"La Trattativa non esiste". Per capirlo bastava seguire la logica, come diceva Giuliano Ferrara nove anni fa

Il fondatore del Foglio a Bersaglio Mobile: "Se gli uomini dello stato colludevano con Cosa Nostra perché hanno arrestato Riina? Alla procura di Palermo dicono minchiate"

Il 27 agosto 2012 Giuliano Ferrara interveniva a Bersaglio Mobile, il programma condotto da Enrico Mentana su La7.  Al centro della puntata c’era Giorgio Napolitano, con la richiesta del Quirinale di sollevare davanti alla Consulta il conflitto d’attribuzione contro la Procura di Palermo perché conservava le intercettazioni indirette delle telefonate del capo dello stato con l’ex presidente del Senato, Nicola Mancino, coinvolto nell’inchiesta sulla presunta Trattativa stato mafia, condotta dai pm siciliani. 

  

“In estate fa caldo, i magistrati vogliono fare carriera in politica, vogliono fondare i partiti e siamo sottomessi a questa doppia canicola", diceva Ferrara. "Questa inchiesta di Palermo non sta in piedi. Non c’è stata una Trattativa tra lo stato e la mafia di tipo collusivo. Anche perché l'unico che è finito in tribunale per questa presunta trattativa è Mario Mori, un generale dei carabinieri che ha arrestato Totò Riina nel gennaio del 1993. In piena trattativa. Quindi era una trattativa per modo di dire, ci dice la logica: se colludevano con Cosa Nostra perché hanno arrestato Riina? Una trattativa non va a buon fine se poi ti arresto. Questa della procura di Palermo è una puttanata inverosimile".

Nove anni dopo, la Corte d'Assise d'Appello di Palermo ha dato ragione al fondatore del Foglio, ribaltando il giudizio di primo grado: assoluzione per il fondatore di Forza Italia, Marcello Dell'Utri, e per gli ex generali del Ros Mario Mori e Giuseppe De Donno. Smontato il teorema dell'accusa: la Trattativa non c'è stata, si è trattato piuttosto di minacce da parte della mafia e non di collusioni da parte dello stato

"Ingroia – aggiungeva poi Ferrara – che ha insistito per portare avanti questo suo teorema, perché adesso vuole andare in Guatemala? Lui non vuole la verità, pensa a farsi notare sui media. I magistrati sono fottutissimi carrieristi”.