Cantone e le fughe di notizie sulla loggia Ungheria: il déjà vu del caso Suarez

Ermes Antonucci

La procura di Perugia ha aperto un fascicolo sulla fuga di notizie di alcuni contenuti della richiesta di archiviazione sull'inchiesta Ungheria. Sembra di essere tornati indietro nel tempo: al caso Suarez del settembre 2020

Fuga di notizie coperte da segreto investigativo dalla procura di Perugia. Sembra di vivere un déjà vu, invece è la realtà. Per l’ennesima volta, infatti, notizie coperte da segreto su indagini condotte dall’ufficio guidato da Raffaele Cantone sono finite sui giornali. Stavolta la fuga riguarda una delle inchieste più discusse degli ultimi anni: quella sulla fantomatica loggia Ungheria. Venerdì la procura perugina ha annunciato con un comunicato di aver trasmesso al gip la richiesta di archiviazione (di 167 pagine) dell’indagine nata in seguito alle rivelazioni dell’avvocato Piero Amara, sottolineando che l’esistenza della presunta loggia massonica (composta da esponenti delle forze armate, magistrati, politici e imprenditori, e capace di condizionare le massime istituzioni del paese) non è risultata “adeguatamente riscontrata”. Insomma, la loggia non è mai esistita.

 

Il giorno dopo, sabato, il Fatto quotidiano ha riportato la notizia citando ampi virgolettati della lunga richiesta di archiviazione, ancora secretata, in particolare soffermandosi sulle parti che smentivano il coinvolgimento dell’ex premier Giuseppe Conte nella vicenda. Domenica anche il Corriere della Sera e Repubblica hanno riportato alcuni contenuti della richiesta di archiviazione coperta da segreto, rivelando la notizia dell’apertura di una nuova indagine per corruzione nei confronti dell’ex magistrato Luca Palamara. Sulle nuove accuse, quest’ultimo ha annunciato una “nuova denuncia penale a Firenze segnalando alla procura generale della Cassazione la gravità della condotta degli inquirenti perugini”.

 

Ciò che colpisce, però, è la palese violazione della segretezza della richiesta di archiviazione predisposta dalla procura di Perugia sull’indagine Ungheria. Una violazione talmente palese da spingere il procuratore Cantone ad aprire un fascicolo per la fuga di notizie. “E’ un fatto gravissimo”, ha dichiarato il procuratore all’Ansa. “La procura di Perugia – ha aggiunto – è parte offesa in questa fuga di notizie. Non abbiamo mai avuto alcun interesse a che il contenuto della richiesta di archiviazione, oggetto di un ampio comunicato stampa considerato l’interesse pubblico della vicenda, venisse pubblicato dai mezzi d’informazione. Faremo tutto il possibile per accertare da dove sia uscita”.

 

Sembra veramente di assistere a un déjà vu, di essere tornati indietro nel tempo, al settembre 2020. La procura del capoluogo umbro finì al centro delle cronache nazionali (e internazionali) per l’indagine sull’esame “farsa” svolto dal calciatore Luis Suarez per ottenere la cittadinanza italiana e approdare alla Juventus (trasferimento poi non avvenuto). L’indagine si trasformò in un reality show, con la pubblicazione sui giornali dei contenuti degli atti di indagine, la rivelazione di intercettazioni e persino il continuo rilascio di interviste da parte di un alto ufficiale della polizia giudiziaria sui dettagli dell’inchiesta. Con una decisione senza precedenti, Cantone decise di sospendere per un periodo di tempo tutte le attività di indagine. L’ex presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione spiegò che la decisione era legata a quelle che venivano ritenute ripetute violazioni del segreto investigativo, aggiungendo di aver già deciso l’apertura di un fascicolo per accertare eventuali responsabilità. “Sono indignato per quanto successo finora – dichiarò il procuratore capo di Perugia – compreso l’assembramento dei mezzi d’informazione oggi sotto alla procura. Faremo in modo che tutto questo non accada più”.

 

Ebbene, sono trascorsi quasi due anni, del fascicolo per accertare le responsabilità della fuga di notizie sul caso Suarez non si è saputo più nulla e, a dispetto della promessa di Cantone, lo schema ora si è riproposto: fuga di notizie coperte da segreto, dichiarazione indignata di Cantone alle agenzie, annuncio di accertamenti per individuare i responsabili della fuga di notizie.

 

Nessuno mette in dubbio le capacità investigative di Raffaele Cantone, e la decisione di chiedere l’archiviazione di un’inchiesta che fin dall’inizio sembrava basarsi su mere allusioni complottiste e pure calunniose lo conferma. Tuttavia, le difficoltà nel gestire l’organizzazione delle attività di indagine e nel garantire la segretezza delle inchieste sono evidenti, così come – visto il riproporsi degli stessi problemi – la volontà non ferrea di rintracciare i responsabili delle fughe di notizie. Il meccanismo del circo mediatico-giudiziario può essere interrotto, basta volerlo.