giro di tavole

Giro d'Italia 2020, Filippo Ganna è un ottimo buccellato

Il campione del mondo a cronometro a Palermo vince la prima tappa della corsa rosa davanti alla sorpresa Joao Almeida. Thomas, quarto, è il migliore tra gli uomini di classifica

Giovanni Battistuzzi

Nella cronometro Monreale-Palermo, Duccio Anitto, il fornaio-pasticcere dal quale Andrea Camilleri si guardava bene dal non andare, c'avrebbe visto un buon buccellato. Dolce, sorprendete, con un filo d'amarezza

Si lamentava Leonardo Sciascia che a Palermo di buccellati "ne esistono tanti quanti sono le viuzze" del centro e che "troppi sono i gusti e a volte diversissimi da quello che si considera quello giusto, quello del proprio buccellato", l'unico che "con il suo sapore riesce a rendere Natale il Natale".

 

Il buccellato è un dolce semplice che chissà quando e da chi è stato inventato. Per quanto riguarda il dove invece il discorso cambia: qualunque palermitano dirà "Palermo", sebbene si mangi anche in altri luoghi della Sicilia. È talmente semplice che una ricetta non c'è. Si tira grossolanamente la pasta frolla e la si farcisce con frutta secca. Fichi, uva passa, mandorle, scorze d'arancia o di cedro, c'è chi ci aggiunge le noci e chi la cioccolata. Poi si chiude. E anche qui c'è chi lo fa a ciambella e chi a torta, chi lo guarnisce con frutta caramellata e chi no. Duccio Anitto, che fu un po' fornaio e un po' pasticcere e da cui Andrea Camilleri si guardava bene dal non andare preferiva utilizzare le mandorle non pelate perché il buccellato "deve averci dentro un filo d'amarezza, un po' come la Sicilia, e la prevalenza del dolce senza un contraltare d'amaro è poca cosa. Un ottimo buccellato deve essere complesso come Palermo, deve sorprenderti". 

 

[Gino Cervi è in giro per l'Italia del Giro. Ogni giorno ci manderà alcune curiosità dalla corsa]

 

Nella prima tappa del Giro d'Italia, la cronometro Monreale-Palermo, Duccio Anitto c'avrebbe visto un buon buccellato.

 

Dolce come gli occhi stupiti e contenti di Filippo Ganna mentre vestiva la maglia rosa, la prima maglia rosa di questa edizione 2020, la prima della vita.

 

Filippo Ganna veste la prima maglia rosa del Giro d'Italia 2020 (foto LaPresse)
 

Il corridore del Team Ineos è planato su Palermo opponendo al vento che soffiava sulla città il vessillo dell’arcobaleno della sua maglia. Le folate non hanno scombinato il suo incedere, Ganna è passato fra le folate come se lo Scirocco fosse nient’altro che una leggera brezza. Scendendo da Monreale il campione del mondo ha domato il tempo, l’ha reso esorabile, l’ha ridotto a questione privata, lasciando gli altri in una dimensione dilatata, alle prese con un’altra forma di velocità. In quindici chilometri ha dato ventidue secondi a Joao Almeida e Mikkel Bjerg, ventitré a Geraint Thomas, quarantotto a Rohan Dennis, quindicesimo, quarantanove a Simon Yates, diciasettesimo, un minuto e ventinove a Vincenzo Nibali, sessantanovesimo, un minuto e quarantaquattro a Steven Kruijswijk, novantaseiesimo, tre in più a Jakob Fuglsang, centesimo.

 

Sorprendente come il secondo posto di Joao Almeida del quale si aveva iniziato ad apprezzare l’estro e la forza in salita, la buona volontà e la faccia tosta di correre per l’unica cosa per cui ha sempre corso nelle categorie giovanili: arrivare da solo. La Deceuninck - Quick Step che ha visto sparire Remco Evenepoel giù da un ponte al Lombardia, nell’ottobre che è sempre stato del Lombardia scopre che al Giro forse non è venuta solo per tentare di conquistare qualche tappa.

  

Con un filo d’amarezza duro come l’asfalto. Quello che ha assaggiato, ma lievemente, Victor Campenaerts. Quello che ha incocciato Miguel Angel Lopez che ha sentenziato il suo addio al Giro. Il colombiano ha tolto le mani dalle protesi da cronometro nel momento sbagliato, un avvallamento del terreno lo ha scomposto, gli ha fatto perdere il controllo della bicicletta, l’ha spedito verso le transenne e il pilone dell’arco del secondo intertempo. Fuglsang non potrà contare sul suo aiuto in salita.