Nibali è Squalo di Spagna. Froome in maglia rossa

Giovanni Battistuzzi

Il corridore della Bahrain-Merida conquista il successo nella prima frazione di montagna della Vuelta. Il britannico guida la classifica

La Vuelta España 2017 è riproposizione e novità. Ieri Yves Lampaert che fa il Lukas Pöstlberger del Giro d'Italia e si prende tappa e maglia, oggi il su e giù pirenaico verso Andorra, che sembrava il Tour de France, ma che Tour non era, almeno per conclusione. Italiana, italianissima.

 

Perché Chris Froome l'avevamo lasciato sul gradino più alto del podio francese, l'Arc du Triomphe sullo sfondo, la maglia gialla addosso. E' riapparso verso la cima dell'Alto de la Comella, questa volta sgommando come fa lui, con le gambe che mulinano l'aria e gli avversari a guardargli la schiena. Novità per questo 2017, perché mai c'era riuscito. Novità su novità per questo 2017, perché Esteban Chaves, dopo infiniti problemi, era con lui. Il rientro di Romain Bardet e Fabio Aru ha chiuso un quadro estivo che si pensava fosse stato mandato in archivio un mese fa.

 

Perché Vincenzo Nibali l'avevamo lasciato su quello più basso del Giro d'Italia, le guglie del Duomo di Milano sopra la testa, la maglia rosa addosso a Tom Dumoulin. E' riapparso come poiana dopo la cima dell'Alto di Comella e poi come volpe che al traguardo mancavano poco meno di quattrocento metri. Lo Squalo guarda l'attendismo altrui e decide in quel momento che seguire il vecchio detto "o la va o la spacca" non era poi cosa del tutto sbagliata. Ed è andata. Primo ad Andorra ed è un bel cominciare, che niente ha a che vedere con lo Stelvio e Bormio del Giro, ma è comunque un segnale eccellente in una corsa che potrebbe essere un buon modo per far tacere i bofonchioni del "Nibali è finito".

Perché Alberto Contador anche a casa sua dimostra di avere meno benzina degli altri e un motore che ogni tanto borbotta. Oltre due minuti alla prima tappa di montagna è un bel peso da portarsi in giro per tutta la Spagna. Al Tour ha dimostrato che se le gambe non funzionano rimane comunque una testa che pensa e un cuore che rischia. Lo scenario è lo stesso anche ora e in questa Vuelta le montagne, al solito, sono tante e distribuite ovunque. Il Pistolero attaccherà, prima o poi. Si spera questa volta possa essere vincente.

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