imprenditoriali. Una futura generazione di autori, filmmaker e tecnici in quella che è oggi una capitale del cinema, e non solo pubblicitario. Offerta completa: regia, sceneggiatura, produzione, digital animation, ripresa e fotografia, montaggio, sound design e sistemi per il broadcast, multimedia sono gli indirizzi previsti. Si parte dalla Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti, che fa parte di Fondazione Milano Scuole Civiche, ente partecipato del Comune, al cui interno ci sono la Civica Scuola di Musica Claudio Abbado, la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, e la Civica Scuola Interpreti e Traduttori Altiero Spinelli. La Visconti è una delle scuole oggi più note in Italia nel settore dell’audiovisivo. Cinque teatri di posa, uno studio televisivo, uno di animazione, 77 postazioni di montaggio, 16 aule, laboratori, 20 postazioni per digital animation e collegamento con l’archivio Milano Film Network sono i numeri dell’istituto che ha sede nell’ex Manifattura Tabacchi dopo una riqualificazione finanziata con circa 3 milioni di euro con un programma quadro tra Regione e Comune.

 

“La scuola nasce negli anni Sessanta su un progetto legato alle professioni del cinema – spiega Laura Zagordi, direttrice – offriamo 8 specializzazioni dopo un anno comune che gli studenti frequentano tutti insieme durante il quale partecipano a nove laboratori. Inizia un percorso di specializzazioni e arrivano al terzo anno dove partono le vere e proprie produzioni per progetti che seguono dall’inizio alla fine. Ci sono altre sperimentazioni legate al videogioco narrativo, con un documentario scientifico abbiamo vinto un premio importante a Los Angeles”. Fondamentali gli sbocchi. “Ogni due anni facciamo una ricerca con Bicocca per tenere monitorati gli esiti occupazionali. Gli ultimi risultati: a sei mesi dalla fine della scuola il 60-70% lavora, in tempi più lunghi si arriva anche all’85-90%. Produzione, montaggio e operatori, a venti giorni dalla fine della scuola non troviamo più nessuno libero”. Costi? “Ci si basa sulle fasce di reddito: si va da un minimo (1.400 euro il corso triennale) a un massimo (più del doppio) tenendo conto dell’Iseu. Nel panorama internazionale una scuola pubblica di cinema è una vera rarità, di solito sono molto costose. Quando vengono gli americani a vedere la nostra scuola rimangono stupefatti. A Roma, il Centro Sperimentale è molto indirizzato sul cinema, noi sull’audiovisivo a 360 gradi, questo perché le realtà produttive delle due regioni sono molto diverse”. Chi vuole lavorare nell’audiovisivo deve, per forza, frequentare una scuola di cinema. Anche in Italia, ormai, il livello di professionalità richiesto è altissimo.

 

Altra scuola, altra proposta. “OffiCine – fare e cinema” è un progetto nato nel 2010 dall’unione di Anteo SpazioCinema e Istituto Europeo di Design e offre percorsi differenziati e dedicati. OffiCine vuole creare con aziende, enti e istituzioni una rete di soggetti interessati a sviluppare una nuova forma di “mecenatismo contemporaneo” fondata sull’attenzione nei confronti dei giovani e del loro talento: borse di studio per accedere ai corsi, e soprattutto progetti speciali ideati e studiati insieme. Il comitato scientifico è composto da Piera Detassis, Silvio Soldini, Valeria Golino, Paolo Mereghetti, Pierfrancesco Favino, Paolo Sorrentino. Tutti i Progetti Speciali si configurano come percorsi intensivi che portano i partecipanti dall’ideazione alla sceneggiatura, dalle riprese al montaggio fino alla post produzione del corto-spot-documentario-web serie. OffiCine non è propriamente una scuola di cinema, quanto un laboratorio che ha l’obiettivo di creare un ponte tra i giovani che hanno già una formazione cinematografica e il mondo del lavoro. La Scuola Mohole è invece frequentata da circa 600 studenti ogni anno suddivisi in fotografia, filmmaking, recitazione cinematografica, 3D animation, graphic design, web & apps, fumetto e character design, scrittura e storytelling. “Abbiamo costruito a Milano una grande scuola di cinema e videomaking”, dicono alla Mohole, apprezzata per il numero ridotto di studenti per ogni classe, punto a favore per chi vuol avere con i professori un rapporto più diretto. Allo Sae Institute sono due i percorsi di studio a due livelli: il Sae Diploma, più tecnico e finalizzato alla formazione di professionisti nei principali ambiti lavorativi come operatore video, direttore della fotografia e montatore video; il Degree durante il quale vengono sviluppate competenze legali, di marketing e di management necessarie per la gestione di produzioni complesse. Al termine di questo percorso si ottiene un titolo di studio universitario in Digital Film Production, validato da Middlesex University di Londra. Anche lo Iulm prevede un corso di laurea specialistica in Televisione, cinema e produzione multimediale.

 

Tre indirizzi, Cinema e nuove tecnologie, Televisione e cross-media e New media e arte digitale. A Busto Arsizio, nell’ambito del progetto della Regione Lombardia “Cinematografia, tecnologie digitali, imprese e territorio”, è nato nel 2008 l’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni e vede tra i suoi membri fondatori associazioni per il diritto allo studio, enti di diffusione cinematografica e privati, ed alla collaborazione con l’Amministrazione comunale. L’Antonioni, cui si accede con il diploma di scuola superiore, si occupa della formazione di professionalità specifiche nel campo del cinema, dell’audiovisivo, della recitazione e della produzione. Un’accademia che tratta di cinema a 360°, permettendo la crescita spalla a spalla di registi ed attori.

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