Paola Binetti

Paola Binetti e la Roma

Simonetta Sciandivasci

Ieri mattina, mentre raccontavamo quanto ci eravamo divertite, a San Valentino, imbucandoci, se single, alle feste per cuori solitari omosessuali o, se accoppiate, inforcando tortini Conad a forma di ventricoli donatici dal nostro lui, Paola Binetti pensava all’imminente partita della sua Roma.

Ieri mattina, mentre raccontavamo quanto ci eravamo divertite, a San Valentino, imbucandoci, se single, alle feste per cuori solitari omosessuali o, se accoppiate, inforcando tortini Conad a forma di ventricoli donatici dal nostro lui, Paola Binetti pensava all’imminente partita della sua Roma. Mentre noi chiedevamo all’amica di turno “e a te cosa ha regalato?”, sperando tanto fortemente che ci rispondesse proprio “un tortino Conad a forma di cuore” (il mal comune è mezzo gaudio), da sentirglielo effettivamente uscire di bocca – soprattutto se, nella realtà, ci stava rispondendo “uno zaffiro, un fine settimana a New York, un paio di Louboutin e una richiesta di matrimonio” – Paola Binetti manifestava su Twitter un franco entusiasmo per il pareggio della Roma e della Juve, sebbene nessuna delle due squadre avesse ancora messo piede in campo.

 

 

Solo diverse ore dopo, giallorossi e bianconeri hanno giocato, riportando gli uni il pareggio contro il Parma e gli altri il pareggio contro il Cesena. Paola Binetti è da considerarsi, allora, una Pizia? Una Cassandra? La più grande esperta di calcio vivente? La Santa Patrona della Sisal? No, è semplicemente una donna, quindi non ha bisogno dell’oggettività e delle manifestazioni fenomeniche: se decide che una cosa deve andare in un certo modo, accadrà. E tanti saluti a Murphy, Brezsny e predestinazione delle anime.

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