Cosa sono le “catene umane” degli studenti a Hong Kong

Le immagini delle proteste antigovernative nella ex colonia britannica, come quelle di trent'anni fa nei paesi baltici. Che cosa chiedono i manifestanti

Trent’anni fa, tenendosi per mano, quasi due milioni di cittadini dei paesi baltici avevano formato una lunga catena umana. Circa 600 chilometri passando attraverso Tallinn, Riga e Vilnius, capitali di Lituania, Estonia e Lettonia, per chiedere l’indipendenza dall’Unione sovietica. Oggi, così come a fine agosto, migliaia di studenti provenienti da oltre 120 istituti scolastici di Hong Kong – in uniforme e molti con indosso maschere protettive o antigas – hanno formato catene umane a sostegno delle proteste antigovernative iniziate più di tre mesi fa.

 

Oggi alcuni attivisti della Hong Kong Student Strike Alliance, che ha dato il via ai boicottaggi delle lezioni, hanno riletto il comunicato del 29 agosto scorso nel quale minacciavano un'escalation delle azioni nel caso in cui non fossero soddisfatte entro il 13 settembre prossimo tutte e cinque le richieste dei manifestanti: queste comprendono, oltre al ritiro della legge sull'estradizione – già annunciato dalla leader di Hong Kong, Carrie Lam – anche l'amnistia per i manifestanti arrestati, il ritiro dell'accusa di “rivoltosi” per i manifestanti, l'istituzione di una commissione indipendente di inchiesta sull'operato della polizia nella gestione delle proteste e la riforma politica per il suffragio universale nell'ex colonia britannica.

  

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