Virginia Raggi. Foto LaPresse

E una vacanza a Sputtanopoli, no?

Redazione

Raggi e Woodcock, che ora si lamentano del circo mediatico-giudiziario

Una vacanza a Poggioreale, noi garantisti, non la augureremmo mai a nessuno. Ma un bel giro a Sputtanopoli, per vedere come ci si sta, a Henry John Woodcock e a Virginia Raggi invece sì. Anche di pochi mesi (“in questi mesi mi hanno infangato”, frigna la sindaca) e non di anni o decenni, come invece hanno dovuto subire moltissime persone, poi risultate innocenti, a causa di un certo modo di fare della magistratura, o di un partito politico di moralizzatori moralizzati. Oggi la sindaca s’è vista archiviare dal tribunale di Roma in merito all’accusa di abuso d’ufficio (il processo per falso invece comincia a giugno, ndr) per la nomina a capo della segreteria politica del Campidoglio di Salvatore Romeo. Noi garantisti diciamo: bene. Lei invece ha detto parole che non le spettano, né a lei né ai suoi compari: “Cancellato più di un anno di schizzi di fango, ricostruzioni fantasiose e insulti… sono stata accusata ingiustamente da tanti che ora taceranno o faranno finta di nulla”.

Detto da un’esponente del partito per cui l’art. 27 della Costituzione non vale, tranne quando tocca a loro, un partito che da sempre fa lo struzzo davanti alle proprie disavventure con la legge e che ha fatto sistematicamente della cagnara mediatica una forca per tutti gli altri, è semplicemente indecente. Un altro che dovrebbe invitare al silenzio persino il suo avvocato è Woodcock, fuoriclasse delle inchieste mediatizzate e delle fughe di notizie, ora chiamato a rispondere davanti al Csm per il caso Consip. Nella prima udienza, il suo legale si è lamentato perché “gli organi di informazione hanno ampiamente dissertato” a proposito di carte processuali che non erano ancora a disposizione della difesa. Cioè esattamente uno dei grimaldelli inquisitori preferiti dal suo assistito. Come si sta, a Sputtanopoli?

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