Foto Il Foglio

Pazze cronache dall'ottimismo

Michele Masneri

Vaccini possibili contro la società del rancore. Interviste, chicche, volti, idee, sogni. Un giorno a Firenze a spasso tra i foglianti

Firenze. Mentre a Roma al Campidoglio si raduna la società civile per protestare e dire “Adesso basta”, mentre a Milano si tiene la due giorni di discussione e approfondimento sull’agenda del centrosinistra organizzata dal Partito democratico, a Firenze va in scena la Festa dell’ottimismo fogliante. Qualcuno (pessimista) poteva immaginarsela come una Leopolda Halloween edition, almeno per la concomitanza temporale e le numerose maschere in giro per la città post renziana. Invece, nel palazzo dei Cinquecento, ecco – qui si fa una cronaca tipo Istituto Luce, con splendida cornice e tutto –  grande ottimismo, anche superiore alle aspettative.

  

 

Il salone dei suddetti cinquecento è stracolmo fin dal mattino, ma ad accendere gli animi è subito un imprevedibile Vincenzo Boccia. Il presidente di Confindustria, finora non proprio rigidissimo contro il governo gialloverde, sembra aver preso un ricostituente: “abbiamo problemi a parlare con questo esecutivo”, dice Boccia, che boccia per la prima volta la Manovra: “Dicono che è sostenibile. Intanto sforiamo il debito, che potrebbe anche essere accettabile se ci fossero investimenti. Eppure non c'è nulla sul lavoro, nulla sul cuneo fiscale, nulla sull'inclusione sociale, ci sono tasse alle banche”.

 

 

 

“Il governo deve assumersi le responsabilità delle sue azioni. Se fra tre mesi non ci sarà crescita economica, Salvini e Di Maio dovranno guardarsi allo specchio. Allora si saprà di chi saranno le colpe”. Dopo lo scopiettante Boccia, ecco nuovi provini per dei leader ottimisti. Sale su l’ex premier Paolo Gentiloni: con un discorso tutto sull’Europa. I cittadini con le prossime elezioni devono dire con il loro voto “se si sentono o meno cittadini europei”, se insomma “desiderano davvero fare un salto nel vuoto dando retta alla parte antieuropeista del governo”, dice Gentiloni. Alle urne si scontreranno “due idee diverse di Ue con il rischio di una messa in discussione dei principi fondamentali e di questo non tutti sono consapevoli”. E il premier Conte, dice Gentiloni, "temo appartenga agli inconsapevoli". Proprio per questo "il meccanismo messo in moto in Italia rischia di portare il nostro paese fuori dall'Unione Europea", ha detto l'ex presidente del Consiglio, ricordando inoltre come “senza Europa non c'è sviluppo, non c'è ricchezza, non c'è futuro: questo governo è pericoloso, prima si dimette e meglio è per il popolo italiano”.

 

 

 

Poi arriva l’Europa in carne e ossa, nelle fattezze del presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani. Ma non è molto ottimista. Vede un'Italia isolata in Europa, con un governo che, invece di “spingere gli italiani a stare meglio, a crescere, li spinge verso il basso. Li mortifica”. La fotografia che Antonio Tajani scatta dal palco della Festa del Foglio a Firenze sembra tutto fuorché un manifesto dell'ottimismo. “Mala tempora currunt” dice Tajani parlando del presente del nostro paese.

 

“Esiste un'alternativa al sovranismo e al populismo - assicura Tajani -, il nostro obiettivo è unire, in vista delle Europee, tutti i movimenti di area liberale e cristiana impegnati a difendere l'Ue. Perché la sfida del prossimo maggio sarà nette: Europa sì, Europa no”. “L'Europa - aggiunge Tajani - è la nostra garanzia. Cosa possiamo fare da soli? Questo, ovviamente, non vuol dire essere anti-italiani, anti-patriottici. Io sono europeo perché sono italiano. Certo, l'Ue così com'è non va. Occorre rimettere al centro la politica affinché guidi la burocrazia nella giusta direzione. Ma la cosa importante è che si può essere patrioti italiani e patrioti europei. Anzi, le due cose coincidono. Senza la nostra scienza, la nostra cultura, la nostra storia l'Europa non esisterebbe. E non sarebbe un modello di civiltà. Nessuno difende i diritti dell'uomo come fa l'Europa. Questo perché abbiamo messo sempre al centro la persona. E noi non possiamo rinunciare a questo”.  

  

 

Ancora Europa, col ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, secondo cui “attenzione a giocare troppo con i dubbi sulla nostra permanenza nell'euro perché si rischia di fare il gioco degli speculatori. Per questo dico: non abbiamo alcuna intenzione di uscire dall'euro”. Moavero, ministro tecnico profondamente europeista, va controcorrente in un governo in cui, per la verità, l'euro è stato più volte messo in dubbio. E a margine di un suo passaggio contro le sanzioni alla Russia, aggiunge che “un mondo senza dazi è un mondo migliore”. Anche qui, abituati alle parole di Salvini e Di Maio, sembra di ascoltare ben altra musica rispetto alle voci più sovraniste che da mesi filtrano da altri dicasteri. Sarà la forza dell’ottimismo.

  

 

C’è anche un sindacalista dal volto umano alla festa del Foglio. Marco Bentivolgli, segretario della Federazione Italiana Metalmeccanici (Fim Cisl). Intervistato da Salvatore Merlo, Bentivogli sottolinea come il tema pensioni è troppo preponderante perché in Italia una cultura del lavoro forte forse non è mai esistita. “Tutta la discussione sulla legge Fornero - dice - è diventata così ossessiva che ormai anche i venticinquenni la vedono come l'unica causa dei propri disagi. Quando anche le nuove generazioni parlano solo di pensioni il sindacato dichiara sconfitta. Dovremmo occuparci della liberazione nel lavoro, non dal lavoro. Lottare, contrattare, negoziare per ottenere migliori condizioni, sviluppare tecnologie che umanizzino il lavoro, questo è il cambio di rotta che dobbiamo imprimere”.

 

La Fornero, che è qui, è in formissima, sta girando l’Italia presentando un suo nuovo libro, e se non è ottimismo questo, considerato che il suo nome è ormai citato come spauracchio per i più piccini. Fornero, sul palco, osa nominare tre parole che sanno di bestemmia di questi tempi: “Conoscenza, competenza, responsabilità”, in un panel insieme a Carlo Cottarelli, al pro-vax Roberto Burioni e alla senatrice-scienziata Elena Cattaneo, che si butta in un peana dei pomodori ogm, contro la mistica dell’ortaggio biologico.

 

  

 

Ottimismo giudiziario da parte di David Ermini, nuovo vicepresidente del Csm. La sua elezione a vicepresidente del Csm non è stata presa bene dal vicepremier Luigi Di Maio e dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Critiche, accuse, ipotesi di complotto “della parte maggioritaria di magistrati che ha deciso di fare politica!”, almeno a sentire il Guardasigilli. David Ermini aveva deciso di non commentare. E non cambia linea. “Ho cercato di non fare polemiche allora, continuo a non farle adesso. C'è bisogno di equilibrio, in tutto, soprattutto nel mondo delle istituzioni”, dice intervistato da David Allegranti. “È dal 1989, dall'introduzione del Codice Vassalli, che in Italia abbiamo un processo penale basato su un sistema accusatorio, nel quale il giudice ascolta accusa e difesa direttamente in aula. È sempre più frequente che nei talk show tutto ciò venga ribaltato: si fanno i processi prima che le prove arrivino al giudice. E li si fanno pubblicamente”. Ermini mette in guardia la platea dalla gogna mediatica, che nulla ha a che vedere con il diritto all'informazione: “Il cittadino ha diritto di ricevere informazioni, ma questo diritto non può coincidere con l'esistenza di un duplice sistema giuridico, inquisitorio in televisione e accusatorio in tribunale”. E se lo scorso anno, sempre alla Festa del Foglio, Giovanni Legnini aveva ricordato che “in nessun Paese europeo è consentito passare con tanta facilità dai talk show o dalle prime pagine dei giornali a funzioni requirenti e giudicanti, fino alla presidenza di collegi di merito o della Cassazione”, il suo successore a Palazzo dei marescialli è altrettanto preoccupato: “La presenza dei magistrati nei talk show andrebbe normata”.

 

Il ministro dell’Economia Giovanni Tria è ottimista per forza, essendo un ex collaboratore del Foglio. Intervistato da Cerasa si è detto non preoccupato per la capitalizzazione delle banche. “Ma guardo attentamente a ciò che sta accadendo. Le nostre banche sono solide, a parte qualche caso piccolo e sparso. Al momento non ci sono pericoli di fronte allo stress test, ma questo tassi di spread non è sostenibile”. Addirittura, dice Tria, questo governo è “uno dei governi con maggioranza parlamentare più stabile d’Europa. “Spesso la stampa fa un uso iperbolico di analisi e cifre, e questo contribuisce all’incertezza”. Prima del ministro dell’Economia, ecco il duo super lirico Annalena Benini e Chiara Gamberale, con le loro missive estive; e dopo quello super ottimista Minuz-Raimondo, che indagano ciò che resta della tv generalista. Ma il nostro candidato che vincerebbe tutto è uno: Massimo Bottura. Il massimo cuoco siderale si è presentato alla Festa del Foglio insieme all’amico Oscar Farinetti che l’ha praticamente prelevato al suo “Gucci Garden”, il nuovo ristorante superfichetto proprio in piazza della Signoria. Farinetti ha fatto un discorso assai ispirato. Tra i due non si sa chi scegliere. Si potrebbe anche tenerli entrambi, come vicepremier. E in mezzo, ci possiamo tenere pure Conte.