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La giustizia tributaria? Un'anomalia non più sostenibile

Francesco Giuliani

Il sistema attuale, la cui disciplina risale al 1992, si presenta sempre più inadatto a garantire una tutela effettiva dei contribuenti. La proposta di riforma dell’Associazione italiadecide

La riforma del processo tributario e degli organi che ne amministrano la giustizia è un tema non più rinviabile, vista la situazione a dir poco catastrofica nella quale versa la giurisdizione tributaria. Il sistema attuale, la cui disciplina risale all’ormai lontanissimo 1992, si presenta sempre più inadatto a garantire una tutela effettiva dei contribuenti in sede giudiziale ed è arrivato il momento di far compiere un salto di qualità al sistema ed eliminare le anomalie che contraddistinguono quella che viene trattata alla stregua di una Cenerentola, pur trattando materie che incidono profondamente e a volte dolorosamente sulla vita quotidiana dei contribuenti e che “valgono” quasi 40 miliardi.

 

Il malfunzionamento della giustizia tributaria si basa in primo luogo sulla mancanza di una vera giurisdizione, essendo gli attuali giudici – come noto – non professionali, privi di specifica e adeguata formazione, e del tutto demotivati da compensi risibili. Peraltro, visto il grave stato di sovraccarico in cui versa la giustizia ordinaria, sembra legittimo domandarsi che senso abbia che un gran numero di magistrati ordinari sottragga tempo al proprio lavoro principale per dedicarsi alla propria attività presso le commissioni tributarie. Occorre dunque una decisa riforma del sistema, e le proposte di modifica non possono che tornare a invocare la creazione di una vera giurisdizione tributaria.

 

I temi e gli istituti sui quali intervenire sono molti e con l’Associazione italiadecide – per la quale ho coordinato la redazione di un position paper su cui è aperto un confronto con le categorie professionali e con le forze politiche – li abbiamo analizzati con cura. La via ormai è segnata. Bisogna intervenire sulla terzietà, imparzialità e indipendenza del giudice; sulla disciplina della difesa tecnica e del gratuito patrocinio; sulla necessità di riformare il procedimento cautelare; sul reclamo e la mediazione e sull’introduzione nel giudizio tributario della prova testimoniale, garantendo maggiore attenzione al principio di parità delle parti.

 

Altrettanto importante per i risvolti pratici che può determinare sul sistema economico è la necessità di una disciplina equilibrata della tutela patrimoniale e delle spese processuali. La fonte di ispirazione di ogni intervento non può che essere quella dell’articolo 111 della Costituzione, che reca in sé la nozione e i corollari caratterizzanti il giusto processo, e cioè il principio del contraddittorio, la parità delle armi e, soprattutto, l’imparzialità dell’organo giudicante. Per raggiungere l’obiettivo della maggiore terzietà dei giudici tributari riteniamo inelubile il trasferimento gestionale della giurisdizione tributaria alla Presidenza del Consiglio, mentre respingiamo con decisione la proposta della Corte dei Conti di avocare a sé la materia tributaria.

 

Al contrario bisogna procedere alla creazione di una autonoma Quarta magistratura, puntando su magistrati specializzati provenienti da un concorso pubblico e su una modifica profonda delle regole del processo che non va riformato, ma trasformato in un vero processo. Partendo da un presupposto: la giustizia tributaria non può dipendere dallo stesso organo - il ministero dell’Economia - che ha come compito l’esercizio di accertamento e riscossione delle tasse. Una anomalia che, unita alla contiguità tra l’ufficio impositore e l’ufficio giudiziario, costituisce una fedele fotografia della situazione drammatica in cui versa il contenzioso tributario e dell’assenza di una impostazione equilibrata e garantista. 

 

*Francesco Giuliani, tra i massimi esperti di diritto tributario e partner dello Studio Fantozzi, ha preparato una proposta di riforma per conto dell’Associazione italiadecide sulla quale è aperto il dialogo con l’Ordine degli Avvocati e dei Commercialisti e con le forze politiche.

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