Europa Ore 7

Commissione divisa sugli aiuti di stato del Chips Act

Germania e Francia mostrano la loro unità con la Polonia; Macron chiude il tour diplomatico con promesse smentite. Il momento 1938 dell'Ue, la Commissione trattiene i fondi per la Polonia per mancato pagamento di una multa e un'altra proroga per le CCP di Londra

David Carretta

La quota della produzione dell'Ue a livello globale dovrebbe passare dal 9 per cento oggi al 20 per cento nel 2030. Dato l'aumento della domanda significa quadruplicare la produzione

Chi ha vinto la guerra sugli aiuti di stato per attrarre i produttori di semiconduttori in Europa con il Chips Act? Il conflitto tra la vicepresidente Margrethe Vestager e il commissario Thierry Breton non sembra essere stato definitivamente risolto, dopo la presentazione del “Chips Act” della Commissione ieri. Come spieghiamo sul Foglio, i rubinetti degli aiuti di stato sono stati effettivamente aperti, con una decisione senza precedenti, come chiedeva Breton. Ma Vestager ha imposto alcuni paletti e ha promesso che i sussidi saranno verificati caso per caso. E saranno i servizi della zarina dell'Antitrust, che ha espresso dubbi sulla strategia dell'autosufficienza europea dei chip e ha lanciato l'allarme sulla “corsa ai sussidi”, che dovranno decidere nelle prossime settimane sulle notifiche che arriveranno dagli stati membri. Le risorse messe a disposizione dalla Commissione con il Chips Act sono poche. I soldi freschi sono meno di 10 miliardi (quelli dell'Ue sono appena 3,5 miliardi), che dovrebbero permettere di mobilitare 45 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati. La parte del leone la faranno gli aiuti di stato. Ma andiamo con ordine.

 

L'obiettivo del Chips Act è di recuperare terreno nella corsa globale per i semiconduttori e microprocessori. "I chip sono al centro della corsa tecnologica globale", ha detto la presidente Ursula von der Leyen. La pandemia e l'uscita dalla crisi hanno "esposto la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento dei chip" rallentando la ripresa nell'Ue, in particolare la produzione nel settore dell'automobile. Con il Chips Act "il primo obiettivo nel breve periodo è aumentare la resilienza a future crisi anticipando e quindi evitando perturbazioni della catena di approvvigionamento. E la seconda parte è guardare al lungo periodo e fare dell'Europa un leader industriale in questo mercato molto strategico", ha spiegato von der Leyen. La quota della produzione dell'Ue a livello globale dovrebbe passare dal 9 per cento oggi al 20 per cento nel 2030. Dato l'aumento della domanda significa quadruplicare la produzione.

 

La Commissione intende incoraggiare i colossi del settore a venire in Europa a produrre i processori più avanzati, quelli sotto i 5 nanometri. Intel ha già annunciato un progetto da 80 miliardi di euro nell'Ue per aprire una serie di impianti, ma ha anche spiegato di aspettarsi che il 40 per cento degli investimenti sarà a carico dei contribuenti europei. Il gigante americano si è lanciato in uno “shopping” degli aiuti di stato, andando dai singoli governi per vedere chi offre le migliori condizioni. Vestager ha assicurato di voler “evitare una corsa ai sussidi in Europa e altrove”. Dopo un lungo braccio di ferro con Breton, sono stati fissati tre paletti per gli aiuti di stato. Primo, i beneficiari dovranno garantire che gli impianti servono per progetti che non esistono ancora nell'Ue. Secondo, dovranno investire in tutto l'ecosistema dei semiconduttori. Terzo, dovranno sottoscrivere impegni per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento europeo con priorità sulle forniture in caso di penurie. Le divergenze interne alla Commissione erano visibili anche ieri. “Stiamo adattando le nostre regole sugli aiuti di stato con strette condizioni”, ha detto von der Leyen. “Non stiamo adattando le regole sugli aiuti di stato”, l'ha corretta Vestager. “Questo è qualcosa che facciamo per la prima volta”, ha risposto Breton.

 

Una frattura analoga è emersa sull'autonomia dell'Ue sui semiconduttori. Per Vestager. l'autosufficienza europea sui chip è un'illusione: “E' molto importante che non sia vista come una strategia per l'Europa per essere autosufficiente per produrre chip solo per noi stessi”. L'investimento per l'autarchia dei semiconduttori – secondo Vestager – sarebbe tra i 240 e i 320 miliardi. Breton ha una visione molto diversa. “L'Europa non può restare fuori dalla corsa tecnologica dei semiconduttori”, ha detto il commissario al Mercato interno: “L'Europa non può guardare i treni passare”. Per Breton, è necessario “anticipare le crisi” e “disporre di strumenti di reazione come l'autorizzazione delle esportazioni”. Il modello Breton è quello adottato sui vaccini: usare i controlli sulle esportazioni come leva per rispondere a eventuali blocchi.

 

Su un punto c'è una visione comune dentro la Commissione: la cooperazione internazionale per garantire la sicurezza delle catene di approvvigionamento e favorire la produzione. Potenziali amici e rivali sistemici nel settore dei chip sono ben identificati. La comunicazione sul Chips Act cita esplicitamente i "partner che condividono gli stessi valori", con i quali l'Ue intende cooperare per garantire gli approvvigionamenti in caso di crisi: Stati Uniti, Giappone, Corea del sud, Singapore e Taiwan. Il grande assente dal testo della comunicazione, cioè il principale rivale, è la Cina.

 

L'Italia ha dato un giudizio molto positivo del Chips Act. “Rappresenta un pilastro dell'autonomia europea e un'occasione imperdibile per l'Italia in termini di lavoro e competitività”, ha detto il sottosegretario agli Affari europei, Enzo Amendola: “Per la prima volta sarà possibile realizzare impianti di produzione europei di semiconduttori grazie a investimenti per oltre 43 miliardi di euro tra pubblico e privato”. Secondo Amendola, “l'European Chips Act non solo ridefinirà gli equilibri del mercato globale, ma permetterà anche all'Ue di diventare leader industriale nel settore". Per Amendola, “affrontare le dipendenze strategiche e sostenere le transizioni verde e digitale sono obiettivi non più rinviabili per l'Ue”.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 9 febbraio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

Germania e Francia mostrano la loro unità con la Polonia - I leader di Germania, Francia e Polonia ieri hanno rilanciato il triangolo di Weimar per mostrare un fronte unito di fronte alla minaccia della Russia di invadere l'Ucraina e rimettere in discussione l'ordine di sicurezza in Europa. "Siamo tutti uniti da un solo obiettivo: preservare la pace in Europa, attraverso al diplomazia, messaggi chiari e una volontà comune di agire", ha detto il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, in una conferenza stampa con il presidente francese, Emmanuel Macron, e il presidente polacco, Andrzej Duda, a Berlino.

 

Macron chiude il tour diplomatico con promesse smentite - L'incontro a tre dei leader di Germania, Francia e Polonia ha segnato la tappa finale del tour diplomatico di Macron che, dopo il faccia a faccia con Putin lunedì, ieri ha incontrato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. A Berlino il presidente francese ha ribadito il suo appello a "un dialogo esigente con la Russia" perché è "la sola strada che renderà possibile la pace in Ucraina". A Kiev Macron ha anche denunciato la "pressione inedita" di Putin sulla comunità internazionale. Zelensky ha detto di aspettarsi "molto presto" un incontro dei leader dei paesi del formato Normandia. In altre parole, un vertice con Putin, Macron, Scholz e lo stesso Zelensky. Sul Foglio Micol Flammini spiega che la visita di Macron a Mosca non è stata un successo: il presidente francese torna a Parigi con poche certezze e vaghe promesse smentite. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha negato intese su una de-escalation-


Il momento 1938 dell'Ue - "Questo è un momento 1938 per la nostra generazione", ha detto il primo ministro della Lituania, Ingrida Simonyte, in un'intervista al Guardian, commentando la crisi di sicurezza provocata dalla Russia con la minaccia di invadere l'Ucraina. Il riferimento è alla conferenza di Monaco del 1938, durante la quale i leader di Francia e Regno Unito, Édouard Daladier e Neville Chamberlain, accettarono la spartizione della Cecoslovacchia in nome della pace con Adolf Hitler. "La neutralità aiuta l'oppressione e mai la vittima", ha spiegato Simonyte.
 

La Commissione trattiene i fondi per la Polonia per mancato pagamento di una multa - La Commissione ieri ha compiuto un passo senza precedenti, annunciando al governo di Varsavia che intende trattenere 15 milioni di euro di fondi dell'Ue destinati alla Polonia per il mancato pagamento di una multa sulla miniera di carbone di Turow. La sanzione inflitta dalla Corte europea di giustizia ammonta a 500 mila euro al giorno, ma finora il governo nazionalista del Partito Legge e Giustizia (PiS) ha rifiutato di pagare. Il conto è salito a oltre 60 milioni di euro, a cui si aggiungono altri 30 milioni per una sanzione inflitta dalla Corte europea di giustizia per la mancata esecuzione di un'ordinanza sull'indipendenza dei giudici. Nella disputa su Turow la Commissione ha inviato quattro richieste di pagamento, che sono rimaste inevase. Ieri la Commissione ha informato le autorità polacche che, se la multa non sarà pagata entro dieci giorni, inizierà a detrarre i 15 milioni della prima richiesta di pagamento dai trasferimenti del bilancio Ue destinati alla Polonia. "Quando esegue una compensazione, la Commissione adempie al suo obbligo giuridico di riscuotere sanzioni pecuniarie imposte dal la Corte", ha spiegato il portavoce Balazs Ujvari. Oltre al danno la beffa: la Repubblica ceca ha appena ritirato il ricorso davanti ai giudici di Lussemburgo sulla miniera di Turow a seguito di un accordo con la Polonia. Inoltre Varsavia dovrà pagare gli interessi.
 

L'eurodeputato che ha insultato Sassoli promosso capodelegazione di AfD - Nicolaus Fest, l'eurodeputato che aveva insultato la memoria di David Sassoli poco dopo il suo decesso, è stato eletto capo delegazione di Alternativa per la Germania nel gruppo Identità e democrazia al Parlamento europeo. La nomina è avvenuta dopo l'uscita da AfD del leader storico, Jörg Meuthen. "Finalmente questo bastardo se n'è andato", aveva scritto Fest in una chat su Whatsapp poco dopo la scomparsa di Sassoli, salvo poi pubblicare una nota di scuse. Il gruppo Identità e democrazia, presieduto dal leghista Marco Zanni, aveva promesso provvedimenti contro Fest. La sua promozione a capo-delegazione di AfD lo mette al riparo, a meno che la Lega di Salvini non scelga di rompere con gli alleati tedeschi.

 

L'Ema valuta il booster di Pfizer per gli adolescenti - L'Agenzia europea dei medicinali ieri ha annunciato di aver avviato la valutazione per l'uso di una dose di richiamo del vaccino Pfizer-BioNTech negli adolescenti di età compresa tra i 12 e i 15 anni. La valutazione sui giovani tra i 16 e i 17 anni è già in corso. L'Ema non ha dato indicazioni su quanto tempo sarà necessario, ma ha spiegato che la procedura sarà "accelerata" sulla base dei dati presentati dalla società farmaceutica e dai risultati del booster in Israele.
 

Un'altra proroga per le CCP di Londra (in attesa di quelle dell'Ue) - La Commissione ieri ha prorogato il riconoscimento di equivalenza per le controparti centrali (CCP) del Regno Unito fino al 30 giugno 2025 con l'obiettivo di garantire la stabilità finanziaria dell'Ue a breve termine. Le CCP sono i soggetti finanziari che svolgono il ruolo di intermediario tra le due controparti di un contratto derivato, gestendo così il rischio in caso di default. La compensazione centrale è fondamentale per la stabilità finanziaria, in quanto attenua il rischio di credito per le imprese finanziarie e riduce i rischi di contagio. Storicamente il sistema finanziario dell'Ue si è affidato alle CCP di Londra. Anche se con ritardo, dopo la Brexit la Commissione vuole ridurre l'eccessivo ricorso nell'Ue alle CCP della City. Ieri è stata lanciata una consultazione pubblica e, nella seconda metà del 2022, la Commissione intende proporre misure volte a sviluppare le attività di compensazione centrale nell'Ue. "Le CCP svolgono un ruolo importante nell'attenuazione dei rischi nel sistema finanziario. La Commissione intende proporre misure volte a ridurre la nostra eccessiva dipendenza dalle CCP di paesi terzi di importanza sistemica e a migliorare l'attrattiva delle CCP stabilite nell'Ue, rafforzandone nel contempo la vigilanza", ha detto la commissaria Mairead McGuinness.

EuroNomine - Il collegio dei commissari ieri ha nominato il lituano Rytis Martikonis direttore generale e presidente del  Regulatory Scrutiny Board. Inoltre la Commissione ha nominato l'austriaca Barbara Brandtner direttore alla Direzione generale Concorrenza, la svedese Annika Eriksgard direttore alla Direzione generale Affari economici e finanza e l'ispano-olandese Elisa Roller direttore al Segretariato generale.

 


Accade oggi in Europa

– Presidenza francese dell'Ue: riunione informale dei ministri della Sanità

– Commissione: conferenza stampa dei commissari Ferreira e Schmit sull'ottavo rapporto sulla coesione

– Commissione: punto stampa della commissaria Gabriel sull'adozione del programma di lavoro 2022 del Consiglio europeo dell'innovazione

– Commissione: visita della presidente von der Leyen e dei commissari Vestager, Breton, Johansson, Urpilainen e Simson in Senegal

– Parlamento europeo: conferenza dei presidenti

– Parlamento europeo: riunione delle delegazioni del Parlamento europeo presso la plenaria della Conferenza sul futuro dell'Europa

– Consiglio: riunione del Coreper

– Eurostat: dati sulla dipendenza dalle importazioni energetiche nel 2020; dati sul turismo di novembre 2021