Felipe Melo (foto LaPresse)

Evviva Felipe Melo. Noi donne al Piccolo Principe preferiamo il Piccolo Diavolo

Simonetta Sciandivasci
Sebbene l’estate che andiamo ad archiviare sia stata un sulfureo autunno caldo, rivendichiamo con forza la menomazione psicologica del rientro: dateci il pane e le rose, ma pure l’analista.

Sebbene l’estate che andiamo ad archiviare sia stata un sulfureo autunno caldo, rivendichiamo con forza la menomazione psicologica del rientro: dateci il pane e le rose, ma pure l’analista. Lo stress di fine vacanza ci ha mascolinizzate – cioè incattivite – al punto da farci trovare commovente Felipe Melo, il più bello del reato, che quando gioca non sembra intenzionato a camminare nella valleverde del fairplay, ma a vincere. “Io sono cattivo”, ha detto qualche settimana fa, preconizzando il successo del derby, finito 1 a 0 per la sua Inter (per quanto battere il Milan, che è ormai un concetto anni 90, non fosse poi così difficile) e sbattendoci in faccia l’amara realtà: al Piccolo Principe preferiamo il Piccolo Diavolo. In più, domenica sera, Melo ha dichiarato: “Balotelli è troppo forte, un campione, quindi devo menare”: insomma, ha battuto un facinoroso facendo il duro e perdendo la tenerezza. Colpevole lo stress da rientro, abbiamo pensato, per qualche istante, di commissionargli la messa in fuga delle Femen, ma poi ci siamo ricordate che loro combattono anche in nostro nome. Purtroppo.

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