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Da Caravaggio alla musica di MiTo, la città che riparte allegra

Paola Bulbarelli

Eventi e mostre nella Milano che ritorna dalle ferie

Pronti, via. Tutti sui blocchi di partenza di una maratona, tra eventi e mostre, che sembra fatta apposta per tenere su il morale al momento della ripresa di una città che, in verità, non ha mai chiuso per ferie. Ma che ripartirà con un po’ di paura. E allora, ecco sul piatto un ritorno piacevole che si snoda tra musei, gallerie, festival e teatri. Partenza dall’attesissima mostra, la più importante dell’anno, “Dentro Caravaggio” che aprirà il 29 settembre (prenotazioni già aperte da giugno) Non una data casuale , visto che Caravaggio nacque a Milano proprio il 29 settembre 1571. È la terza volta che il capoluogo lombardo propone una retrospettiva di Caravaggio, a partire dalla storica, esposizione del 1951 curata da Roberto Longhi, che segnò un’epoca e cambiò la critica d’arte. Ora saranno riuniti per la prima volta in un’unica esposizione diciotto capolavori del maestro: dal San Giovanni Battista (1603), al San Girolamo Penitente (1605-1606); dal Fanciullo morso da un ramarro (1596-97), al Sacrificio di Isacco (1602-03). A fare notizia e a spiegare il titolo “Dentro Caravaggio” sarà un allestimento che permetterà di capire il processo di realizzazione delle opere attraverso un apparato multimediale che sarà a corredo di ogni singola tela. “Sono riflettografie e radiografie, che penetrano in diversa misura sotto la superficie pittorica, ad aiutarci a interpretare fasi compositive invisibili all’occhio – spiega la curatrice Rossella Vodret. Agli strumenti già utilizzati nello studio approfondito sulle 22 opere romane di Caravaggio tra il 2009 e il 2012, si aggiungono  nuove importanti indagini diagnostiche sulle altre opere in mostra, comprese quelle provenienti dall’estero, grazie a un progetto congiunto Università degli Studi di Milano-Bicocca e CNR.

   

Sempre a settembre (curatrice Barbara Radice, Progetto di allestimento: Michele De Lucchi e Christoph Radl), in occasione del centenario della nascita di Ettore Sottsass, Triennale Design Museum, diretto da Silvana Annichiarico, presenta negli spazi della Galleria della Architettura una mostra monografica a lui dedicata, accompagnata da un libro e da un catalogo.

  

Il titolo della mostra, e del libro, “There is a Planet”, è quello di un progetto di Sottsass inizio anni 90 per l’editore tedesco Wasmuth, mai realizzato. Il progetto del libro, edito da Electa, raccoglie in cinque gruppi, con cinque titoli diversi e altrettanti testi, fotografie scattate da Sottsass nel corso dei suoi viaggi intorno al mondo: foto di architetture, case, porte, persone, situazioni che riguardano l’abitare e in generale la presenza dell’uomo sul pianeta.

   

Il corpo principale della mostra, in nove stanze, si articola intorno a nove temi individuati a partire dalla lettura dei volumi di archivio che raccolgono gli scritti di Sottsass. Ogni tema/stanza e relativo gruppo di opere sono accompagnati da brevi citazioni di scritti per seguire da vicino il percorso del suo impegno e della sua poliedrica, vasta attività: architettura, disegno, design, fotografia, pittura, oggetti, mobili, sculture, vetri, ceramiche, attività editoriale, scritti. Sempre in Triennale, la mostra “Bel Paese” è dedicata al territorio italiano e ai suoi centri storici, una mostra di arte presenta alcune opere di Grazia Varisco e per la moda per la prima volta in Italia una mostra dedicata a Rick Owens. Il Museo di Fotografia Contemporanea propone una mostra-evento presso il Palazzo della Triennale: “The Ballad of Sexual Dependency” dell’artista statunitense Nan Goldin, per il mese di ottobre il ciclo di incontri intitolato Talk/Photography e promuove la call to project Progetto di committenza pubblica sul tema dell’Abitare promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo/Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane in collaborazione con la Triennale di Milano, rivolta ai fotografi under 35.

   

Il Triennale Teatro dell’Arte, curato da Umberto Angelini, offre un programma che pone la dimensione internazionale al proprio centro: 32 spettacoli, 10 produzioni, 15 compagnie e artisti a rappresentare 11 paesi da ogni angolo del mondo. 

  

Al Mudec, fino al 7 gennaio 2018, c’è “Klimt. Experience”, una rappresentazione multimediale dedicata al padre fondatore della Secessione viennese. Da segnare subito in agenda “Egitto. La straordinaria scoperta del Faraone Amenofi II” (13 settembre 2017 - 7 gennaio 2018), uno spaccato dell’età dell’oro dell’Antico Egitto attraverso il racconto dell’incredibile ritrovamento della Tomba del Faraone Amenofi II. Sempre il Mudec, da febbraio 2018, ospiterà la più importante mostra europea mai dedicata a Frida Kahlo

  

Non manca la musica. Dal 3 al 21 settembre, saranno 140 i concerti in 19 giorni che verranno proposti al MiTo, il Festival Internazionale della Musica. Si parte alla Scala con i “Quattro Paesaggi” e si termina agli Arcimboldi con Luci, direttore Riccardo Chailly. Il Teatro Parenti, in una produzione Teatro Franco Parenti  in collaborazione con Festival dei Due Mondi di Spoleto, mette in scena la légendaire Adriana Asti, nella sconfinata fantasia di Andrée Ruth Shammah (adattamento teatrale e regia). Pensieri e racconti prendono vita, mescolandosi al teatro (dal 12 al 17 settembre).  

   

Per i ritardatari, alla Fondazione Prada, fino al 24 settembre, resterà allestita la mostra “TV 70: Francesco Vezzoli guarda la Rai”, una forma visiva che esplora la produzione televisiva degli anni Settanta. Ed è in corso (fino al 15 gennaio 2018) l'installazione “Carne y Arena”, realtà virtuale con attività e immagini che potrebbero “spaventare o recare turbamento al visitatore”, cosi come descritto dalla Fondazione. “È una rivoluzione comunicativa in cui il vedere si trasforma in sentire e in condividere fisicamente il cinema”, spiega Germano Celant, soprintendente artistico e scientifico della Fondazione Prada.

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