Ritrovare l'origine della natura della bicicletta: la Rando Imperator

Giovanni Battistuzzi

Da Monaco di Baviera a Ferrara, seicento chilometri attraverso quattro paesi. Le randonée e l'altra faccia del ciclismo

È quando la velocità perde di senso che la bicicletta riscopre la sua natura primigenia, ossia quella del superamento della distanza, quella del pedalare per pedalare, perché così basta, perché, in fondo, il piacere della bicicletta è sempre lo stesso, "quello della libertà. Andarsene ovunque, ad ogni momento, arrestandosi alla prima velleità di un capriccio, senza preoccupazioni come per un cavallo, senza servitù come in un treno. La bicicletta siamo ancora noi che vinciamo lo spazio e il tempo", scriveva Alfredo Oriani. Un qualcosa che chi pedala ha iniziato a riscoprire lasciando per un attimo da parte sogni ciclistici di medie altissime, di gare forsennate alla ricerca di distacchi e rese altrui, di record da incidere sui polpacci per poi riguardarli su Strava (o similari), con la voglia soltanto di coprire distanze, scoprire orizzonti e oltrepassarli, raggiungere paesi che sembravano irraggiungibili. È la dimensione nella quale rientrano l'ultracycling e le randonnée, ossia il pedalare di durata, che non tiene conto delle classifiche d'arrivo, ma solo dell'arrivo, che altro non è che il "semplice" raggiungimento di una meta, o meglio di un fine, quello del muovere le pedivelle il più a lungo possibile, come fossero lasciapassare verso la libertà.

 

Sabato 4 e domenica 5 maggio 2019 la Rando Imperator, una striscia di asfalto di 600 chilometri da pedalare tra Monaco di Baviera a Ferrara, entrerà per la quinta volta in questo orizzonte di biciclette. Un viaggio a pedali inventato nel 2015 dalla Witoor sport (che lo organizza in collaborazione con l'Azienda di soggiorno di Bolzano e il supporto di Avis Mantova).

 

All'alba di quel primo maggio partirono in 130 da Tierpark per pedalare sulle orme della fu Via Claudia Augusta. Storie moderne che prendevano il posto di merci antiche, quelle che venivano portate dal Danubio al Po e viceversa. Una continuazione ciclante di duemila anni di storia di passaggi tra le Alpi, ringiovaniti in un attimo allo scorrere di palmer tra Germania, Svizzera, Austria e Italia. Quei 130 pionieri sono aumentati anno dopo anno e supereranno i 300 questo fine settimana. Il sette per cento dei partecipanti sono donne, il 28 per cento vengono da paesi stranieri, alcuni degli iscritti raggiungeranno la capitale della Baviera dagli Stati Uniti.

 

 

"L’idea è nata quando uno degli amici storici delle mie uscite in bicicletta un giorno fa: ‘Ragazzi ho sempre avuto il sogno sin da bambino di partire da Ferrara in bici e raggiungere casa di mia nonna a Merano’”, racconta al Foglio l'ideatore della Rando Imperator Simone Dovigo (padre anche delle Bike Night). E dalle parole ai fatti passano circa 300 chilometri. “È bastato un ‘perché non lo facciamo davvero?’ per partire. Nel 2008 abbiamo organizzato il primo viaggio tra amici. Da Ferrara a Bolzano in una giornata. E nell’organizzare abbiamo messo in piedi una sorta di staffetta di gruppi ciclistici che c’hanno accompagnato per il percorso. E così da otto amici ci siamo trovati a pedalare sempre in trenta o quaranta persone. Di anno in anno è diventato un evento ricorrente: ogni aprile si partiva dalla pianura e si arriva in Alto Adige e poi si tornava il giorno dopo". 

 


Foto di Giacomo Brini


 

C'è chi nel viaggiare in bici vede solo una zingarata, chi invece capisce che il cicloturismo è qualcosa di più di un passatempo. "Nel 2013 abbiamo avuto l’idea di farlo diventare un evento aperto al pubblico. Abbiamo studiato come fare, ci siamo inseriti all’interno del calendario dell’Audax Italia (l'associazione che sovrintende il randonneuring nel nostro paese) e l’abbiamo fatta diventare una randonée. Da questa esperienza – continua Dovigo – sono iniziati i contatti con l’Azienda di soggiorno di Bolzano, l'ente che cura la promozione turistica del territorio, che c'ha chiesto uno studio sulla via Claudio Augusta. Nel 2015 abbiamo pensato che era il momento di mettere in pratica gli studi fatti: abbiamo raddoppiato il chilometraggio e siamo partiti".

 


Rando Imperator 2018 from Witoor on Vimeo


   

Madre di tutti i sogni di queste pedalate a lunga gittata è un andata e ritorno francese. Paris-Brest-Paris, ossia dal centro (almeno politico e culturale) della Francia al Finistère, che altro non è che il Finis terrae (la fine della terra), la punta più a ovest del nord transalpino, là dove il mondo finiva. E poi dal Penn-ar-Bed, punta del mondo in bretone, di nuovo verso la capitale. Ovviamente in bicicletta.

 

Se l'era inventata Pierre Giffard, direttore del Petit Journal, nel 1891. Corsa vera almeno alle origini. Milleduecento chilometri e spicci da percorrere a gittata continua, o almeno sino a quando ce la si faceva. Charles Terront concluse per primo la prima doppia traversata pedalando senza dormire per 71 ore e 22 minuti alla media di 17.590 all'andata e 16.780 al ritorno. Jiel-Lavalè ce ne impiegò otto di più, quelle passate a dormire dalle parti di Rennes. Fino al 1931 divenne appuntamento fisso ogni dieci anni. Poi venne riproposta nel 1948 e nel 1951, prima di sparire dal mondo ciclistico. Riapparve ne 1956 (cadenza quinquennale) come gara di endurance, nel 1971 sparì pure da quel mondo. Si trasformò nel 1975 in randonnée, ossia una pedalata senza classifica su distanze lunghissime, e da allora il suo prestigio è sempre cresciuto, si è trasformata in sogno e obbiettivo.

 

La Paris-Brest-Paris è una delle randonée più ambite e amate, un obbiettivo e un traguardo per molti ciclisti. Per partecipare alla "perla del ciclismo d'ampio respiro", così come la chiamava l'ex patron del Tour de France Jacques Goddet, bisogna però presentare all’Audax francese, l'organizzatrice dell'evento, alcuni attestati. "Solo collezionando un brevetto da 200 chilometri uno da 300, uno da 400 e uno da 600 si può partecipare alla randonée", spiga Dovigo. "Siamo lieti che in molti abbiano scelto la nostra Rando Imperator per provare la gamba in vista della Paris-Brest-Paris".

 

Quattro saranno i percorsi che si potranno scegliere – la maggior parte dei quali si svolgeranno interamente su piste ciclabili –, tutti e quattro con Bolzano al centro del via vai tra Italia e Germania: la Monaco-Ferrara (600 chilometri), con partenza alle 4,30 sabato 4 maggio e arrivo il giorno seguente, la Monaco-Bolzano (300 chilometri, 4 maggio), la Bolzano-Ferrara (300 chilometri, 5 maggio) e la Bolzano-Mantova (200km, 5 maggio). Il resto saranno centinaia di chilometri in sella.