Il 9 maggio tra Europa e Russia. Chi è Giuseppe Gallo, l'artista che ha dipinto la copertina del Foglio

Francesco Stocchi

“Toro Sibarita", acquerello e carboncino su carta, 2022

Giuseppe Gallo nasce a Rogliano (Cosenza) nel 1954. Si trasferisce a ventidue anni a Roma, città dove tuttora vive e lavora. Nello stesso anno, il 1976, inaugura la prima personale presso la Galleria Ferro di Cavallo. Poco dopo stabilisce il suo studio nell’ex pastificio Cerere, nel quartiere (una volta popolare e antagonista) di San Lorenzo. Questa industria dismessa, con i suoi ampi spazi adattati ad atelier, diviene negli anni punto di riferimento di una nuova generazione di artisti (la cosiddetta Scuola di San Lorenzo), che in contrasto con la smaterializzazione dell’arte degli anni 70, impregnata di un eccessivo concettualismo, e in risposta all’ondata della Transavanguardia, fa del ricorso alla classicità nelle tecniche e materiali un fatto identitario. Questo luogo di produzione come di incontri, catalizzatore di un rinnovato clima cittadino, si afferma al pubblico in occasione della collettiva Atelier a cura di Achille Bonito Oliva nel 1984. Gli studi sono aperti al pubblico, sovrapponendo il luogo privato di produzione a quello pubblico di esposizione.


Gallo si muove leggiadro tra pittura, scultura e grafica cogliendo in ciascun medium le soluzioni espressive di volta in volta cercate. La sua è un’arte della trasformazione e non della narrazione, benché fondamentalmente legata a un’impostazione figurativa. Un oggetto privato di prospettive o di sfumature di colore può diventare segno, un’immagine assumersi a simbolo e un sorriso diventare ghigno. Durante la prima metà degli anni 80 espone presso la Galleria Ferranti di Roma, al Groninger Museum a Groningen, alla Haus am Waldsee a Berlino nel 1981 e presenta la prima mostra a New York, alla Annina Nosei Gallery, nel 1983. Nel 1985 partecipa alle collettive L’Italie aujourd’hui/Italia oggi a Nizza, Anniottanta a Bologna e viene invitato a partecipare alla XIII Biennale de Paris. 


I quadri come le sculture di Gallo si animano di figure dai colori accesi che impiegate come immagini simboliche si muovono sul limite che separa la figurazione dall’astrazione, attraverso per esempio i forti contrasti generati dall’uso di ruggini e ossidanti. Tra il 1986 e il 1992 si susseguono varie personali in gallerie internazionali, Sperone Westwater a New York, L.A. Louver di Venice, Los Angeles, Akira Ikeda a Tokyo, Gallerie Di Meo a Parigi e Galleria Triebold a Basilea. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1986 e nel 1990 con una sala personale presso il Padiglione Centrale. Lo stesso anno inaugura la mostra Giuseppe Gallo. Oh Vocazione allestita prima a Roma, presso la Galleria Sperone, e successivamente a Milano presso la Galleria Claudia Gian Ferrari Arte Contemporanea, dove esporrà nuovamente nel 1995 con la personale Giuseppe Gallo. Con le unghie della purezza. 


L’arte di Giuseppe Gallo è carica di riferimenti simbolici che celano l’enigma (numeri, foglie, strumenti…), la figura umana viene trasformata per offrirsi ad accenni e intuizioni, portando particolare attenzione nei confronti del concetto di frammento. Importanti nel suo percorso espositivo sono le personali allestite a Rende, sua terra natale, dove nel 2001 presenta  un’approfondita panoramica di oltre venticinque anni di attività artistica. Del 2004 Percorso amoroso, la prima retrospettiva interamente dedicata alla scultura presso la Galleria civica di Spoleto. Nel 2007 gli viene dedicata una personale al Museo d’Arte Contemporanea di Roma, dove vengono ripercorsi i 25 anni della sua produzione artistica e l’anno successivo inaugura un’ampia personale presso la Kunsthalle di Mannheim.


Per il Foglio, l’artista ha realizzato in occasione del 9 maggio una copertina che riassume le contraddizioni di una data non come le altre. Festa dell’Europa da una parte ma giorno che è stato ricordato come possibile data chiave per la celebrazione dei successi russi. Rappresentazione simbolica della continuità spirituale e culturale tra le antiche colonie greche, simbolo di fertilità, il “Toro Cozzante da Sibari”, in bilico su una colonna vertebrale volge il suo sguardo verso l’Europa.


Le opere di Giuseppe Gallo fanno parte di prestigiose collezioni pubbliche quali il Moma di New York, il Museum Modern Kunst Stiftung Ludwig di Vienna, il Contemporain Midi Pirenées di Toulouse, il Groninger Museum, il Fukuyama Museum of Art, il MART di Rovereto, la GAM di Torino e il Parkview Green Museum di Pechino.

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