Carabinieri nella sede della Consip (foto LaPresse)

Consip, manipolazioni e barbe finte

Redazione

Le manipolazioni di Scafarto e le omissioni del Fatto sui servizi segreti

L’inchiesta sull’inchiesta Consip si arricchisce di nuovi elementi. Il Mattino scrive che ci sono nuove accuse nei confronti del capitano del Noe Gianpaolo Scafarto. La procura di Roma avrebbe convocato il braccio investigativo del pm Henry John Woodcock, già accusato di falso, per ulteriori incongruenze tra la trascrizione di un’intercettazione e il contenuto di un messaggio WhatsApp. Sarebbe la terza anomalia, dopo la manipolazione delle intercettazioni su Tiziano Renzi e l’ipotesi del coinvolgimento di presunti agenti segreti. Sugli 007 si è molto giocato nell’inchiesta Consip: Scafarto scriveva nell’informativa la (falsa) presenza di agenti segreti che dimostrava come l’allora premier Matteo Renzi avesse “messo in campo tutte le risorse disponibili per tutelare la sua famiglia”. Ma non finisce qui. Il Fatto quotidiano aggiunge dettagli e parla dell’“ombra dei servizi segreti nell’inchiesta Consip”. I pm romani infatti sospettano che Scafarto abbia dato notizie sull’inchiesta Consip a un suo ex superiore del Noe che ora lavora all’Aise, i servizi segreti esteri. Il Fatto non dice chi sia questo agente, ma ricorda che l’Aise “dipende da Palazzo Chigi”. Vuoi vedere che sono stati i servizi ad avvisare il generale Del Sette e il “giglio magico” dell’inchiesta Consip? Il Fatto è stranamente cauto sull’identità dello 007, visto che coinciderebbe con l’identikit di Sergio De Caprio alias Ultimo, storico collaboratore di Woodcock, ex vicecomandante del Noe e ora all’Aise. Eppure se n’era occupato a lungo, quando ai tempi dell’inchiesta Cpl Concordia scriveva che De Caprio era stato trasferito all’Aise da Renzi e dal generale Del Sette come punizione dopo la pubblicazione delle intercettazioni Renzi-Adinolfi. Insomma, si tratterebbe di un amico di Woodcock più che di Renzi.