Europa Ore 7

Una tassa su Netflix per finanziare le reti digitali

Un fondo di compensazione per convincere Orbán sull'embargo, le forniture di gas all'Ue via l'Ucraina minacciate e le corsie verdi per i prodotti agricoli da Kyiv. L'Ue accusa la Russia di un attacco contro satelliti prima dell'invasione, Baerbock vuole lo status di candidato ma niente scorciatoie per l'adesione

David Carretta

Il principio? I giganti del digitale che offrono contenuti ad alta intensità di dati passanti, come film, musica e giochi, dovrebbero pagare per la banda che utilizzano

Dove trovare le centinaia di miliardi di euro necessari a finanziare la transizione digitale? Secondo la Commissione, servono 125 miliardi di euro l'anno di investimenti aggiuntivi per portare avanti la trasformazione digitale dell'Unione europea. A corto di risorse per l'elevato numero di priorità (Green deal, ripresa post pandemia e impatto della guerra), la stessa Commissione sembra aver trovato una nuova potenziale fonte di soldi: i giganti del digitale. L'idea su cui stanno lavorando i suoi funzionari è quella di imporre una tassa sui "Gafa" (Google, Amazon, Facebook e Apple) per finanziare gli investimenti nelle reti di attuale e prossima generazione. Anzi i "Gafan". Perché oltre alla solita banda dei quattro presa di mira dalle inchieste dell'Antitrust dell'Ue e dalle nuove regolamentazioni come il Dsa e il Dma, c'è un nuovo colosso che la Commissione vuole chiamare a contribuire. La “N” sta per Netflix. Il principio? I giganti del digitale che offrono contenuti ad alta intensità di dati passanti, come film, musica e giochi, dovrebbero pagare per la banda che utilizzano.

"Una manciata di attori occupa da sola più del 50 per cento della banda passante mondiale. E' giunto il momento di riorganizzare la giusta remunerazione delle reti", ha scritto su Twitter il 4 maggio il commissario al Mercato interno, Thierry Breton. In un'intervista lo stesso giorno a Les Echos, Breton ha annunciato che questo sarà "uno dei principali cantieri" dopo il Digital Markets Act e il Digital Services Act. La Commissione vorrebbe presentare una proposta legislativa prima della fine del 2022. La vicepresidente responsabile del Digitale, Margrethe Vestager, che in passato si è spesso trovata su sponde opposte a Breton, questa volta è sulla stessa linea. "Ci sono attori che generano molto traffico (internet) che alimenta il loro business", ma "non hanno contributo agli investimenti per la connettività", ha detto Vestager il 2 maggio durante una conferenza stampa: "Penso che ci sia un problema che dobbiamo valutare con grande attenzione e il problema è il giusto contributo per le reti di telecomunicazione".

Lo stesso giorno Etno, la lobby degli operatori delle rete di telecomunicazione, aveva pubblicato un rapporto secondo il quale sei giganti del digitale (Meta, Alphabet, Apple, Amazon, Microsoft e Netflix) messi insieme contano per circa il 56 per cento del traffico globale di dati su reti fisse e mobili (le cifre sono del 2021). Google è il più vorace in termini di banda con il 20,99 per cento, davanti a Facebook (15,39 per cento) e Netflix (9,39 per cento). Secondo il rapporto, le piattaforme video, social e di gioco contano per oltre il 70 per cento del traffico internet globale. E la crescita dei dati non si fermerà. Le stime di Etno, dicono che un utente mobile consumerà in media 16,2 Gb al mese nel 2023 contro gli 8,5 Gb al mese nel 2021. Una linea fissa a banda larga arriverà a 454 Gb al mese nel 2023 contro i 293 Gb al mese nel 2021. La stima di Etno (sulla base di un altro studio di Frontier) è che il traffico generato dai giganti potrebbe portare a costi fino a 36-40 miliardi di euro l'anno per il settore delle telecomunicazioni dell'Ue. Il rapporto lascia intendere che servirebbe un contributo annuale dei “Gafan” di 20 miliardi di euro per lo sviluppo delle infrastrutture di rete fissa e mobile.

Non è la prima volta che Etno prova a far pagare ai colossi digitali gli investimenti nelle reti di telecomunicazione per il traffico internet passante. Una decina di anni fa una proposta simile era stata respinta dalla Commissione sulla base del principio della neutralità della rete e dell'obiettivo di spingere l'innovazione. La Ccia - la lobby che raggruppa alcuni giganti del digitale - ha risposto che la richiesta di Etno "cerca di far rivivere un sogno irrealizzabile di dieci anni fa di far pagare i (fornitori di) servizi online per il traffico internet", che è "qualcosa per cui i loro stessi clienti pagano già pesanti canoni di abbonamento". Secondo il vicepresidente di Ccia, Christian Borggreen, la tassa chiesta da Etno e sostenuta da Breton e Vestager equivarrebbe a chiedere alle "società energetiche di riscuotere commissioni dai produttori di elettrodomestici per l'uso energetico delle lavatrici, mentre ai consumatori viene già addebitata la quantità effettiva di energia utilizzata per fare il bucato". Alla fine, gira e rigira, a pagare con ogni probabilità saranno i consumatori.

 


Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 11 maggio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

Un fondo di compensazione per convincere Orbán sull'embargo - La Commissione è pronta a offrire a Viktor Orbán soldi per ristrutturare la sua infrastruttura energetica in cambio del via libera dell'Ungheria all'embargo sul petrolio. Lo stallo è proseguito ieri, malgrado la visita a Budapest di Ursula von der Leyen domenica e una telefonata del presidente francese, Emmanuel Macron. I soldi dovrebbero arrivare attraverso un Fondo di compensazione, simile a quello che era stato creato per i danni provocati dalla Brexit, che la Commissione dovrebbe presentare il 18 maggio nell'ambito di un più ampio pacchetto per far fronte alla crisi energetica provocata dalla guerra. Gli ambasciatori dei ventisette stati membri torneranno a riunirsi oggi. Sul Foglio spieghiamo che le divisioni sul sesto pacchetto di sanzioni stanno mettendo l'Ue in una posizione di debolezza di fronte alla Russia. Eppure questo non dovrebbe essere il momento delle divisioni. Ieri il direttore della National intelligence americana, Avril Haines, ha spiegato che Vladimir Putin "si sta preparando per un conflitto prolungato in Ucraina durante il quale intende ancora realizzare obiettivi al di là del Donbas" e che c'è il rischio che il presidente russo ricorra a "strumenti più drastici" nella guerra.

Le forniture di gas all'Ue via l'Ucraina minacciate - L'Operatore del sistema di trasmissione del gas dell'Ucraina ieri ha annunciato che i flussi attraverso uno dei punti di entrata dalla Russia saranno interrotti a partire da oggi a causa delle "azioni delle forze di occupazione" russe. Secondo un comunicato pubblicato sul sito dell'Operatore del sistema di trasmissione del gas dell'Ucraina, un terzo delle forniture destinate all'Europa e che transitano dal punto di ingresso di Novopskov (nella regione di Luhansk) saranno interrotte per causa di forza maggiore. Per rispettare i suoi obblighi di transito verso i partner europei, "è possibile trasferire temporaneamente" i flussi verso un altro punto di ingresso controllato dall'Ucraina, ha detto l'operatore. Ma Gazprom ha annunciato di non essere in grado di dirottare le forniture. Nel momento in cui l'Ue è già alle prese con il rischio del taglio delle forniture per la richiesta della Russia di pagare le forniture in rubli, il conflitto tra l'Operatore ucraino e Gazprom rischia di rilanciare le tensioni sul mercato del gas.

Corsie verdi per i prodotti agricoli dall'Ucraina - La Commissione domani annuncerà un piano per facilitare il transito via terra di prodotti alimentare dall'Ucraina, dopo che le esportazioni via mare sono state interrotto dal blocco dei porti sul Mar Nero provocato dall'aggressione della Russia. Il collegio dei commissari discuterà già oggi le misure per sbloccare i trasporti di grano, mais e oli vegetali dell'Ucraina. Uno dei principali problemi è legato ai controlli sanitari e fitosanitari per transitare negli stati membri dell'Ue. Il piano, che sarà formalmente presentato domani, difficilmente riuscirà a risolvere tutti i problemi legati all'interruzione delle esportazioni agricole via mare. Sul Foglio Micol Flammini spiega che il blocco dei porti ucraini è il primo grande risultato russo: da Odessa non arrivano e non partono mercantili e la guerra sta fermando milioni di tonnellate di grano e mais. La minaccia che non riguarda soltanto Kyiv, ma tutto il mondo.

L'Ue accusa la Russia di un attacco contro satelliti prima dell'invasione - L'Unione europea e il Regno Unito ieri hanno accusato le autorità russe di aver condotto un cyber-attacco contro una rete di satelliti un'ora prima dell'invasione dell'Ucraina per preparare l'aggressione. L'Alto rappresentante, Josep Borrell, ha spiegato che è la prima volta che l'Ue attribuisce direttamente un cyber-attacco alle autorità russe. L'attacco contro la rete satellitare KA-SAT utilizzata da Viasat “ha causato perturbazioni importanti nelle comunicazioni che hanno toccato i servizi pubblici, le imprese e i cittadini in Ucraina e ha ugualmente toccato diversi stati membri dell'UE”, ha detto Borrell. Nella sua dichiarazione l'Alto rappresentante ha annunciato “nuove misure per prevenire, scoraggiare, dissuadere e reagire a questi comportamenti maligni nel cyber-spazio”.

Baerbock vuole lo status di candidato ma niente scorciatoie per l'adesione - Il ministro degli Esteri, Annalena Baerbock, ieri è stata il primo rappresentante del governo tedesco a compiere una visita a Kyiv dall'inizio della guerra, ponendo fine (si spera) alle polemiche per il rifiuto del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, di accogliere il presidente della Repubblica federale, Frank-Walter Steinmeier. Baerbock ha parlato anche della domanda di adesione dell'Ucraina. "Mi auguro che troveremo una risposta forte e convincente al vostro desiderio di aderire, anche se non ci può essere scorciatoia sulla strada per la piena adesione all'Ue", ha detto il ministro degli Esteri, sottolineando che non possono esserci "false promesse". Baerbock ha comunque mantenuto viva la speranza dell'Ucraina di ottenere presto lo status di paese candidato. "Sono fiduciosa che la presidente della Commissione troverà un buon modo per aprire la strada", ha detto Baerbock. Dopo aver ricevuto lunedì le risposte alla seconda parte del questionario sull'adesione (più di 500 pagine), Ursula von der Leyen ha detto che il suo obiettivo è dare il parere sullo status di candidato a giugno.

La Commissione caccia la Russia da Horizon e stanzia 25 milioni per ricercatori ucraini - La Commissione ieri ha adottato una modifica al programma di lavoro di Horizon Europe per il 2021-22, incrementando il bilancio di circa 562 milioni di euro per portarlo a quasi 16 miliardi di euro. Una parte dei fondi - 25 milioni di euro - andranno a sostegno di ricercatori precedentemente attivi in Ucraina nell'ambito di un nuovo programma che è parte delle azioni Marie Skłodowska-Curie. Le risorse andranno ai ricercatori rifugiati nell'Ue per continuare a lavorare presso un'organizzazione di accoglienza, accademica o non, negli Stati membri o in paesi associati a Horizon Europe.  La modifica del programma di lavoro specifica inoltre che i soggetti giuridici stabiliti in Russia, Bielorussia o in territori ucraini non controllati dal governo di Kyiv non sono ammissibili a partecipare ad azioni sostenute da Horizon Europe, salvo deroghe caso per caso per motivi giustificati.

La Finlandia fa il primo passo verso l'adesione alla Nato - La commissione Difesa del Parlamento finlandese ieri ha raccomandato al governo di presentare domanda di adesione alla Nato perché è la migliore opzione per garantire la sicurezza nazionale del paese. "L'appartenenza alla Nato è la migliore soluzione per la sicurezza della Finlandia, ha detto Petteri Orpo, presidente della commissione Difesa e leader del principale partito di opposizione (i moderati di centrodestra della Coalizione nazionale). L'adesione alla Nato "rafforza le capacità di difesa nazionali della Finlandia con il sostegno delle risorse significative dell'alleanza". La commissione Difesa si è espressa sul documento presentato dal governo per aggiornare la politica estera e di sicurezza dopo la guerra in Ucraina. Il presidente finlandese, Sauli Niinisto, dovrebbe annunciare la sua posizione sulla Nato domani. Successivamente toccherà al primo ministro, Sanna Marin, esprimersi, in teoria prima di sabato. Secondo un sondaggio uscito lunedì, il 76 per cento dei finlandesi sostiene l'adesione alla Nato. Domenica anche il Partito socialdemocratico, al governo in Svezia, dovrebbe prendere la decisione sulla richiesta di adesione.

La Conferenza sul futuro della Siria raccoglie impegni per 6,4 miliardi - La comunità internazionale ha promesso quasi 6,4 miliardi di euro per il 2022 e gli anni successivi nella Sesta conferenza di Bruxelles sul sostegno al futuro della Siria e della regione, organizzata dall'Ue. La Commissione ha stanziato 3,1 miliardi, mentre gli stati membri dell'Ue si sono impegnati a versare 1,7 miliardi. Dal 2011, l'Ue è stata il più grande donatore per la crisi siriana, con un ammontare complessivo di 27,4 miliardi. "Oggi dimostriamo che la comunità internazionale rimane determinata a sostenere il popolo siriano - dovunque si trovi - così come le generose comunità che ospitano" rifugiati siriani, ha detto l'Alto rappresentante, Josep Borrell. "Teniamo viva la fiamma della speranza di una Siria giusta e pacifica. Rimaniamo convinti che un'ampia soluzione politica, negoziata attraverso le Nazioni Unite, sia l'imperativo ultimo", ha detto Borrell, promettendo di non dimenticare il popolo siriano a causa della guerra contro l'Ucraina.

Il negoziatore dell'Ue a Teheran per salvare l'accordo sul nucleare - Mentre i riflettori sono puntati sulla guerra russa contro l'Ucraina, l'Ue non ha rinunciato al suo tentativo di salvare l'accordo nucleare con l'Iran. Il direttore politico del Servizio europeo di azione esterna, Enrique Mora, che è il capo-negoziatore per l'Ue, ieri ha annunciato una visita a Teheran per incontrare la sua controparte iraniana Bagheri Kani. "Il lavoro per colmare le rimanenti lacune di questo negoziato continua", ha detto Mora, che sta dimostrando una pazienza infinita nelle trattative con la Repubblica islamica.

Johnson minaccia (di nuovo) il Protocollo irlandese - Appena superato il voto del 5 maggio, con la storica sconfitta del Partito democratico unionista in Irlanda del nord, il premier britannico, Boris Johnson, è tornato a minacciare il Protocollo irlandese dell'accordo Brexit. Come spiega il Guardian, il ministro degli Esteri, Liz Truss, ha chiesto di preparare la legislazione per disapplicare unilateralmente alcuni parti del Protocollo per rimuovere i controlli sulle merci che dalla Gran Bretagna vanno in Irlanda del nord, la giurisdizione della Corte di giustizia dell'Ue e l'obbligo per le imprese nordirlandese di seguire la regolamentazione comunitaria. In una conversazione telefonica con il premier irlandese, Micheal Martin, lo stesso Johnson ha detto che la situazione in Irlanda del nord è "molto grave" e che "il governo britannico agirà" se non saranno trovate soluzioni con l'Ue.

Scholz minaccia di far saltare l'accordo post Brexit - Come nel film “Ricomincio da capo”, quello di ieri è stato l'ennesimo Giorno della Marmotta della Brexit. Il premier irlandese Martin ha chiesto a Johnson di "evitare qualsiasi azione unilaterale". Il  vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic, ha detto che "rinegoziare (il Protocollo) non è un'opzione". Ma è stato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, a lanciare l'avvertimento più duro. "Il nostro messaggio è abbastanza chiaro: non toccatelo. Se quell'accordo venisse revocato, penso che l'intero sistema verrà revocato", ha detto Scholz. Effettivamente è difficile essere più chiari. La contro-minaccia della Germania è di far saltare l'accordo di libero scambio post Brexit tra Ue e Regno Unito, con il ritorno di dazi e quote.

Sánchez licenzia il capo dei servizi per lo spyware Pegasus - Il governo di Pedro Sánchez in Spagna ha deciso di destituire il capo dei servizi segreti, Paz Esteban, a seguito dello scandalo legato all'uso dello spyware Pegasus contro alcuni leader del movimento indipendentista catalano. “Il governo ha deciso di procedere a un cambio alla direzione del Centro nazionale di informazioni”, ha annunciato il ministro della Difesa, Margarita Robles. Esteban sembra essere stata designata come capro espiatorio da Sánchez per evitare di perdere il sostegno esterno in Parlamento della Izquierda Republicana catalana. In un'audizione parlamentare giovedì, Esteban aveva riconosciuto che 18 leader indipendentisti catalani erano stati oggetto di intercettazioni, ma con l'autorizzazione della giustizia. Lo scandalo dello spionaggio tocca anche Bruxelles, dove c'è poca voglia di indagare sui comportamenti discutibili di Madrid. Secondo una nostra fonte, i deputati del Ppe e dei Socialisti&Democratici della commissione d'inchiesta sull'uso di Pegasus hanno detto di non ritenere prioritaria una visita in Spagna, preferendo concentrarsi sull'uso dello spyware in Polonia e Ungheria.

Gentiloni oggi presenta la Debra - L'algoritmo che produce acronimi della Commissione (o forse sono i suoi funzionari) ne ha inventato un altro: Debra. Oggi il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, scenderà in sala stampa per presentare la Debt Equity Bias Reduction Allowance (Debra), che in italiano si traduce con “Detrazione fiscale per attenuare la tendenza all'indebitamento”. L'iniziativa punta a incoraggiare le imprese a finanziare i loro investimenti mediante apporti di capitale invece che con i debiti. Secondo la Commissione, l'indebitamento eccessivo potrebbe minare la stabilità del sistema finanziario e aumentare il rischio di bancarotta, a sua volta fonte di disoccupazione. Debra dovrebbe portare all'introduzione di una detrazione fiscale per i nuovi investimenti finanziati con apporti di capitale, al fine di attenuare le distorsioni a favore dell’indebitamento. Il sistema dovrebbe includere una serie di rigorose norme anti-elusione per garantire l'equità fiscale. Attualmente sei stati membri (Belgio, Cipro, Italia, Malta, Polonia e Portogallo) hanno misure fiscali per incoraggiare gli investimenti attraverso apporti di capitale.

Accordo tra Parlamento e Consiglio su Dora - A proposito di acronimi, ieri i negoziatori del Parlamento europeo e della presidenza francese del Consiglio dell'Ue hanno raggiunto un accordo provvisorio su Dora, che sta per “Digital Operational Resilience of the Financial Sector” ((in italiano Resilienza operativa digitale per il settore finanziario). L'obiettivo del regolamento è rafforzare la sicurezza degli istituti finanziari, in particolare di fronte al rischio di cyber-attacchi. Sono previsti obblighi a carico di banche e altri operatori e convergenza tra le autorità nazionali di vigilanza. L'intesa prevede la creazione di un regime di sorveglianza a livello europeo per i grandi fornitori di servizi digitali.

 


Accade oggi in Europa

– Commissione: riunione del collegio dei commissari

– Commissione: conferenza stampa dei commissari Schinas, Suica e Johansson sul pacchetto sui diritti dei bambini

– Commissione: conferenza stampa del commissario Gentiloni sulla Detrazione fiscale per attenuare la tendenza all'indebitamento

– Commissione: conferenza stampa del commissario Reynders sulla revisione delle regole dell'Ue per il marketing a distanza dei servizi finanziari

– Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Borrell ospita una cena informale con i leader dei Balcani occidentali

– Parlamento europeo: la presidente Metsola incontra il premier dell'Autorità palestinese, Mohammad Shtayyeh

– Parlamento europeo: la presidente Metsola incontra Jewher Ilham, figlia del premio Sakharov Ilham Tohti

– Parlamento europeo: audizione del presidente dell'Eurogruppo Donohoe alla commissione Affari economici

– Parlamento europeo: audizione del direttore politico del Seae, Enrique Mora, sulle relazioni con l'Iran alla commissione Esteri

– Parlamento europeo: audizione del commissario Gentiloni nelle commissioni Sviluppo e Ambiente

– Banca centrale europea: discorso della presidente Lagarde alla Banka Slovenije

– Corte di giustizia dell'Ue: sentenza nella causa Fininvest e Berlusconi contro la Bce; sentenza nel ricorso di Ryanair contro gli aiuti di Stato a Condor

– Consiglio: riunione del Coreper

– Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza

– Eurostat: dati sulla sicurezza stradale nel 2020; dati sulla gestione dei rifiuti nell'Ue

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