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Gran Milano

C'è verde anche fuori. Disputa sul futuro del Parco Agricolo Sud

Giovanni Seu

Un disegno di legge in regione Lombardia punta a trasferire la governance da Milano al Pirellone. "A 32 anni dalla sua istituzione sono stati centrati gli obiettivi principali. Oggi la sfida è come proseguire nella tutela dell’ambiente dando impulso alla produttività di colture", dice l’assessore regionale Fabio Rolfi

È sempre molto intenso e partecipato il dibattito sul verde, ma si affievolisce non appena si superano le porte della città. Eppure Milano ha la fortuna di confinare a est, ovest e sud con il parco periurbano più grande d’Europa, oltre 46 mila ettari, che comprende 60 comuni: un capitale ambientale gigantesco meritevole di attenzioni almeno pari a quelle che suscitano i quartieri della città. Perché si parli di questa realtà è stato necessario un disegno di legge presentato dai capigruppo del centrodestra in Regione che punta a ridisegnare l’ente che gestisce il Parco Agricolo Sud: in sostanza la governance passerebbe dalla Città Metropolitana al Pirellone.

 

Sarebbe sbagliato ridurre le polemiche che sono scoppiate alle pur legittime preoccupazioni sul nuovo assetto del Parco perché la Regione, come spiega al Foglio l’assessore all’Agricoltura Fabio Rolfi, vuole imprimere una svolta nelle politiche di gestione: “A 32 anni dalla sua istituzione sono stati centrati gli obiettivi principali che riguardavano essenzialmente preservare la campagna dalla cementificazione e sviluppare il territorio, senza il parco non credo che avremmo raggiunto questi risultati. Oggi la sfida è come proseguire nella tutela dell’ambiente e delle biodiversità dando impulso, al tempo stesso, alla produttività di colture come il riso e la zootecnia: si può fare trovando il giusto equilibrio, non sarà una cosa facile”. 

 

In gioco c’è il futuro del parco, la sua fisionomia, il ruolo che può svolgere nell’area metropolitana e nell’intera regione. Per Rolfi bisogna puntare su un nuovo ambientalismo che si distacchi da quello perseguito dalla Città Metropolitana: “Sinora abbiamo visto politiche imperniate sulla conservazione naturalistica e poco propense a dare impulso all’agricoltura, c’è stata molta attenzione alle riserve naturali che però non vanno istituite sulle aree produttive.In questo senso trovo doppiamente sbagliata la proposta di Legambiente che vorrebbe creare un parco naturale: si andrebbe contro la storia di questo territorio che è essenzialmente agricola e si provocherebbe la chiusura delle aziende impegnate”. 

 

Per la Regione, insomma, si deve aprire a un nuovo ambientalismo ben lontano da quello che prevale a Milano, in cui domina la limitazione del traffico e l’implementazione del verde. Un modello che convince poco l’assessore regionale: “Un ambientalismo da salotto e una cultura che definirei vincolistica a mio avviso da superare. Abbiamo una grande occasione per far crescere un’agricoltura sostenibile, puntando sul biologico, sugli agrofarmaci, su un allevamento che certo non può essere intensivo: Milano ha una vocazione agricola, basti pensare a cosa sono state e cosa rappresentano ancora oggi le cascine che possono diventare una catena locale di fornitura del cibo a chilometro zero”. 

 

Non eludibile il discorso sul futuro del parco a livello amministrativo. Il disegno di legge del centrodestra regionale attribuisce maggiori oneri finanziari al Pirellone ma anche il diritto di nominare il direttore generale. Una scelta sacrosanta per Rolfi: “Non può essere solo Milano a decidere, in questo modo avranno più peso la Regione e i comuni. Ma non basta, credo che sia necessario dare una rappresentanza anche agli agricoltori e cercare di coinvolgere i giovani, offrirgli nuove opportunità di lavoro e di interesse. Servono risorse, la Regione ha sempre sostenuto il Parco Agricolo sia negli investimenti che nelle spese correnti ma se vogliamo fare un salto di qualità dobbiamo accedere ai fondi del Pnnr: per ora sono riservati ai parchi nazionali ma è in corso una dialettica con il governo, vediamo se riusciremo ad avere un sostegno”.
 

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