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Gran Milano

Borsa, chi parla? Le ultime da Euronext

Mariarosaria Marchesano

Decolla la nuova gestione e c’è una brutta sorpresa per chi gestisce la comunicazione: gli operatori, ora, si dovranno difendere da un concorrente altamente qualificato e con un profilo internazionale

Il diavolo a volte sta nei dettagli e l’inizio del nuovo corso di Borsa italiana sotto la gestione di Euronext riserva qualche effetto collaterale inatteso. Alcuni giorni fa, durante un convegno a Palazzo Mezzanotte in cui venivano illustrate le novità agli operatori finanziari, sono state le ultime 5-6 slide proiettate a far sobbalzare sulla sedia una certa parte della platea. Che cosa contenevano? Il profilo dettagliato di Euronext Corporate Services, azienda controllata dal gruppo paneuropeo guidato da Stéphane Boujnah. Questa società è specializzata in consulenza e servizi di comunicazione finanziaria, relazioni con gli investitori, governance e compliance. Praticamente, si occupa di tutte quelle attività che sono vitali (e in molti casi obbligatorie) per le imprese quotate e che in Italia sono appannaggio di agenzie specializzate indipendenti, concentrate soprattutto a Milano. Il giro d’affari di questo mercato vale alcuni milioni di euro e occupa non più di un migliaio di professionisti. Ma si tratta di una nicchia influente, perché responsabile non solo dei rapporti con i media e dell’immagine pubblica delle imprese quotate, ma anche della loro reputazione presso gli investitori e presso le autorità di vigilanza, poiché è da queste agenzie che transita la maggior parte delle informazioni sensibili che vengono fornite al mercato.

Ebbene, la prospettiva che una società che è diretta emanazione della principale infrastruttura di mercato dell’Eurozona possa cominciare a operare in Italia sta creando una certa agitazione tra gli operatori che fanno lo stesso mestiere. Si dovranno difendere da un concorrente altamente qualificato e con un profilo internazionale? Del resto, la svolta di Piazza Affari in chiave paneuropea comporta cambiamenti di rilievo. La sostituzione dopo 12 anni dell’amministratore delegato Raffaele Jerusalmi con Fabrizio Testa è uno di questi. E proprio il passaggio di consegne potrebbe avere (casualmente) lasciato un vuoto nei rapporti con il governo proprio nel momento in cui c’era da perorare la causa del bonus quotazione per le piccole imprese che è stato inspiegabilmente dimenticato dal governo nella legge finanziaria, come ha denunciato l’AssoAim in una lettera aperta al presidente del Consiglio, Mario Draghi. Eppure, l’iter di quotazione in Italia, il più complesso e costoso che ci sia in Europa, è una delle cose da migliorare a Piazza Affari, come ha ammesso di recente lo stesso Boujnah.

È anche possibile che in questa fase i vertici di Euronext non abbiano voluto forzare i rapporti con la politica, per buttarsi alle spalle definitivamente il periodo delle polemiche sovraniste sulla “svendita” di Borsa italiana e avviare un clima positivo corroborato dall’annuncio della concentrazione a Roma del cosiddetto clearing (si tratta di attività per lo più di tipo legale che servono per gestire il rischio di contenzioso sulle negoziazioni di titoli denominati in euro). Una scelta destinata a favorire la nascita nella capitale di un ampio indotto di professionalità specializzate nel campo, che non a caso ha suscitato il plauso del neo sindaco, Roberto Gualtieri, già ministro del Tesoro. Di contro, il trasferimento da Londra a Bergamo del cervellone degli scambi azionari europei dovrebbe indurre anche diversi operatori internazionali clienti di Euronext a trasferire in Lombardia gli uffici, per mantenere la prossimità all’infrastruttura informatica. E quest’operazione è destinata ad avere una ricaduta positiva in Lombardia. Ci si potrebbe domandare in che modo verrà valorizzata Milano come piazza finanziaria, ma questo dipenderà dai progetti che saranno messi in campo e sui quali per adesso non c’è visibilità.

L’unica certezza è che le sinergie industriali derivanti dall’operazione Borsa italiana-Euronext sono superiori del previsto (100 milioni invece di 50-60 inizialmente previsti) e di questa cifra 55 milioni di euro sono destinati a nuovi investimenti che saranno utilizzati per consolidare l’intero network di borse di Euronext (che comprende Parigi, Amsterdam e Bruxelles). Quasi nulla i vertici di Euronext dicono sul listino milanese. In questo senso, si coglie un pizzico di delusione nella comunità finanziaria che si aspettava maggiori dettagli dal piano strategico presentato lunedì sera. Resta la vocazione di Euronext Corporate Service a supportare le imprese con i suoi servizi. “Ma è un po’ come se il mugnaio, oltre alla farina, facesse anche il pane”, esclama un operatore con una battuta.

 

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