Fiorentina - Juventus (foto LaPresse)

Perché c'è tanto Prince in Fiorentina-Juventus

Simonetta Sciandivasci
Quando in curva Fiesole, al Franchi, è stata intonata "Purple Rain" abbiamo pensato che, dopo anni (il pezzo è del 1984) trascorsi a ascoltarla e sentirci insoddisfatte perché non ha il lieto fine, la Fiorentina avrebbe riscattato tutto e per una volta i viola avrebbero sconfitto i vincenti per procura, i fidanzati, l'establishment.

Affrante dalla perdita di Prince, cercavamo in Fiorentina-Juventus un viola meno piangente di quello della copertina del New Yorker, che ha addotto l'infinito lutto al mondo intero. Ci sbilanciamo (e non potete biasimarci perché siamo protette dalla buona causa della commemorazione): abbiamo tifato Fiorentina (credeteci: non per appartenenza, solo per Prince!). E quando in curva Fiesole, al Franchi, è stata intonata "Purple Rain" abbiamo pensato che, dopo anni (il pezzo è del 1984) trascorsi a ascoltarla e sentirci insoddisfatte perché non ha il lieto fine, (vince il fidanzato e perde l'amante, che si accontenta di un sorriso nella pioggia viola - di certo sempre meglio di un femminicidio), la Fiorentina avrebbe riscattato tutto e per una volta i viola avrebbero sconfitto i vincenti per procura, i fidanzati, l'establishment.

 

E invece, niente. Ci si è messo pure il fuorigioco (poi ci chiedete come mai non lo capiamo: noi non è che non lo capiamo, noi non lo accettiamo, che è diverso!). In fondo, però, Prince aveva ragione: solo chi rinuncia a vincere può capire quanto sia bello godersi la pioggia. Viola o zebrata che sia.

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