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la lettera

No, la politica non sa proprio dire “giustizia” e “carcere”. L'appello

Una riflessione rivolta al direttore Claudio Cerasa sulla mancanza d'interesse da parte della politica di due temi, carceri e giustizia. Ma dietro questo fenomeno, almeno in questa campagna elettorale, si nasconde una notizia

Al direttore - Niente. Non ce la fanno proprio neppure a pronunciarle le parole “Giustizia”, e “carceri”. Invitano a valutare i programmi, quello che hanno fatto, con chi; quello che intendono fare, fanno mille promesse, proclami, assicurazioni; ma sulla madre di tutti i problemi italiani, l’amministrazione della giustizia, e il suo epifenomeno, la situazione nelle carceri, nulla che non siano parole d’ordine forcaiole, quando ci sono. La questione, “semplicemente” sembra non esistere. Quando qualche giornalista domanda se ci sono, e quali, “temi qualificanti”, viene snocciolato un rosario generico di temi: europeismo; diritti civili; fine vita; libertà economiche; riforma della cittadinanza… Per carità tutte questioni importanti (poi se si va a vedere nel dettaglio, nelle varie coalizioni, le soluzioni proposte sono più che divergenti). Ma giustizia e carceri proprio non ce la fanno neppure a citarli. A questo punto, constata l’insensibilità della ahinoi classe politica di “Cesare”, viene voglia di rivolgerci, come in passato, a chi rappresenta Dio in terra: il mondo cattolico, il Vaticano; che peraltro, ormai a cadenza quotidiana, attraverso “L’Osservatore Romano” e “l’Avvenire”, ogni giorno già levano le loro voci. Il vangelo di Matteo contiene un passaggio che è un vero e proprio “manifesto” per credenti e laici (qui sì, il crociano “non possiamo non dirci cristiani”): “…Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi…”. Il presidente della Conferenza Episcopale dei Vescovi italiani Matteo Zuppi, anche di recente ha richiamato l’attenzione di tutti “per far cambiare in meglio il carcere”, e respingere “la tentazione di buttar via la chiave, e cercare invece quelle giuste per favorire recupero e reinserimento dei detenuti”. Con altri impiegherò, nei giorni del Ferragosto, qualche ora del mio tempo per andare nelle carceri, per ascoltare l’intera comunità penitenziaria, e dimostrare che non tutti dimenticano, non tutti sono indifferenti. Sarebbe bello e di grande significato, se il cardinale Zuppi in quei torridi giorni di Ferragosto mandasse all’intera comunità penitenziaria un “messaggio”. La comunità penitenziaria, ne sono certo, ne ricaverebbe motivo di consolazione e speranza. Di forza e di coraggio. 
Valter Vecellio

  
L’assenza della giustizia dalla campagna elettorale è una notizia, vero, ma mi sembra una notizia interessante anche la scomparsa del giustizialismo dalla campagna elettorale, e viste le ultime campagne elettorali mi sembra un tema non da poco. Si potrebbe organizzare un forum a Bibbiano.

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