editoriali
Coltivare il dubbio libera dalla gogna
Anche De Raho elogia le norme sulla presunzione d’innocenza. Bene
Un po’ a sorpresa, nei giorni scorsi il procuratore nazionale Antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho, ha preso posizione in favore delle nuove norme sulla presunzione di innocenza. Intervenendo a un convegno organizzato dalla corrente Unicost, De Raho si è detto d’accordo con i princìpi enunciati dalla direttiva europea, finalmente recepita dal nostro paese con un decreto legislativo entrato in vigore il 14 dicembre: “Nelle conferenze stampa e nei comunicati bisogna escludere qualunque indicazione che possa far apparire i soggetti coinvolti come colpevoli”, ha detto De Raho. “Il decreto legislativo – ha aggiunto – ha voluto richiamare l’attenzione di tutti sulle conseguenze di un’informazione che sia particolarmente cattiva nei confronti di coloro che vengono raggiunti da una misura cautelare o da altro provvedimento. Abbiamo assistito addirittura a suicidi di persone raggiunte da informazioni di questo tipo, che si ritenevano del tutto innocenti”.
Nel suo intervento, il procuratore nazionale Antimafia ha anche affermato che “si assiste a volte al protagonismo di alcuni circoli mediatici, ai quali non sono estranei gli stessi magistrati, che tendono alla costruzione di verità alternative, mediante la propalazione di elementi non sottoposti a valutazione”. De Raho non si è fermato qui, ma ha anche sostenuto che “coltivare il dubbio deve fare parte della cultura del magistrato. Mai pensare che la persona nei cui confronti è stata emessa anche un’ordinanza di custodia sia di per sé un colpevole”.
La presa di posizione di De Raho (che ha vissuto in parte sulla propria pelle gli effetti della gogna durante lo scandalo Palamara) è significativa, soprattutto se si considerano gli allarmi lanciati negli ultimi tempi da altri magistrati per il presunto “bavaglio” all’informazione: i pm che si preoccupano davvero della libertà di stampa dovrebbero ricordarsi che la priorità è difendersi dalla libertà di sputtanamento.
rischi e prospettive