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I dieci articoli più letti del Foglio nel 2021

Le analisi, le inchieste, le interviste e le storie che avete amato di più nell'anno appena passato

Ecco i nostri articoli più letti del 2021. Un modo per ripercorrere in compagnia del Foglio l'anno appena trascorso, con l'augurio di stare insieme anche nel prossimo. Le analisi, le inchieste, le interviste e le storie che avete amato di più.

    

1. L'intervista di Annalisa Chirico al direttore vicario dell’Organizzazione mondiale della sanità, Ranieri Guerra, accusato di avere occultato le lacune nel piano italiano sulle pandemie. “Un attacco ingiusto”, ci dice. “Che volete da me? Chiedetevi chi era ministro della Salute nel 2018”.

    

2. "Luana aveva 22 anni quando la sua vita è stata stroncata, ne aveva  17 quando ha avuto suo figlio, 16 quando si è accorta di essere incinta. Era poco più di una bambina, ho pensato, leggendo tanti articoli, commenti e accorati ricordi della sua vita che su questo punto però non dicono niente. Da quella bambina non sono riuscita a staccare il pensiero", scrive Ritanna Armeni sul caso di Luana D’Orazio, giovane operaia del settore tessile morta sul lavoro a Montemurlo, Prato. 

     

3. Sui vaccini serve più solidarietà, non più egoismo. L’Italia si riapre quando si può, non quando vuole Salvini. E poi l’Europa, la scuola, gli eurobond e la fiducia sul futuro. Appunti sul metodo Draghi, di Claudio Cerasa.

    

4. Ogni giorno Andrea Marcenaro scrive la sua Andrea's Version, rubrica caustica e tagliente, cattiva e raffinata allo stesso tempo. Questa qui ha avuto un successo straordinario. Chissà perché...

      

5. Prima il presidente repubblicano Trump e poi il democratico Biden ordinano il ritiro e annunciano che i talebani faranno la pace con il governo afghano. Ma non c’è nessuna pace. Nelle città, le donne temono il ritorno dei fanatici. In otto puntate, Daniele Raineri racconta il “Collasso afghano”. Questa in teoria è la puntata finale (nell'articolo trovate i link a tutte le altre): i talebani siedono al potere a Kabul e il collasso si è compiuto. Ma non c’è limite al peggio, ci saranno conseguenze in Afghanistan e fuori e ci saranno altre storie.

 

6. Neanche i suoi più convinti e onesti sostenitori capiscono più cosa stia facendo papa Francesco, dove voglia andare, quale sia il suo progetto per la Chiesa una volta capito che bisogna aprire l’ospedale da campo e assistere i poveri. Tutto sacrosanto. Ma poi? Un editoriale.

 

7. Una delle più paralizzanti e dannose fallacie logiche che contaminano la discussione pubblica in Italia è la cosiddetta fallacia della perfezione irraggiungibile, secondo la quale l’impossibilità o la mancanza di perfezione rappresentano motivo per rifiutare una certa scelta. Nessuno strumento e nessuna misura saranno mai perfetti, ma non si capisce come da questo dovrebbe derivarne che strumenti statisticamente molto utili debbano essere rigettati. È il caso, naturalmente, dei vaccini. Ne scrive Enrico Bucci nella sua rubrica "Cattivi Scienziati".

   

8. L'intervista alcolica in cui lo storico-youtuber Alessandro Barbero sostiene che ricordare le Foibe è "una falsificazione neofascista" perché di atrocità che ne sono state anche altre. No: quella fu una "pulizia etnica", occultata per decenni. Ricordarla non significa negare la Shoah. Negare le Foibe invece è ubriacatura ideologica. Maurizio Crippa nel suo "Contro Mastro Ciliegia".

  

 

9. Non voglio che l’Italia sia teatro di deliri e che i deliranti giudichino. Il libro con prefazione di Gratteri è uno scandalo nazionale e deve essere discusso davanti a un giudice. Attendesi una querela, grazie. Giuliano Ferrara sfida Nicola Gratteri.

  

10. #DisruptTexts è un movimento che vuole purgare i grandi classici che non stanno al passo sul genere e la razza. Giulio Meotti ne parla in questa intervista a Victor Davis Hanson, autore di "Who killed Homer": “Omero, il creatore dei valori occidentali oggi è solo un altro maschio bianco”.