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editoriali

Il quorum del partito delle procure

Redazione

La scelta del Pd per il no è figlia del giustizialismo, ma stavolta è più grave. L'influenza della magistratura organizzata

La sconfitta del (pur flebile) tentativo garantista nei referendum è netta, peserà in modo forse definitivo, indipendentemente da tutte le pur sensate speculazioni sul meccanismo di voto: anche se fosse stata applicata la norma prevista nella riforma costituzionale (poi bocciata da un altro referendum) che abbassava il quorum alla metà più uno degli elettori partecipanti alle precedenti politiche, i referendum non avrebbero raggiunto il quorum. Le responsabilità sono molte, a partire naturalmente da quelle di Matteo Salvini, “promotore” che poi si è occupato d’altro. Giuste le critiche allo scarso impegno profuso dal centrodestra, che comunque ha dato indicazioni di voto favorevoli (per FdI solo per 3 quesiti). Ma non si può dimenticare, e assolvere, la scelta del Partito democratico di defezionare il campo garantista.

 

Enrico Letta, nascondendosi dietro la foglia di fico della priorità del confronto parlamentare, ha agito consapevolmente per affossare i referendum, il che rende ancora più lodevole l’azione di quel piccolo manipolo di sindaci e parlamentari democratici che si sono battuti per il sì ad alcuni quesiti. Perché Letta ha compiuto una scelta tanto nefasta per ogni possibile evoluzione della giustizia in Italia? Si può pensare a una scelta tattica, legata all’esigenza di tenere in piedi l’alleanza con il M5s col quale si erano presentate varie candidature comuni alle amministrative, e questa è una componente, ma non l’unica. L’influenza della magistratura organizzata è sempre stata subìta dal Pd, che su temi cruciali come i meccanismi di voto per il Csm e la separazione delle carriere o non ha presentato proposte o al massimo è disposto a votare quelle minimali (ma comunque utili) di Marta Cartabia. La diserzione del campo garantista da parte del principale partito di sinistra ha una lunga, non commendevole, storia ed è un’altra anomalia italiana, visto che in generale il giustizialismo “legge e ordine” è sostenuto nei paesi occidentali dai partiti conservatori. La sinistra delle procure c’è solo qui, e non è una ragione di vanto.