(foto LaPresse)

Regalare un Natale di speranza ai bei negozi di vicinato

Daniele Bonecchi

Le iniziative in tutta la Lombardia per salvare il territorio e i posti di lavoro (aiuta anche l’online)

No, loro proprio non riescono a immaginare Jeff Bezos, patron di Amazon, vestito da Babbo Natale a distribuire i regali nel giorno più bello dell’anno. Ma le botteghe di vicinato, quelle che (assieme ai ristoranti) hanno pagato il prezzo maggiore alla pandemia e al doppio lockdown, non si arrendono e provano a giocare le loro carte, ovviamente diverse. Accettano la competizione con le grandi piattaforme dell’e-commerce provando a mettere l’accento sulla qualità e sulla prossimità territoriale. Non si tratta di un campanilismo ormai inservibile nel mondo digitalizzato (ed era così anche prima del Covid, con l’e-commerce che erode spazio persino ai centri commerciali), si tratta di tenere vivi, e far crescere aprendosi ad altre dimensioni, una filiera di centinaia o migliaia di esercizi, dei loro fornitori, di artigiani, anche, a fare la differenza nella qualità del vivere. Così nascono iniziative che prima non erano pensabili.

 

E’ il caso dell’Ascom di Varese (con Busto, Gallarate, Luini e Saronno) che si è tuffata nel digitale creando con Sev Spa la piattaforma Shopper. La scelta di usare tecniche di vendita moderne per valorizzare i negozi di vicinato e la qualità, spiega Rudy Collini, animatore del progetto, vicepresidente di Confcommercio Varese. Non è un esperimento fatto in casa ma il frutto di un importante lavoro di ricerca realizzato in collaborazione con l’università dell’Insubria, che ora, nelle settimane di Natale, dovrà superare la prova della verità. “Uno strumento che valorizza il territorio e che raccoglie attorno a sé una comunità di commercianti”, spiega Collini.

 

Intanto è partita una campagna per sostenere le botteghe sotto casa. “I tuoi negozi di fiducia sono sempre con te, accendi la tua città”: è il messaggio lanciato dai commercianti lombardi con un video diffuso sui canali social, guardando alle festività di Natale. L’iniziativa è partita ed è stata realizzata da Confcommercio Lombardia, a costo zero. Condivisa da tutte le categorie, “perché c’è bisogno di rianimare le città – spiegano dall’associazione – tanti centri e vie commerciali rischiano anche loro la terapia intensiva. E la desertificazione dei quartieri si porta dietro degrado urbano e peggio ancora degrado sociale, per l’assenza di relazioni e di punti di aggregazione nelle città”. “I negozi delle nostre città sono parte della nostra vita, aiutiamo i nostri territori a ripartire e le nostre città a riaccendere le luci” sono le parole che accompagnano il video che promuove i negozi di vicinato. Certo non sarà facile, ma intanto un utilizzo del e-commerce anche per il commercio tradizionale e di vicinato è partito, già nei mesi scorsi, e con qualche risultato. Intervistato da GranMilano nella primavera del lockdown, Sandro Castaldo, professore di Marketing alla Bocconi, sottolineava che l’epidemia era destinata a cambiare anche la geografia del commercio, con la possibilità concreta di avvicinarlo ai bisogni dei consumatori, a patto di accettare le sfide.

 

Lo scorso settembre, ma si era nel magico “liberi tutti” dell’ottimismo, l’Osservatorio della Federazione italiana dettaglianti dell’alimentazione segnalava la vivacità del commercio al dettaglio, addirittura con un 47 per cento di aumento dei nuovi clienti, a causa della nuova cautela negli spostamenti; il 40 per cento dei negozi aveva implementato le consegne a domicilio, la prenotazione della spesa tramite email era cresciuta del 13 per cento assieme all’utilizzo delle piattaforme online. Sempre nell’ottica del “negozio di quartiere”. A Milano il Comune sta dando una mano, e ha ripristinato il servizio gratuito “Spesa a domicilio”, con una mappa georeferenziata a cui hanno aderito oltre ottocento attività. Ma ora con il secondo lockdown – anche se la Lombardia diventerà zona gialla dalla prossima domenica – e con la stretta sui commerci proprio nel mese dello shopping e della ricerca spasmodica del prodotto di eccellenza del territorio, l’iniziativa lanciata da Confcommercio assume la sembianza di un salvagente per arrivare vivi al 2021 dei vaccini. E allora gli operatori delle associazioni di commercio ricordano che “vicinato” a Milano – dove i negozi storici sono una miriade, spesso appunto “chicche” di quartiere come la Bottega del Gelato Cardelli di via Pergolesi che già nel 1970 vinceva il premio nazionale “Gelato di qualità” – è anche guardare a tutta la Lombardia. Ad esempio a Cremona, territorio delle ghiottonerie natalizie, dove i negozi del torrone di Vergani o di Sperlari sono marchi riconosciuti nel mondo, ma ci sono gioielli come la Pasticceria Lanfranchi, fondata a fine Ottocento, con il suo Pan di Cremona di cui detiene il brevetto. Bisogna far buon viso per conservare almeno il sapore del Natale. “Occorre dare una mano ai piccoli commercianti perché le loro vetrine che non si spengono – spiega Gabriel Meghnagi, consigliere di Confcommercio, incaricato a presiedere la rete associativa delle vie milanesi con il coordinamento dei Distretti urbani del commercio – noi diciamo ai milanesi di comprare sotto casa altrimenti finisce tutto nelle maglie delle grandi piattaforme online”. Anche il Comune è sceso in campo, con oltre un milione di euro a favore del commercio di vicinato, obiettivo i quartieri: l’Adriano, Gratosoglio, la Barona. Le famose periferie tanto care al sindaco Sala che ora si ricandida, e chissà se troverà ancora negozi, o soltanto saracinesche abbassate.

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