(Ansa)

Gran Milano

Se il museo manda un quadro in periferia, poi la gente va al museo. L'idea di Casa Testori

Paola Bulbarelli

Si chiama “(Ri)cambio la visita. Per una prossimità della cultura”: è il progetto nato in collaborazione con alcuni dei più grandi musei milanesi che metteranno a disposizione un’opera del proprio patrimonio per condividerla al di fuori dalle proprie mura

C’è un’andata e c’è un ritorno. Dal centro alla periferia e viceversa. Tre quadri, tre capolavori in movimento che escono dai musei, i loro luoghi usuali e d’elezione, per andarsene in luoghi inusuali, come le biblioteche di quartiere. La cultura non è ferma, vuole arrivare, dappertutto e a chiunque. L’idea nasce a Casa Testori, diventata da anni hub e punto di riferimento per la giovane produzione artistica. Il progetto si chiama “(Ri)cambio la visita”, sottotitolo: “Per una prossimità della cultura”, ed è sostenuto dalla Fondazione di Comunità Milano, con il patrocino del Consiglio regionale, vuole favorire una riattivazione dei flussi culturali grazie all’arte del ’900 e contemporanea, coinvolgendo le biblioteche  e i musei cittadini, la scuola e di giovani artisti operanti in città. (Ri)cambio la visita è nato in collaborazione con alcuni dei più grandi musei milanesi che, dopo averla concessa in anteprima a Casa Testori nell’estate 2021 per la mostra “Curatela”, rimetteranno a disposizione un’opera del proprio patrimonio per condividerla fuori dalle proprie mura.

 

“Le biblioteche svolgono un lavoro straordinario, punti di riferimento importantissimi per la periferia milanese e non solo – spiega Davide Dall’Ombra, direttore di Casa Testori – quindi l’idea era di far uscire dai musei un quadro per esporlo eccezionalmente  in una biblioteca, in una teca fatta ad hoc, creando un momento di estraneità tra i fruitori della biblioteca che a loro volta sono invitati ad andare a scoprire da dove arriva quell’opera, un ricambio della visita cero e proprio”. Tanto che vengono organizzate visite guidate e gratuite per gli utenti che andranno poi a visitare il museo. “Questo è un primo scambio di visite che si unisce a altri flussi, perché c’è anche un lavoro tra le scuole, in particolare i licei artistici della città di Milano e alcuni giovani artisti che creano laboratori e li invitano nei loro studi, un ulteriore incrocio”.

La prima tappa è stata la mostra a Casa Testori a Novate, durante la quale sono stati presentati i giovani artisti coinvolti nel progetto, attraverso opere e installazioni inedite. Le opere di Alberto Gianfreda, Fabio Roncato e del duo artistico bn+brinanovara, nascono in dialogo con tre grandi opere del Novecento, firmate da Ennio Morlotti, Giorgio Morandi e Filippo de Pisis, giunte in mostra da tre musei milanesi: Museo del Novecento, Casa Boschi di Stefano e Villa Necchi Campiglio. Si tratta di artisti cruciali del ’900, cari a Testori, che ha abitato in questa casa che ora manda avanti l sue intuizioni e passioni, e che permetteranno di raccontare tre differenti tipologie d’intervento adottati dal critico e scrittore nella sua vita: la poesia, la critica militante e l’articolo di giornale.
Da Villa Necchi Campiglio, la Casa-museo milanese del Fai, giunge Natura morta con lepre (1942) di Filippo De Pisis, andato nella biblioteca Vavassori Peroni a Lambrate.

 

Ora è la volta di Ennio Morlotti, forse il pittore più amato da Testori, che ha seguito il suo lavoro per tutta la vita. Dal Museo del Novecento “torna” a Casa Testori Collina di Imbersago (1954), un importante dipinto donato dallo stesso Testori al Comune di Milano nel 1956, per passare poi alla biblioteca della Chiesa Rossa (fino al 7 maggio). Chiuderà il ciclo il terzo dipinto, una natura morta di Giorgio Morandi,  Fiori, dipinto nel 1952 e che è un vero gioiello proveniente da Casa Boschi di Stefano. Testori, nel 1981, dedicò a questo quadro la poesia Per Morandi, pubblicata nel 1985 in un volume dedicato al gallerista Gino Ghiringhelli, con un saggio e foto di Jean-Michel Folon e seguito, fin nei dettagli grafici, dallo stesso Testori. Sarà in mostra nella biblioteca di Affori dal 16 maggio all’11 giugno.
 

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