Sergio De Gregorio (foto LaPresse)

La Corte dei miracoli sullo spread

Redazione

I pm: il danno d’immagine di cui dovrebbe occuparsi la Corte dei conti

Tra le inchieste spettacolari questa è una delle più acrobatiche. La procura della Corte dei conti del Lazio ha aperto un’indagine su Silvio Berlusconi per il danno d’immagine ed erariale dovuto all’aumento dello spread conseguente alla “compravendita” del senatore Sergio De Gregorio che avrebbe fatto cadere il governo Prodi nel 2008. La vicenda è quella al centro del processo di Napoli sul passaggio del senatore dell’Idv al centrodestra dopo un finanziamento di 3 milioni di euro. Berlusconi era stato condannato in primo grado nel 2015 per corruzione, ma poi è stato prosciolto per intervenuta prescrizione. Ora, a distanza di anni, la magistratura contabile, secondo quanto si apprende dalle notizie di stampa, ha incaricato la Guardia di Finanza di quantificare l’ipotetico danno per stabilire il conto da mandare ad Arcore. Non è la prima inchiesta del genere sullo spread da parte della procura della Corte dei conti del Lazio. Prima c’è stata quella contro le agenzie di rating, finita nel nulla, che ha fatto ridere il mondo, del magistrato e assessore grillino per un giorno Raffaele De Dominicis. Un primo problema è dimostrare il nesso di causalità sullo spread: la GdF dovrebbe fare un complesso “event study” di tipo econometrico e chissà se ne ha le competenze. Poi c’è anche a una questione temporale: la “compravendita” di De Gregorio è del settembre 2006, ma il governo Prodi cade nel gennaio 2008. Il vero evento scatenante della caduta dell’esecutivo, che ribalta gli equilibri in Senato, è l’inchiesta sul ministro della Giustizia Clemente Mastella che porta persino all’arresto della moglie. Dieci anni dopo Mastella e consorte sono stati assolti. Chissà se la Corte dei conti ha pensato di quantificare il danno d’immagine e l’impatto sullo spread di quell’inchiesta.