Mariastella Gelmini (LaPresse) 

gran MILANO

Il ministro Gelmini prova a mettere ordine (e calma) tra alleati. Torna l'autonomia

Daniele Bonecchi

Scettica sull’ipotesi (salviniana) di federazione del centrodestrala minisra tira diritto, cercando di declinare sui territori gli obiettivi concreti del governo Draghi e tentando di consolidare Forza Italia. Ma l’obiettivo è soprattutto spendere bene le risorse del Pnrr

Nella vecchia Dc avrebbe saputo dire la sua. Ma nella Seconda repubblica la competenza non conta se non fa rima con fedeltà (al leader). Decisamente scettica sull’ipotesi (salviniana) di federazione del centrodestra, convinta della centralità di una forza liberale (con componente cattolica) di profonde radici europee, Mariastella Gelmini tira diritto, tra il lavoro da ministro cercando di declinare sui territori gli obiettivi concreti del governo Draghi e il tentativo di consolidare Forza Italia, in innegabili difficoltà. Radicamento col suo territorio, Brescia (è nata a Leno), e attenzione per la regione che sospinge economicamente il paese, la Lombardia. Se con Matteo Salvini non c’è mai stata “chimica”, il rapporto con Attilio Fontana è leale, e nei tatticismi del centrodestra per la scelta del prossimo candidato presidente (vedi articolo in prima colonna), è arrivato anche il suo gradimento a Fontana, anche se mitigato dal rispetto dei ruoli: “La Giunta sta lavorando con grande impegno, ma ovviamente la scelta compete al presidente e ai partiti. Il giudizio è assolutamente positivo”.

 
Ma l’obiettivo del ministro Gelmini oggi è soprattutto realizzare, per il bene dell’Italia e non soltanto della Lombardia, il compito che le ha affidato Mario Draghi: “Spendere bene le risorse del Pnrr”, perché si tratta di un’occasione unica. “Se ci caliamo nella realtà della Lombardia e andiamo a comprendere come verranno spese le risorse del Pnrr, partendo dalla Salute, e in questo settore è stata fondamentale la collaborazione con il presidente Fontana e con la vice presidente Letizia Moratti, credo sia rilevante sottolineare che in totale più di 1,2 miliardi permetteranno di ridisegnare radicalmente la Sanità territoriale con la creazione di case e ospedali di comunità”, ha ricordato qualche giorno fa a margine di un incontro con Alessandro Spada, presidente di Assolombarda. Una benedizione per la riforma firmata proprio da Letizia Moratti: “Il Pnrr finanzierà lo sviluppo, in generale, di ambulatori e case comunità, che diventeranno il primo luogo di cura delle persone. Circa 470 milioni di euro saranno destinati al rafforzamento delle prestazioni erogate sul territorio, all’incremento dell'assistenza domiciliare e al potenziamento di 187 Case della Comunità e 60 Ospedali di Comunità. Verranno inoltre creati 101 Centri Operativi Territoriali che coordineranno i servizi domiciliari – che comprenderanno telemedicina, domotica, digitalizzazione – con gli altri servizi sanitari e gli ospedali. Per la modernizzazione tecnologica e la digitalizzazione il piano potrà contare sui restanti 730 milioni di euro”. 

 
Un buon punto di partenza, quello lombardo, soprattutto se confrontato con la vaghezza di tante amministrazioni collocate ad un’altra latitudine. L’obiettivo politico al quale sta lavorando con maggiore intensità è la riforma del testo unico sulle autonomie, perché regioni, città e province sono l’anello di collegamento della politica coi cittadini. “Se il Parlamento riuscisse ad approvare la riforma del testo unico degli Enti locali, sarebbe sicuramente un passo avanti significativo”, anche per l’autonomia differenziata delle regioni. Per il futuro delle Città metropolitane (e di Milano), all’interno del Pnrr “hanno già un ruolo molto importante”, dice Gelmini, “perché il ministero dell’Interno ha previsto bandi significativi e soprattutto risorse e progetti rispetto ai quali i soggetti attuatori sono le Città metropolitane”.

 
 Stesso ottimismo Gelmini prova a infondere sul futuro della coalizione, paradossalmente alta nei sondaggi ma divisa al suo interno: più che un incontro chiarificatore nel centrodestra, dice, “serve ricordare che il centrodestra governa 14 regioni e moltissimi comuni. E’ l’unica coalizione presente in questo paese. Mi auguro che questo incontro ci sarà e sono fiduciosa che ci sarà presto, ma la solidità del centrodestra non è legata a un incontro, ma piuttosto alle “tante amministrazioni che governiamo". Un po’ di retorica non guasta. Senza dimenticare che gli elettori lombardi, da molti lustri, premiano la moderazione (politica), prima con Formigoni, poi con Maroni e l’amministratore del supercondominio Lombardia, Attilio Fontana. 

 

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