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Nessuna mediazione sulla prescrizione

Redazione

Il Pd presenta una norma che “aggiusta” il giustizialismo a Cinque stelle. Non basta

Il Partito democratico ha annunciato per oggi la presentazione di una legge sulla durata dei processi. La norma dovrebbe “correggere” l’abolizione della prescrizione dopo il processo di primo grado che entrerà in vigore la settimana prossima. Il fatto è che qualsiasi legge che davvero riduca la durata dei processi deve necessariamente prevedere che, una volta scaduti quei termini, riprenda il periodo necessario per la prescrizione, che quindi dovrà essere nuovamente introdotta. L’ex ministro Andrea Orlando, peraltro, è perfettamente consapevole di questo dato oggettivo. A quanto pare presenterà un progetto che, anche se allunga i tempi di sospensione della prescrizione di un anno in appello e di un altro in Cassazione, comunque reintroduce quell’istituto di cui i Cinque stelle, sotto l’impulso del ministro Alfonso Bonafede, hanno celebrato l’abolizione.

  

Qualsiasi “mediazione” che non ne imponga la resurrezione sarebbe un cedimento – sul piano politico e dei principi – assolutamente impossibile e inaccettabile. I dirigenti del Partito democratico parlano di una disponibilità dei Cinque stelle a “discutere”, ma è assai difficile che questa disponibilità generica si trasformi alla fine nell’accettazione di una visione che restaurando lo stato di diritto riaffermi il principio costituzionale della ragionevole durata dei processi, che può essere garantita soltanto da termini precisi di prescrizione dei reati, come accade in tutti i paesi del mondo occidentale.

 

Il Pd sa che se presentata in Parlamento la sua proposta con ogni probabilità otterrebbe il consenso di tutte le forze politiche esclusi i Cinque stelle, superando largamente la maggioranza. Sanno anche, però, che una votazione di questo tipo segnerebbe la fine dell’attuale maggioranza. Si tratta di un problema politico serio che non va sottovalutato, ma se il Pd procederà in modo lineare, saranno i Cinque stelle a dover spiegare perché per impuntarsi a sostenere una scelta sbagliata, improntata a una forma talmente estrema di giustizialismo che ha suscitato critiche anche nella magistratura, vogliono arrivare a una rottura che con ogni probabilità segnerebbe la fine della legislatura in cui detengono, per la prima (e ultima) volta, la maggioranza relativa.

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