Giuseppe Bonomi, amministratore delegato di Arexpo (foto LaPresse)

L'uomo che pensa in grande alla rigenerazione urbana

Daniele Bonecchi

Bonomi, ad di Arexpo, e quelle 745 aree dismesse in Lombardia. Idee di governance e business

Rigenerazione urbana è la parola magica. Ma dove? Tra le 745 aree dismesse – circa 2.300 ettari di territorio, pari allo 0,1% della superficie regionale – della Lombardia. Per lo più nelle grandi città. Solo nel milanese se ne contano 139, a Varese 86. Vecchie fabbriche abbandonate, scali ferroviari, edifici pubblici in disuso. A Saronno (Varese) – giusto per fare un esempio – ci sono circa 430 mila metri quadrati di aree dismesse, il 4% della superficie comunale, un valore 40 volte superiore alla media regionale e nazionale. Ci sono anche aree industriali di grandi dimensioni, come gli ex stabilimenti della Isotta Fraschini. Una miniera d’oro, lavoro e investimenti, per lo sviluppo e la crescita della Regione più dinamica del paese. Un progetto che – contro le previsioni di tutti, o quasi – ha preso il largo, è quello delle aree sulle quali è stata allestita l’Expo2015.

 

Per realizzare un polo della innovazione dedicato alle scienze umane, con un istituto già insediato, Human Technopole, un grande ospedale come il Galeazzi che sta aprendo il cantiere e il campus universitario della Statale, per cominciare. “Ma questi risultati possiamo ottenerli anche altrove”, spiega Giuseppe Bonomi, ad della società Arexpo Spa che col gruppo australiano Lendlease sta realizzando il progetto. “La nostra sfida è questa. Perché si sente l’esigenza di un soggetto che da una parte dialoghi col mondo delle imprese e, contemporaneamente, conosca bene il linguaggio della Pubblica amministrazione. E’ una necessità concreta. Noi possiamo svolgere questo ruolo e siccome lo facciamo bene qui sull’area che ha ospitato l’Expo, potremo farlo altrove. Una competenza che serve al nostro paese. Stiamo facendo dialogare un soggetto di diritto privato con la Pubblica amministrazione, una impresa non facile ma possibile. Possibile a Milano, in Lombardia ma anche nel resto del paese”.

 

E lo stretto rapporto di amicizia e affinità politica di Bonomi con Attilio Fontana, neo governatore lombardo, fa pensare che sul terreno della rigenerazione urbana, in Lombardia, potrebbe esserci un impegno concreto di Arexpo. Certo non ora che il progetto è alla stretta finale. Poi servirà una modifica dello statuto societario. Ma il tempo è galantuomo. “Vogliamo allargare lo sguardo per non rinunciare ad altre ipotesi”, spiega Bonomi. “Prioritario concludere il nostro progetto. Però a medio lungo termine potremmo occuparci di nuovi grandi progetti di rigenerazione urbana. A noi interessa molto guardare avanti”, insiste Bonomi. Il polo tecnologico sull’area Expo è definito fin nei dettagli e sta galoppando, ultimo risultato, in ordine cronologico, il campus della Statale. “L’approvazione da parte del Senato accademico, per noi, vuol dire moltissimo”, conferma l’ad di Arexpo Spa.

 

“Il nostro progetto aveva tre capisaldi e li abbiamo raggiunti tutte e tre. Aspettavamo la decisione definitiva della Statale, sapendo bene che non stiamo parlando del trasloco di alcune facoltà ma di una esperienza totalmente nuova e che rappresenta un modello di eccellenza, non solo dal punto di vista didattico e della ricerca ma anche per la creazione di strutture di accoglienza d’avanguardia. Una università europea con una grande visione, che ha capito che per competere a livello internazionale occorre favorire un’offerta di alto livello”. 

 

Una città nella città. “Per noi la Statale vuol dire ospitare sull’area oltre 20 mila persone, con tutti i servizi necessari. Senza contare che la presenza del campus rappresenta un forte richiamo per il mercato, per le imprese che hanno scelto di insediarsi sull’area, che avevano posto come condizione proprio la presenta di funzioni pubbliche come l’università”. Dunque un punto d’arrivo per Bonomi, dal quale ripartire. Il grande polo di Human Technopole, già insediato sull’area, sta aspettando a breve l’ok del Consiglio di Stato per rendere pubblico lo statuto della fondazione, che avrà, con ogni probabilità, Stefano Paleari come presidente. 50 tra tecnici e ricercatori sono già al lavoro a palazzo Italia e saranno 400 entro fine anno.

 

L’anno prossimo partirà la realizzazione del campus della Statale, c’è già il progetto Lendlease dal quale partire. Il nuovo Galeazzi fra tre anni sarà pronto. Per la parte relativa alla presenza delle aziende private che hanno già aderito al progetto o che scenderanno in campo in zona Cesarini, prima dell’estate, la Giunta del Comune di Milano valuterà il Piano Integrato d’Intervento, che potrebbe essere approvato entro ottobre, senza dover passare dal Consiglio. Nell’attesa, l’area di Rho-Pero è diventata una mega arena per concerti. Con Experience Milano centinaia di migliaia di giovani hanno potuto seguire dal vivo grandi artisti. L’ultimo, in arrivo a luglio, Eminem. Ma la tempesta che ha attraversato il quadro politico, il nuovo governo e la nuova Giunta regionale saranno d’intralcio al progetto? “La collaborazione tra Regione e Comune di Milano è scontata”, dice tranquillo Bonomi. “E’ il metodo Milano a vincere. C’è stata in passato su Expo e poi sulla battaglia per portare l’Ema in città, al di là di com’è finita. Il nostro è un progetto forte e finanziato, non vedo nessuno all’orizzonte che possa prendersi la briga di ostacolarlo. Sul tavolo ci sono già 1,7 miliardi di investimenti privati disponibili e tutto quello che potranno generare le imprese private”. Lavoro, ricerca, nuove opportunità. L’ottimismo è la cifra di Giuseppe Bonomi.

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