Il sindaco di Milano Beppe Sala e il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana (Ansa)

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Il momento di mettere il Recovery a terra. Ecco il progetto

Daniele Bonecchi

Oggi il cruciale incontro governo-regioni, mentre la tensione sociale cresce. Idee e numeri di regione e comune

L’incontro tra governo (presente Mario Draghi), regioni e amministrazioni locali di oggi pomeriggio avviene in un momento cruciale, proprio quando il tentativo di uscire dal tunnel diventa una necessità inderogabile. L’aria, in questi giorni, anche a Milano e in Lombardia, si è fatta pesante e la protesta dei commercianti è diventata più dura. Carluccio Sangalli (Confcommercio) che da navigatore avveduto aveva segnalato per tempo il rischio, chiede provvedimenti concreti e subito per le categorie più esposte. Domani a Milano gli ambulanti monteranno le loro bancarelle nei mercati pur senza vendere, perché “dobbiamo lavorare, vogliamo lavorare e abbiamo già dimostrato di poterlo comunque fare in piena sicurezza. Riaprire pienamente i mercati e le fiere si può e si deve”, scandisce Giacomo Errico, presidente Apeca (ambulanti di Confcommercio). Mentre Confcommercio Lombardia chiede “una road map per riaprire” negozi, bar e ristoranti. Sullo sfondo la campagna vaccinale, coi suoi alti (pochi) e i suoi bassi (molti) ma il nocciolo duro dell’appuntamento di oggi è rappresentato dalla distribuzione delle risorse del Recovery fund (il progetto a giorni dovrà essere presentato a Bruxelles). Quei 200 miliardi (o quasi) dell’Europa divenuti un talismano, un oggetto dal potere magico, benefico che come tale viene evocato per risolvere qualsiasi problema.

 

Regione Lombardia ha pronto, da tempo, un corposo dossier, messo a punto dell’assessore alle attività produttive Guido Guidesi con la supervisione di Attilio Fontana. Le macro categorie, in piena sintonia con le indicazioni Ue, sono: digitalizzazione, transizione verde, rigenerazione urbana e attrattività del territorio, per una cifra che potrebbe avvicinarsi a 35 miliardi di euro, per ridare linfa al motore economico della regione (suddivisi in 34 progetti). Sul versante digitalizzazione Palazzo Lombardia ipotizza una spesa di 1,5 miliardi di euro per diffondere il 5G e la banda larga su tutto il territorio in modo tale da rendere omogenee le connessioni dalla pianura alle zone montane, 20 milioni di euro per la digitalizzazione degli enti locali, 12 invece saranno destinati per quella del sistema sanitario lombardo ed infine 10 milioni di euro andranno a supporto della svolta digitale del settore agricolo, con l’obiettivo di incentivare l’utilizzo di sistemi di precisione per ottimizzare l’utilizzo delle risorse.

 

Per la transizione verde verranno stanziati 534,5 milioni di euro ripartiti su tre macro progetti. 514 milioni di euro serviranno per incrementare le piste ciclabili e ciclopedonali cui si collega il piano di incentivi per rottamare veicoli e soprattutto gli impianti che producono più inquinamento. Alla bonifica dei laghi saranno destinati 13 milioni di euro e 7,5 milioni saranno previsti per gli interventi di efficientamento energetico che riguarderanno 5 mila immobili di edilizia pubblica, 3.500 impianti sportivi e 2.400 strutture scolastiche. Un terzo del totale, 12,8 miliardi, riguarderanno nuove infrastrutture stradali e ferroviarie – in primis quelle funzionali alle Olimpiadi 2026 e le tratte Tav Brescia-Verona e Milano-Genova – per raggiungere l’obiettivo “3.100 cantieri aperti”. Un miliardo è destinato per la transizione verso la cosiddetta “green economy” (sostegno all’agricoltura intensiva regionale). Questo a fronte di 800 milioni per ristrutturazione edilizia scolastica, altri 800 per la riconversione di immobili esistenti in housing sociale e soli 514 per interventi migliorativi della qualità dell’aria.

 

Il progetto della regione si incrocia con le esigenze del sistema produttivo. “È necessario che anche in Lombardia il Recovery fund indirizzi le risorse sugli investimenti produttivi e non serva solo a pagare i debiti che abbiamo già fatto”, spiega al Foglio Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia. “L’obiettivo comune tra stato e regioni è quello di lavorare assieme in sinergia per cercare di attrarre le maggiori risorse possibili. Occorre puntare sulla competitività, sulla innovazione, sulle filiere e la digitalizzazione”. Infrastrutture digitali per superare il gap tra il nostro e gli altri paesi, banda ultra larga, 5G: il mantra comune del rilancio. “Poi nell’Industria 4.0 i fondi devono diventare strutturali, per le piccole imprese serve infatti un contributo diretto come investimento”. Bonometti solleva il velo su un settore che è sempre stato trainante per l’Italia: “La filiera dell’auto va salvata. O il Recovery trova le risorse per rendere competitiva la nostra filiera o noi abbandoniamo definitivamente il settore dell’auto. Oggi in Italia non è competitivo, o lo stato fa investimenti per abbassare i costi degli ammortamenti o il settore è destinato a scomparire col suo milione e mezzo di lavoratori, 100 miliardi di fatturato, 70 miliardi di gettito fiscale, il 20 per cento del Pil”. E un progetto di lavori pubblici che veda nelle infrastrutture l’elemento fondamentale. Da ultimo, “non esiste innovazione e crescita senza   formazione, per dare alle nuove generazioni la possibilità di trovare un lavoro, conclude Bonometti.

 

Dal fronte metropolitano, Beppe Sala nei giorni scorsi è stato ultimativo: “Io non ho altre ricette serie oltre a un sapiente utilizzo dei fondi del Recovery plan”. I progetti non mancano e vanno dal sistema delle infrastrutture, della mobilità, dell’ambiente, e delle case popolari. Al tavolo del governo chiederà il propellente per rilanciare il modello Milano, la città ne ha bisogno e ad ottobre si vota. L’indirizzo del piano è stato elaborato dalla “C40 Global mayors Covid-19 recovery task force”, istituita e diretta dal presidente di C40 e sindaco di Los Angeles, Eric Garcetti, e presieduta proprio da Sala. A presentarlo insieme a loro, questo pomeriggio nel corso di una video conferenza stampa, i primi cittadini di Freetown, Lisbona, Medellín, Melbourne, Montréal, New Orleans, Rotterdam e Seattle. La “C40 Mayors agenda for a green and just recovery” prevede misure specifiche per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dell’obiettivo di 1,5 gradi centigradi previsto dall’Accordo di Parigi. “Il progetto più concreto – conferma il capogruppo di Forza Italia a palazzo Marino, Fabrizio De Pasquale – riguarda il collegamento della centrale di Cassano d’Adda con Milano per distribuire il teleriscaldamento in gran parte degli edifici della nostra città. Una scelta di A2A che considero apprezzabile”. Tra gli interventi previsti anche il recupero degli alloggi sfitti delle case popolari e il prolungamento delle linee metropolitane. “Investire su questo nostro territorio, migliorando il sistema energetico, la mobilità e l’abitare, risponde ad un interesse nazionale – conclude Filippo Barberis, capogruppo Pd in Comune – e il ritorno va ben al di là del perimetro amministrativo della città”. Dopo l’incontro la palla tornerà nelle mani di Draghi perché toccherà a lui decidere quali progetti finanziare.