Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede al 39° anniversario della strage alla stazione di Bologna (foto LaPresse)

Garantisti per Salvini (ohibò)

Nordio preoccupato del governo Pd-M5s. E quando la Lega approvava tutto?

In un editoriale pubblicato ieri sul Messaggero, l’ex procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio ha lanciato un allarme sul “pericolo giustizialista” che si celerebbe “dietro l’asse dei rosso-gialli”. Secondo Nordio, nel caso in cui nascesse un governo Pd-M5s, entrambi i protagonisti sarebbero costretti a cedere a compromessi: i grillini dovrebbero “pagare il prezzo di una manovra economica rigorosa, certamente incompatibile con le loro precedenti promesse assistenziali”, ma anche i democratici dovrebbero pagare un prezzo e “vi è il rischio che esso consista anche nel ripudio di quella timida tendenza garantista che in questi ultimi anni il Pd era andato assumendo proprio sulla giustizia”. Il Pd, così, “rischierebbe di regredire a un nuovo Medioevo”. Non vi è dubbio che negli ultimi anni, in particolare durante l’epoca renziana, il Pd abbia visto emergere al suo interno una timida tendenza garantista e una maggiore consapevolezza dei mali della giustizia italiana (come l’abuso della carcerazione preventiva e il circo mediatico-giudiziario). Così come non vi è dubbio che, in caso di accordo di governo, attorno alla giustizia e alla tutela dei diritti fondamentali il Pd si ritroverebbe in una posizione opposta e difficilmente conciliabile con quella di un movimento che ha fatto della gogna la sua ragion d’essere. Sorprende, però, che le stesse preoccupazioni per un “pericolo giustizialista” non siano state espresse da Nordio e dagli altri improvvisati “liberali per Salvini” durante i quattordici mesi del governo giallo-verde, quando cioè la Lega ha accettato di sostenere tutte le riforme populiste e forcaiole proposte dal M5s (dall’abolizione della prescrizione alla legge “spazzacorrotti” e a quella sul voto di scambio) e anche di cancellare, sempre insieme ai grillini, le precedenti riforme delle intercettazioni e delle carceri. Se c’è il rischio di tornare al Medioevo, insomma, bisognerebbe avere il coraggio di dire che qualcun altro già ci è tornato da un bel pezzo.