Roberto Formigoni (foto LaPresse)

Sì agli arresti domiciliari. Formigoni esce dal carcere

L'ex governatore si trova a Bollate dallo scorso 22 febbraio dopo la condanna a 5 anni e 10 mesi per corruzione. Un mese fa aveva scritto: “Hanno potuto condannarmi ma non hanno potuto inquinare né il mio cuore né il mio cervello” 

 “Hanno potuto condannarmi ma non hanno potuto decidere del mio modo di reagire e di vivere, non hanno potuto inquinare né il mio cuore né il mio cervello”. Scriveva così Roberto Formigoni lo scorso giugno in una lettera al mensile Tempi nella quale raccontava la propria vita all'interno del carcere di Bollate. Tre mesi prima era stato condannato in via definitiva a 5 anni e 10 mesi per corruzione. 

 

“Se le prestazioni ci siano state e se le tangenti non siano dimostrate - aveva scritto Giuliano Ferrara sul Foglio commentando la sentenza -, cinque anni e dieci mesi per scrocco e pratiche combriccolari varie mi sembrano tantini”. In molti avevano criticato l'esito del processo (sono stati assolti tutti i funzionari della Regione Lombardia coinvolti e anche l’amico dell'ex governatore lombardo, Alberto Perego) ma soprattutto il fatto che Formigoni, nonostante avesse più di 70 anni, fosse costretto a scontare la pena in carcere per un'applicazione retroattiva della legge “spazzacorrotti” che ha inserito il reato di corruzione tra quelli per cui non possono essere chieste misure alternative al carcere.

 

Niente domiciliari, quindi, almeno fino a oggi. I giudici del tribunale di Sorveglianza di Milano hanno infatti accettato la richiesta della difesa di scontare la pena ai domiciliari. Il procuratore generale di Milano, Nicola Balice, che già venerdì aveva dato parere favorevole al trasferimento di Formigoni ai domiciliari, avrebbe riconosciuto la cosiddetta “collaborazione impossibile”. Secondo quanto riferito dal Corriere della sera l'ex governatore “lascerà il carcere per proseguire la detenzione in un’abitazione di Milano che ha già indicato” e avrebbe richiesto di “fare volontariato in un convento di suore per il resto della pena, che scadrà a metà 2023, benefici compresi”.