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Bergamo e Brescia pronte a fondersi nella cultura. Come andranno le cose

Paola Bulbarelli 

Le due città saranno Capitale della cultura italiana 2023. Un'unione culturale che diventa attrattore turistico ma anche, anzi soprattutto, elemento centrale per la formazione civile, la creazione di competenze, la tenuta sociale ed economica

Hanno sotterrato l’ascia di guerra. Non più sguardi in cagnesco (si fa per dire), non più rivalità economiche né calcistiche né di confine (forse). A suggellare una tale liason tra Bergamo e Brescia, in lotta dal 1191 con la battaglia della Malamorte (un nome un programma) ci ha pensato la cultura grazie alla quale le due città lombarde sono diventate capitali per un anno intero. E, per unirle ancora di più, un unico titolo le accomuna: Capitale della cultura italiana 2023. A suggellare il momento straordinario arriverà a Brescia, il 20 gennaio al Teatro Grande,  il presidente della Repubblica in occasione della cerimonia d’inaugurazione che si terrà in contemporanea nelle due città con i palcoscenici in collegamento. A, Bergamo al Teatro Donizetti, è previsto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, “perché il presidente Mattarella è già stato da poco a Bergamo per l’assemblea nazionale di Anci – precisa il sindaco di Bergamo Giorgio Gori – Ci saranno interventi istituzionali e momenti musicali a partire dall’esecuzione dell’Inno nazionale nei due teatri”. La scelta di Bergamo e Brescia a Capitale Italiana della Cultura 2023, avvenuta nel luglio del 2020, è nata dalla volontà del governo italiano di rispondere in modo positivo a una proposta avanzata dalle due città proprio nel periodo più drammatico del Covid. “Durante la pandemia abbiamo pagato un alto tributo in termini di vite umane e anche di possibilità non vissute  – sottolinea Emilio Del Bono, sindaco di Brescia – Da questa esperienza abbiamo capito che da soli non si va da nessuna parte, per questo l’abbraccio con Bergamo è diventato quanto mai importante. L’eredità più grande che lasceremo sarà questo sentimento di orgoglio: siamo una sola città vivace, concreta e generosa”.

 

Una rinascita che per le due città passa proprio attraverso la scelta della cultura, come attrattore turistico ma anche, anzi soprattutto come elemento centrale per la formazione civile, la creazione di competenze,  la tenuta sociale ed economica. Due grandi città, due poli di una singola area metropolitana (una delle “quattro Lombardie” di cui parla il sociologo Aldo Bonomi) che conta oltre 2 milioni di residenti e che è capitale in Italia e in Europa per un insieme di cultura, storia imprenditoriale, livello di benessere, qualità degli investimenti pubblici e privati. Ma che è anche terra di solidarietà e attenzione alle necessità delle comunità e delle persone.

 

A partire dal prossimo gennaio, Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 sarà un laboratorio accessibile a tutti. Con Contributi che verranno dalle istituzioni culturali, dalle imprese, dalla pubblica amministrazione, dal terzo settore. Nella costruzione del progetto Bergamo e Brescia  sono accompagnate dai ministeri della Cultura e del Turismo, da Regione Lombardia e dalle province. “L’apertura è stata pensata – spiega Gori – come una grande festa popolare, rivolta alla partecipazione attiva dei cittadini.  L’intero progetto di Capitale Cultura è stato pensato innanzitutto per loro”. Nelle piazze e nelle strade di Brescia e Bergamo si riverseranno migliaia di persone per assistere a una pluralità di eventi d’arte e spettacolo che trasformeranno i due centri cittadini in palcoscenici diffusi. Il disegno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 si è composto progressivamente attraverso un processo di assoluta novità nella storia delle capitali della cultura. Fondato su un’ampia serie di incontri con i soggetti attivi sui territori, con un processo di “progettazione partecipata” unico nel suo genere in Italia. L’esito è rappresentato dal “Dossier Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023: La città illuminata”, presentato a Milano all’inizio del 2022. Realizzato con il supporto del Centro di Ricerca ASK - Art, Science and Knowledge dell’Università Bocconi, che ha portato all’identificazione di quattro aree tematiche: “La città dei tesori nascosti”, “La città natura£, “La città che inventa”, “La città come cura”. Buone scoperte a tutti. 

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