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Momento Lirico, riapre dopo 22 anni il grande teatro che fu di tutti i milanesi

Paola Bulbarelli

Ricorsi giudiziari, stop tecnici, l'amianto e la pandemia: "Finalmente saremo pronti a ripartire entro la fine del 2021". Nel nome di Gaber

Non ci credeva più nessuno. A vedere le impalcature attorno al Teatro Lirico ci si era fatta l’abitudine, 22 anni di chiusura non sono bazzecole tra ricorsi giudiziari, stop tecnici, la scoperta dell’amianto e infine la pandemia. E invece il teatro di via Larga, un tuffo nella storia della città, sta per essere restituito ai milanesi. “Siamo a un ottimo punto perché il comune ha sostanzialmente concluso tutta la sua parte di lavori”, spiega al Foglio Matteo Forte, direttore del Lirico e del Nazionale e amministratore delegato della società americana Stage Entertainment che gestisce i due teatri. “Stiamo facendo proprio in questi giorni le ultime verifiche. Dovremmo riuscire, nelle prossime due settimane e comunque entro settembre, a chiudere la parte burocratica e quindi, al massimo ai primi giorni di ottobre, iniziare la nostra parte: cioè l’allestimento. In tempo per far partire la stagione”.

 

Tempi? “Ci auguriamo di riuscire a farlo entro la fine dell’anno. Abbiamo già ovviamente diversi spettacoli che si sono programmati nel corso degli ultimi mesi e quindi siamo pronti a partire”. Il Lirico  è sempre stato “il teatro grande” di Milano. La nuova sala ospiterà 1.517 persone: cui 798 in platea, 505 in galleria, 120 e 36 rispettivamente nella prima e nella seconda balconata; inoltre è stato ingrandito il foyer. Non solo. Nel nuovo Lirico, intitolato a Giorgio Gaber, ci sarà anche un ristorante, “con una grande vetrata che guarderà sul palcoscenico, un unicum nel suo genere”. Si potranno vedere le prove? “L’idea è che il ristorante sarà indipendente dal teatro, avrà una sua vita autonoma ma con questa finestra che guarderà le prove degli spettacoli o gli spettacoli stessi”. Bisogna tornare presto nel cuore dei milanesi, come era stato per decenni. “In questo lasso di tempo abbiamo l’idea di aprire il teatro al pubblico anche già solo per far vedere la struttura così come fatto per Piano City. Un modo per dimostrare ai cittadini che il teatro c’è, mancano solo le poltrone, rosse in linea con la tradizione dei teatri classici”.

I costi di ristrutturazione per rimettere il Lirico in sesto sono arrivati a 16 milioni di euro. Stage Entertainment gestirà il Lirico per i prossimi 12 anni. Primo spettacolo con il quale potrebbe aprire? “Stiamo pensando, e in realtà stiamo già organizzando, uno spettacolo che richiami la tradizione e quello che al Lirico è stato ospitato nel corso degli anni. Lo spirito è quello di un teatro poliedrico dove si possono ospitare dalla lirica alla musica classica, dal jazz ma anche ai concerti rock agli spettacoli di comicità e al grande storico cabaret nato a Milano e che in qualche modo ha ancora molte influenze su artisti di oggi”. Niente competizioni con la Scala, con il Piccolo e con nessun altro teatro. Una offerta artistica complementare a quella esistente. “Ora al Nazionale, dato che siamo produttori di musical, inaugureremo la stagione il 28 di ottobre con ‘Pretty Woman’, e l’idea è quella di tenere il musical al Nazionale e spostare tutti gli altri generi al Lirico. La parola chiave è accessibilità sia per costi che per tipologia di spettacolo”.

Matteo Forte è pronto a giocare anche un’altra scommessa: “E’ nata una nuova piattaforma ‘heArt’ che offrirà a chiunque lavori nello spettacolo la possibilità di trovare lavoro e rendersi visibile in una comunità digitale”. In che modo? “L’idea è nata in pieno lockdown. La grande crisi che specialmente il nostro settore ha vissuto mi ha portato a pensare a un modo per dare maggiori  opportunità professionali. Grazie alla comunity digitale artisti, tecnici, professionisti dell’arte possono condividere l’espressione del loro talento. Per esempio un cantante che avesse l’obiettivo di farsi conoscere potrebbe caricare all’interno della piattaforma una sua performance in modo da essere ascoltato, scelto e provato da produttori teatrali o privati. Questo vale per tutte le forme artistiche, dai pittori, fotografi,  attori, ballerini”. I dati di adesione sono più che buoni. “La piattaforma è partita benissimo. Inaugurata  23 di luglio ha già 15 mila utenti, un 80 per cento di consumer e un 20 di artisti e operatori”.
 

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