Europa Ore 7

Lo schiaffo della Cina all'Ue sulla guerra in Ucraina

Johnson e Kuleba mettono pressione sulle sanzioni, la Slovacchia espelle 35 diplomatici russi e la Germania si prepara al taglio del gas russo. Vestager perquisisce Gazprom, la Polonia annuncia l'uscita da petrolio e gas entro dicembre. La guerra fa crollare il sentimento economico

David Carretta

Ieri il ministro russo degli Esteri, Sergei Lavrov, è volato a Pechino. Il suo omologo cinese, Wang Yi, ha risposto così: le relazioni "hanno resistito alla nuova prova della mutevole situazione internazionale” e che Xi Jinping è "disposto a collaborare con la Russia" per portare i rapporti "a un livello più alto nella nuova era"
 

Alla vigilia di un vertice in cui l'Unione europea sperava di convincere Xi Jinping almeno a restare neutrale nella guerra in Ucraina, la Cina ha detto di voler portare le relazioni con la Russia “a un livello più alto”, in quella che è la più chiara dimostrazione di sostegno di Pechino a Vladimir Putin dall'inizio dell'aggressione il 24 febbraio. Domani Ursula von der Leyen e Charles Michel si siederanno attorno a un tavolo virtuale (collegati in teleconferenza) prima con il premier cinese, Li Keqiang, poi con il presidente e leader supremo della Cina, Xi Jinping. Fino a ieri una parte dell'Ue si cullava ancora nell'illusione che Pechino potesse prendere le distanze da Mosca per interesse economico e strategico. Von der Leyen e Michel avevano voluto vedere nell'astensione cinese all'Assemblea generale dell'Onu un segnale positivo, o almeno di incertezza, di Xi sulle scelte da fare sulla Russia. Speravano che l'influenza cinese per convincere Putin a fermare la guerra. Ma ieri è arrivata una doccia freddissima. Il ministro russo degli Esteri, Sergei Lavrov, è volato in Cina. Il suo omologo cinese, Wang Yi, ha risposto così: le relazioni "hanno resistito alla nuova prova della mutevole situazione internazionale” e "la Cina è disposta a collaborare con la Russia" per portare i rapporti "a un livello più alto nella nuova era".

Sul Foglio Giulia Pompili spiega i dettagli dell'incontro Lavrov-Wang e il disegno della diplomazia cinese. Ma già negli scorsi giorni si erano moltiplicati i presagi negativi per il Vertice Ue-Cina, che originariamente era stato pensato per rilanciare le relazioni dopo un paio d'anni molto complicati. Martedì l'Alto rappresentante, Josep Borrell, aveva parlato al telefono con Wang per preparare il vertice. Borrell aveva insistito sulla “urgenza di ritorno alla pace nel continente europeo il più presto possibile". Wang aveva risposto che "tra sanzioni unilaterali e dialogo e negoziati, noi stiamo dalla parte del dialogo", che l'Ue si fa trascinare nella “mentalità da guerra fredda” e che "sanzioni estreme porteranno solo danni reciproci".
 

Prima dell'incontro Lavrov-Wang, ieri un portavoce del ministero degli Esteri cinese aveva detto che "non c'è alcun tetto per la cooperazione Cina-Russia, alcun tetto per noi per lottare per la pace, alcun tetto per noi per salvaguardare la sicurezza e alcun tetto per noi per opporci all'egemonia". Xi di fatto intende confermare la relazione “senza limiti” con la Russia, annunciata con la dichiarazione firmata con Putin il 4 febbraio a Pechino, a margine dell'apertura delle Olimpiadi invernali, prima dell'inizio della guerra contro l'Ucraina.

 

Sul Foglio spieghiamo che il Vertice Ue-Cina di domani potrebbe essere quello del disaccoppiamento. Non scelto dall'Ue, ma come conseguenza della strategia di Xi di contestare l'ordine internazionale fondato sulle regole. Sicuramente sarà disaccoppiamento geopolitico, ma sempre di più anche economico, perché l'evoluzione del regime cinese non permette più di tenere separate le due dimensioni. Fino allo scorso anno l'Ue pensava di poter avere una relazione equidistante tra Washington e Pechino (in realtà alcuni europei lo pensano ancora ora). Xi ha detto più volte che l'autonomia strategica dell'Ue deve trasformarsi in separazione dell'Ue dagli Stati Uniti. Ma i contenziosi vanno ben oltre la guerra di Putin in Ucraina.


Nel 2020, oltre alla mancanza di cooperazione sulle origini della pandemia di Covid-19, si sono moltiplicate le campagne di disinformazione e gli attacchi della “wolf diplomacy” cinese. L'anno si era comunque chiuso con la conclusione di un accordo sugli investimenti fortemente voluto dall'ex cancelliera tedesca, Angela Merkel. Il 2021 è stato segnato dalle sanzioni della Cina contro deputati e diplomatici europei (in rappresaglia a misure restrittive dell'Ue per la repressione degli uiguri nello Xinjiang), dal congelamento da parte dell'Ue della ratifica dell'accordo sugli investimenti e da un embargo commerciale di Pechino contro la Lituania per aver permesso l'apertura di un ufficio di rappresentanza di Taiwan.

La dichiarazione sino-russa sull'amicizia "senza limiti" del 4 febbraio ha mostrato all'Ue che la Cina sta organizzando una vera offensiva contro l'ordine internazionale attuale sia sul piano politico che economico. Il disaccoppiamento economico finora è stato lento. Ma, anche su spinta dell'amministrazione Biden, l'Ue ha iniziato a rafforzare il suo arsenale per difendersi dalla Cina, come i maggiori controlli sugli investimenti stranieri, le regole più strette sui sussidi o la possibilità di introdurre sanzioni contro la coercizione economica. Il grande interrogativo del vertice Ue-Cina di domani è se von der Leyen e Michel si spingeranno fino a minacciare “conseguenze” (come chiede l'amministrazione Biden) se Xi deciderà di sostenere attivamente Putin nella guerra contro l'Ucraina. La risposta va cercata a Berlino e le scelte che farà il governo di Olaf Scholz. Come con la Russia, le esitazioni dell'Ue sulla Cina sono una delle eredità tossiche lasciate da Angela Merkel.

 


Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 31 marzo, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

Johnson e Kuleba mettono pressione sull'Ue sulle sanzioni – Il primo ministro britannico, Boris Johnson, ieri ha chiesto di “intensificare le sanzioni” fino a un ritiro totale dei soldati russi dall'Ucraina. “Non ci si può aspettare dal G7 che tolga le sanzioni solo perché c'è un cessate il fuoco”, ha detto Johnson, dopo le speranze sollevate dalle discussioni a Istanbul tra russi e ucraini.  Le speranze, in realtà, sono state gelate dal Cremlino, che ieri ha detto che non c'è niente di “molto promettente” né alcuna “svolta” nei negoziati con i rappresentanti di Volodymyr Zelensky. Malgrado la promessa di ridurre “drasticamente” le attività militari attorno a Kyiv e Chernihiv, ci sono stati massicci bombardamenti e lanci di missili. Sul Foglio Daniele Raineri spiega che a sud i russi guadagnano a suon di attacchi tutto il terreno possibile preparando il secondo round della guerra. In una serie di conversazioni telefoniche con responsabili europei, il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha chiesto all'Ue di adottare un quinto pacchetto di sanzioni contro la Russia. "Dobbiamo aumentare la pressione delle sanzioni. Il quinto pacchetto dell'Ue deve arrivare il più presto possibile ed essere il più duro possibile", ha detto Kuleba all'Alto rappresentante, Josep Borrell.  "Abbiamo discusso di ulteriori sanzioni contro la Russia", ha aggiunto Kuleba dopo una conversazione con il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio.

La Slovacchia espelle 35 diplomatici russi - Il ministro degli esteri slovacco ha espulso 35 diplomatici russi sulla base di informazioni fornite dai servizi di intelligence, accusando la Russia di aver "violato" la convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche. Il governo di Bratislava ha deciso una riduzione della presenza diplomatica di Mosca. "Questo passo è una risposta necessaria alle continue attività del personale dell'ambasciata russa, che sono in conflitto con la Convenzione di Vienna", ha detto il ministero degli Esteri, sottolineando che malgrado le precedenti espulsioni di diplomatici la Russia "Non ha mostrato alcun interesse nell'operare correttamente sul nostro territorio".

La Germania si prepara al taglio del gas russo - Il governo tedesco ieri ha attivato il primo livello del suo piano di urgenza per garantire l'approvvigionamento di gas di fronte alla minaccia di un taglio delle  forniture russe. "Questa è una misura precauzionale. La sicurezza degli approvvigionamenti continua a essere assicurata", ha detto il ministero dell'Economia in un comunicato. "Dobbiamo accelerare le nostre misure preventive per essere pronti a affrontare qualsiasi escalation della Russia", ha detto il ministero dell'Economia, Robert Habeck. La decisione è legata alla possibile disputa sul pagamento in rubli, anche se il Cremlino ha annunciato che l'ultimatum in scadenza oggi potrebbe essere rinviato. Concretamente, in Germania una squadra di crisi monitorerà la situazione sul gas e in caso di deterioramento significativo delle forniture potrebbe decidere un razionamento del gas, privilegiando le famiglie sull'industria. Il governo tedesco ha comunque lanciato un appello a tutti i consumatori - dall'industria alle famiglie - per "ridurre il loro consumo quanto più possono". A proposito della Germania,  oggi è giovedì e sul Foglio esce il nuovo numero della rubrica “EuPorn - il lato sexy dell'Europa”, che è la sorella maggiore di questa newsletter. Paola Peduzzi e Micol Flammini spiegano quanto è pronta la Germania alla guerra.

L'Austria si prepara al taglio del gas russo (ed è più allarmata) - Anche l'Austria ha annunciato di aver attivato la prima fase del suo piano di emergenza per far fronte a un taglio del gas dalla Russia. Il governo di Vienna ha detto che ci sono aspettative “concrete e affidabili” che le forniture possano ridursi in modo drammatico nelle prossime settimane. L'Austria importa l'80 per cento del gas dalla Russia ed è uno dei maggiori hub per la distribuzione nell'Ue. “Faremo tutto ciò che possiamo per assicurare le forniture di gas alle famiglie e alle imprese”, ha detto il cancelliere Karl Nehammer in una conferenza stampa.

Vestager perquisisce Gazprom - La Commissione europea ha proceduto a delle perquisizioni negli uffici tedeschi della società russa Gazprom in Germania e della sua sussidiaria Wingas, nell'ambito di un'indagine preliminare sul rispetto delle regole sulla concorrenza. Lo scoop è di Bloomberg. La vicepresidente, Margrethe Vestager, aveva avviato un'indagine informale dopo le accuse di alcuni governi a Gazprom di manipolazione del mercato per aver ridotto le forniture sul mercato "spot" in un contesto di aumento dei prezzi.

La Polonia annuncia l'uscita da petrolio e gas entro dicembre - Dopo l'embargo sulle importazioni di carbone dalla Russia, il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, ieri ha annunciato la fine delle importazioni di gas e petrolio russi entro la fine dell'anno. “Faremo tutto quello che possiamo per smettere di usare il petrolio russo entro la fine di quest'anno”, ha detto Morawiecki, spiegando che la decisione si è resa necessaria perché la Russia usa le risorse degli idrocarburi per finanziare “il suo arsenale militare”. Sul gas, la Polonia può contare su un terminal per il Gnl nel mar Baltico e un gasdotto dalla Norvegia che dovrebbe permettere di fare a meno della Russia quando a fine anno scadrà un contratto di lungo periodo con Gazprom.

La guerra fa crollare il sentimento economico - L'indice del sentimento economico (ESI) a marzo ha subito un calo sostanziale sia nell'Unione (-5,3 punti a quota 107,5) sia nell'area euro (-5,4 punti a quota 108,5), in gran parte per il crollo della fiducia dei consumatori, secondo i dati pubblicati ieri dalla Commissione. Anche l'indice delle aspettative per l'occupazione, dopo i livelli record di febbraio, ha subito un calo (-1,1 punti nell'Ue e -0,9 punti nell'area euro) anche se meno accentuato. La fiducia dei consumatori ha subito un tracollo (-9,4 punti) dovuto al collasso delle aspettative delle famiglie sulla loro situazione economica generale attuale e sulla loro valutazione della situazione finanziaria futura. A livello settoriale, la Commissione ha registrato un calo della fiducia anche nel settore del commercio al dettaglio (-4,9) e dell'industria (-3,4). La fiducia nelle costruzioni è sostanzialmente stabile (-0,1), mentre quella dei servizi continua ad aumentare +1,3). Tra le più grandi economie, il calo maggiore dell'ESI è stato registrato in Francia (-7,1), Spagna (-6,5), Germania (-4,3), Polonia (-3,0) e Italia (-2,6). Per contro i Paesi Bassi hanno registrato un aumento, anche se minimo (+0,5).

Il Tribunale dell'Ue rigetta il ricorso di Russia Today contro le sanzioni - Il presidente del Tribunale dell'Ue ha rigettato la richiesta di Russia Today (Rt) Francia di sospendere in via cautelativa la decisione del Consiglio dell'Ue di interrompere le sue trasmissioni. Se il Tribunale dell'Ue ha riconosciuto l'urgenza della richiesta, tuttavia ha ritenuto che i danni economici, finanziari e umani "drammatici" evocati da Rt France non fossero sufficienti a giustificare un provvedimento cautelativo perché questo tipo di pregiudizio non è irreparabile grazie a future eventuali compensazioni per la persona lesa. Da notare che Rt France ha denunciato anche un pregiudizio grave alla sua reputazione, perché è stata presentata dal Consiglio dell'Ue come un media sotto controllo permanente e esclusivo del potere russo. Il Tribunale dell'Ue ha riconosciuto che il Consiglio dell'Ue agisce in base a interessi pubblici, visto che la sua azione è volta a "proteggere gli stati membri contro campagne di disinformazione e destabilizzazione che sarebbero condotte dal media sotto controllo di dirigenti russi e che minaccerebbero l'ordine e la sicurezza pubblica dell'Unione, in un contesto segnato da un'aggressione militare contro l'Ucraina". Il presidente del Tribunale ha comunque deciso che, tenuto conto delle circostanze eccezionali in causa, il ricorso presentato da Rt France sarà valutato con procedura accelerata.

Il Tribunale dell'Ue ricalcola le multe per un cartello del trasporto aereo merci - Il Tribunale dell'Ue ieri ha ricalcolato le sanzioni imposte dalla Commissione ad alcune compagnie aeree coinvolte in un cartello nel settore del trasporto aereo merci, riconoscendo alcuni vizi nelle decisioni dell'Antitrust. Le ammende inflitte a Japan Airlines, Air Canada, British Airways, Cathay Pacific Airways, SAS Cargo Group, Latam Airlines Group e Lan Cargo sono state riviste al ribasso. Per contro i ricorsi presentati da Martinair Holland, KLM, Cargolux Airlines, Air France-KLM, Air France, Lufthansa, Singapore Airlines e Singapore Airlines Cargo sono stati respinti. La decisione iniziale della Commissione risale al 2010 e riguardava una intesa sui prezzi tra il dicembre del 1999 e il febbraio del 2006. A seguito di una precedente sentenza del Tribunale dell'Ue del 2015, la Commissione era stata costretta ad adottare una nuova decisione nel 2017 per sanare un vizio di motivazione rilevato dai giudici di Lussemburgo.

La Commissione vuole imporre l'economia circolare alla moda - Il titolo che oggi rischiate di leggere su alcuni giornali è che la Commissione vuole vietare la "fast fashion" in nome del Green deal. In effetti il collegio dei commissari ieri ha presentato un pacchetto di misure sull'economia circolare, che include anche il tessile per garantire sostenibilità e circolarità del settore. L'obiettivo è di rendere entro il 2030 i prodotti tessili più durevoli, riparabili, riutilizzabili e riciclabili, minimizzando la distruzione dei tessuti invenduti. Secondo una nota della Commissione, in questo modo "i consumatori beneficeranno più a lungo di prodotti tessili di alta qualità" e la cosiddetta "fast fashion andrà fuori moda". Ovviamente le cose sono più complicate di uno slogan. Le imprese tessili saranno invitate a ridurre il numero di collezioni e ad agire per ridurre al minimo l'impronta ambientale. Lorenzo Consoli, storico giornalista della sala stampa dell'Ue ed esperto di ambiente, su Askanews spiega tutti i dettagli del pacchetto di ieri che, oltre al tessile, include i prodotti da costruzione per la circolarità, nuove norme per l'eco-design e diritti per i consumatori in termini di sostenibilità.
 

Il 5,3 per cento di cittadini extra comunitari nell'Ue - Il primo gennaio del 2021 il 5,3 per cento della popolazione dell'Unione europea era composta da cittadini extra comunitari, pari a 23,7 milioni di persone, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. In termini assoluti, è la Germania che ospita più cittadini extra Ue (6,1 milioni), seguita da Italia e Francia (3,7 milioni) e Spagna (3,6 milioni). La Germania ha anche il numero più alto di cittadini di altri stati membri presenti sul suo territorio (4,5 milioni), seguita da Spagna (1,7 milioni), Francia (1,5 milioni) e Italia (1,4 milioni). Rispetto alla popolazione è il Lussemburgo ad avere la percentuale più alta di popolazione straniera (comunitari ed extra comunitari) con il 47,1 per cento, seguito da Malta (20,1 per cento), Cipro (18,5 per cento), Austria (17 per cento) e Estonia (15,1 per cento). Il dato sugli stranieri (comunitari ed extra comunitari) per l'Italia è pari all'8,7 per cento della popolazione. Secondo Eurostat, nel 2020 1,9 milioni di persone sono immigrate nell'Ue da un paese terzo e quasi un milione di persone è emigrato verso uno stato extra Ue. Rispetto al 2019, gli immigrati sono calati di circa il 30 per cento.


Italia quartultima per le competenze digitali - Nel 2021 il 54 per cento delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni aveva competenze digitali di base, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. La quota più alta è stata registrata nei Paesi Bassi e in Finlandia (entrambi al 79 per cento), seguiti dall'Irlanda (70 per cento). Quella più bassa è stata registrata in Romania (28 per cento), seguita da Bulgaria (31 per cento) e Polonia (43 per cento). Con il 46 per cento l'Italia è al quartultimo posto, ben al di sotto della media dell'Ue e dell'obiettivo fissato per il 2030 dell'80 per cento di cittadini con competenze digitali di base.

Euro-Nomine 1 - Il collegio dei commissari ieri ha nominato il danese Per Haugaard nuovo capo della rappresentanza della Commissione a Copenhagen. Haugaard era il consigliere per il Commercio nel gabinetto della presidente, Ursula von der Leyen.

Euro-Nomine 2 - A proposito di danesi, il segretario generale del Consiglio dell'Ue, Jeppe Tranholm-Mikkelsen, è stato scelto dal governo di Copenhagen per guidare il ministero degli Esteri in Danimarca. Il mandato di Tranholm-Mikkelsen, iniziato il primo luglio del 2015, era stato rinnovato nel 2020 e sarebbe scaduto il 30 giugno del 2025. La procedura per nominare il suo successore dovrebbe essere aperta nei prossimi giorni. Il Consiglio dell'Ue non ci ha potuto dire chi svolgerà le funzioni di segretario generale ad interim mentre il posto rimane vacante.
 


Accade oggi in Europa

– Commissione: visita della commissaria McGuinness in Italia (fino a sabato)

– Parlamento europeo: conferenza dei presidenti con il vicedirettore di Novaya Gazeta Kirill Martynov

– Parlamento europeo: audizione del presidente della supervisione bancaria della Bce, Andrea Enria, davanti alla commissione Affari economici

– Parlamento europeo: webinar su "Guerra in Ucraina: disinformazione contro realtà"

– Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza

– Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sulle clausole abusive nei prestiti in moneta straniera in Ungheria; sentenza sull'acquisto di biglietti attraverso un intermediario online durante il Covid-19

– Eurostat: dati sulla disoccupazione a febbraio del 2022; indice dei prezzi agricoli nel 2021; dati sul trasporto aereo a luglio del 2021

– Nato: conferenza stampa del segretario generale, Jens Stoltenberg, per presentare il rapporto annuale della Nato