La copertina del Foglio Review raccontata da Alice Piaggio

Gaia Montanaro

L'illustratrice che l'ha disegnata ci presenta "Evasione”, la cover del nuovo numero del magazine del Foglio, in edicola da sabato 25 febbraio

È una donna forte e dal carattere volitivo quella ritratta da Alice Piaggio sulla cover della Review di febbraio. Come spesso accade – nell’esperienza di molte – ha dovuto piegare le sbarre che la costringevano, mossa dal desiderio di trovare la sua liberà. Una libertà essenziale, come i colori scelti per l’illustrazione, che vanno al cuore del racconto, di un’evasione che diventa occasione di riscatto e inizio di una vita nuova.

 

Abbiamo chiesto ad Alice Piaggio, eclettica illustratrice genovese, di raccontarci il lavoro che sta dietro la nuova cover della Review, di ciò che la ispira e delle sue “evasioni”.

 

Qual è stato il processo creativo che l’ha portata a illustrare la cover del Foglio Review, “Evasione”?

Ho voluto creare un’immagine che fosse d’impatto. Volevo che l’evasione non apparisse esageratamente sensazionale, che la donna protagonista non apparisse come una super eroina, sicura e dal sorriso smagliante alla Wonder Woman. Le vere “eroine” che evadono dalle proprie prigioni hanno tutt’altro aspetto, possono apparire intimorite, spaventate ma sono forti e consapevoli nella loro essenza. La donna che ho rappresentato è così: una donna che ha acquisito consapevolezza di sé stessa e della propria condizione ed è pronta a piegare quelle sbarre che la costringono.

 

Si è immaginata una storia che coinvolge la donna in copertina, una vicenda che precede o segue la sua illustrazione?

Quando ho iniziato a pensare al soggetto della copertina ho cercato di immedesimarmi nella donna che volevo rappresentare. Anche io spesso mi sono trovata nella condizione di sentirmi imprigionata, in trappola. Sono mamma di un bimbo di due anni e spesso conciliare lavoro e vita privata diventa complicato. Mi sono sentita spesso in trappola, incasellata in un ruolo che a volte non sento mio, quello di madre. Tuttavia, mi considero fortunata, il mio compagno è molto presente e mi aiuta attivamente nella gestione del bambino, ma inizialmente non è stato facile: i ritmi frenetici e la stanchezza nel far conciliare tutto, non ci permetteva di riuscire a trovare del tempo per noi, sia come singoli che come coppia. Evadere da quella sorta di prigione, che noi stessi ci eravamo costruiti, è stato un processo difficile, soprattutto per me. Amo mio figlio, il mio compagno, ma amo anche il mio lavoro ed è giusto che io trovi il tempo di potermi dedicare a me stessa. Proprio come la donna che ho rappresentato ho piegato le sbarre e piano piano sono riuscita a riprendermi i miei spazi.

Trovo che parlare e condividere la propria condizione con qualcuno sia anch’essa una sorta di evasione, aiuta a razionalizzare, a osservarsi dall’esterno e a sentirsi meno soli.

 

Come ha scelto i colori per la sua illustrazione? Ed essi vengono prima o dopo la definizione grafica dell’immagine?

Quando penso ad un’immagine so già quale sarà la tavolozza di colori che intendo utilizzare per il mio lavoro. In generale non mi piace utilizzare più di tre o quattro colori nelle mie illustrazioni. In questo caso ho scelto di utilizzare i tre colori primari, il giallo, il rosso e il blu, perché sono colori dal forte contrasto cromatico.

 

Dal punto di vista stilistico, quali sono i riferimenti che la ispirano e le tecniche a cui attinge per le sue illustrazioni?

Sicuramente tra i miei riferimenti non posso non citare i grandi maestri della storia dell’arte moderna come Dalì, Magritte, Picasso e Boccioni ma anche illustratori più contemporanei come Saul Steinberg, Květa Pacovská e Beatrice Alemagna. Nei miei lavori utilizzo lo stesso processo che si utilizza per la serigrafia: lavoro a livelli, uno per ogni colore, la cui sovrapposizione crea nuove tinte e leggere imprecisioni nel segno.

 

Che cosa si augura per la donna ritratta in copertina?

Serenità.

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