Imane Fadil (foto LaPresse)

I giornali e la lezione di Imane Fadil

Redazione

Il trattamento riservato al Cav. è una lezione sulla cultura del sospetto

Imane, che svelò il bunga bunga, ‘avvelenata con il cobalto’” (la Repubblica, 16 marzo).

“Uccisa da un mix di sostanze radioattive. Il mistero della testimone del caso Ruby” (La Stampa, 16 marzo).

“Caso Ruby, la morte della modella Fadil. ‘Avvelenata da sostanze radioattive’” (Corriere della Sera, 16 marzo).

“La donna che sapeva troppo” (Repubblica, prima pagina, 17 marzo).

“L’ultimo sfogo di Imane. ‘Volevano corrompermi, ho pagato caro il mio no’” (Piero Colaprico e Ilaria Carra, la Repubblica, 17 marzo).

“Berlusconi morto e sepolto con la povera Fadil. Il veleno che l’ha uccisa uccide anche le residue speranze del Cavaliere di resistere all’Opa salviniana sul suo partito e sul suo elettorato” (Massimo Giannini, la Repubblica, 17 marzo).

“Il caso Imane, la pista del cobalto ionizzato. ‘E’ il veleno dei servizi segreti russi, difficile da trovare e da maneggiare’” (Claudia Guasco, il Messaggero, 18 marzo).

“I testimoni B. di solito li compra, non li ammazza. (…) Ma purtroppo nessuno può escludere che c’entrino i vari ambienti criminali che lo circondano da quasi mezzo secolo, da Cosa Nostra alla massoneria deviata, dal sottobosco dell’eterna Tangentopoli ai gigli di campo di Putin. Cioè che qualcuno abbia voluto fargli un favore non richiesto, o lanciargli un messaggio avvelenato per ricattarlo, o sputtanarlo, o ricordargli di qualche promessa non mantenuta” (Marco Travaglio, il Fatto quotidiano, 19 marzo).

“Il Tycoon italiano (…) è purtroppo alla fine anche il simbolo di un’epoca senza verità, dove il contesto rende credibile anche l’incredibile” (Francesco Merlo, la Repubblica, 19 marzo).

“Il giallo di Fadil, la pista delle radiazioni ‘alfa’” (Giuseppe Guastella, Corriere, 20 marzo).

 

Questa è solo una piccola parte del trattamento che molti giornali (anche quelli solitamente più garantisti) hanno riservato a Silvio Berlusconi nei giorni successivi alla morte di Imane Fadil. Mercoledì la procura di Milano ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sulla morte della modella: c’è “la certezza” che Imane sia morta per aplasia midollare, e non per avvelenamento. Non vogliamo fare i moralisti. Solo ricordare i danni che si possono creare giocando con la cultura del sospetto.

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