Guido Bertolaso, Attilio Fontana e Letizia Moratti (Ansa)

GranMilano

Nuovo cambio d'emergenza nel piano vaccini in Lombardia

L’annunciato piano Bertolaso stenta con la partenza a razzo. I dubbi sulle dosi e la coperta corta

Per dirla con Ennio Flaiano: “Ci sono molti modi di arrivare. Il migliore è quello di non partire”. Perché la storia del vaccino, archiviate le primule e mobilitati Croce rossa, esercito, Protezione civile, medici di famiglia, ha presto svelato una verità: oggi non c’è. E quando c’è non sempre viene somministrato. Anche l’annunciato piano Bertolaso in Lombardia stenta con la partenza a razzo: a ieri le dosi somministrate erano 619.306 su 858.700 a disposizione. L’altro modo per non arrivare mai, è quello di cambiare sempre programma di viaggio. Ed è quello che rischia di accadere in Lombardia. Dove le quattro zone rosse, le zone arancioni “rinforzate” (qualsiasi cosa voglia dire) e situazioni gravi come Bergamo e Brescia hanno spinto a un cambio di passo.

 

Il responsabile della campagna Guido Bertolaso ha annunciato ieri che da oggi ed entro 5-6 giorni verranno vaccinati i circa 24 mila cittadini di età compresa tra i 60 e i 79 anni dei Comuni al confine tra Bergamo e Brescia. Verrà cioè immunizzata “prioritariamente” la popolazione under 80 di 23 centri in totale. Lo scopo di questa nuova variante al piano vaccinale è di creare (o provare) un cordone sanitario attorno alle zone più colpite per evitare il diffondersi del contagio. Può essere una buona idea, si vedrà. In ogni caso è una complicazione ulteriore in un già complicato piano vaccinale, nazionale e regionale, che avrebbe bisogno di procedere evitando le sacche e le zone a macchia di leopardo. Bertolaso ha dovuto ammettere che “probabilmente, per fare in modo di avere le dosi necessarie” in questi comuni, “dovremo rallentare la somministrazione della cosiddetta fase 1 bis per quanto riguarda le attività sociali. Chiaro è che la coperta è corta, anzi è un fazzoletto e ci dobbiamo muovere su quelle che sono le priorità”.

 

 

Letizia Moratti, comunque ribadisce che in Lombardia si potrebbe ancora finire a giugno la vaccinazione massiva della popolazione, obiettivo della Giunta, “compatibilmente con la disponibilità dei vaccini e la consegna da parte della struttura commissariale”. Che rimane l’altro problema, complicato nelle scorse settimane anche dal caso AstraZeneca e dai cambi di indicazione per la sua somministrazione in base alle fasi d’età. Secondo la Regione, nel mese prossimo arriveranno 573.300 dosi di Pfizer, 137.600 dosi di Moderna e 320.721 AstraZeneca, per un totale di poco più di un milione di vaccini. Se anche il piano strategico di Bertolaso funzionasse come un orologio, sono poche.