Europa Ore 7

Il dilemma del costo delle sanzioni contro Putin

Il boicottaggio delle Olimpiadi cinesi e lo sfogo di Borrell sull'inazione dell'Ue sull'Etiopia. Variante Omicron e migrazioni al vertice; Macron si mostra conciliante con Orbán. Un ex ministro danese in galera e il nuovo governo olandese. Destre e sinistre nel pallone in Francia

David Carretta

Il summit sulla Partnership orientale di domani rischia di diventare una vetrina della debolezza dell'Ue ai suoi confini est

Saranno i capi di stato e di governo dell'Unione europea a dover decidere nel loro vertice di giovedì quale prezzo intendono far pagare a Vladimir Putin in caso di ulteriore aggressione contro l'Ucraina. E quale costo l'Ue è pronta a sostenere per dimostrare di essere credibile. L'amministrazione di Joe Biden è finalmente riuscita a convincere gli europei che la minaccia di un'invasione è reale. I ministri degli Esteri dei Ventisette ieri hanno tutti espresso il loro sostegno all'integrità territoriale e alla sovranità dell'Ucraina. “Tutti i ministri sono stati chiari che un'aggressione contro l'Ucraina porterà a conseguenze politiche e un alto costo economico per la Russia”, ha spiegato l'Alto rappresentante, Josep Borrell, dopo il Consiglio Affari esteri. Ma sarà il Consiglio europeo di giovedì a “prendere in mano la questione” del pacchetto di sanzioni da presentare a Putin per scoraggiare un'invasione dell'Ucraina. “Siamo in modalità dissuasione o deterrenza per evitare la crisi prima che inizi”, ha detto Borrell.

 

Come spieghiamo sul Foglio, i capi di stato e di governo dell'Ue sono di fronte a un dilemma: quale prezzo sono disposti a pagare per fare in modo che Putin consideri il costo dell'aggressione troppo alto? La Germania ha inviato un primo segnale con il suo ministro degli Esteri, Annalena Baerbock, che ha messo in discussione il gasdotto Nord Stream 2. Ma il prezzo – in termini di prezzo del gas, che ieri ha raggiunto nuovi livelli record per le consegne a dicembre – rischia di ricadere su tutti gli europei. Lo stesso vale per altre sanzioni su cui stanno lavorando Stati Uniti, Ue e Regno Unito, come escludere la Russia dal sistema di pagamenti internazionali Swift o prendere di mira le più grandi banche russe. Un'idea al ribasso è di colpire gli oligarchi vicini al Cremlino e la banca di investimento Veb che serve a finanziare la cerchia di Putin. Borrell ieri ha lasciato intendere che l'approccio sarà incrementale. “Quello che abbiamo è una serie di scenari che il Consiglio europeo guarderà e per ogni possibilità ci sono le potenziali misure da adottare”, ha detto Borrell: “per ogni scenario si disegna una risposta”.

 

Come per dimostrare che fanno sul serio, i ministri degli Esteri ieri hanno approvato formalmente le sanzioni contro il gruppo Wagner. Le attività di questa milizia privata "riflettono le guerre ibride della Russia”, ha spiegato Borrell, annunciando che il gruppo Wagner, tre società e otto individui entreranno nella lista nera dell'Ue con divieto di ingresso sul suo territorio e congelamento dei beni economici. Wagner e i suoi membri sono accusati di violazioni dei diritti umani e azioni destabilizzanti nell'est dell'Ucraina, in Siria, in Libia, nella Repubblica centrafricana, in Sudan e in Mozambico. Le tre società (Velada LLC, Mercury LLC, Evro Polis LLC) operano tutte nel settore del petrolio e del gas in Siria.

 

La prima versione della bozza di conclusioni del Consiglio europeo è tuttavia un po' scarna sull'Ucraina. Noi abbiamo messo le mani sulla bozza datata 7 dicembre, che sarà rivista in modo sostanziale prima del vertice di giovedì. “Il Consiglio europeo sottolinea la necessità urgente per la Russia di procedere alla de-escalation delle tensioni dovute al rafforzamento militare lungo la sua frontiera con l'Ucraina”, dice la bozza: “Il Consiglio europeo reitera il suo pieno sostegno per la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina”. Prima del Vertice di giovedì, domani ci sarà un summit tra i leader dell'Ue e quelli della Partnership orientale. L'Ucraina è uno dei sei paesi della Partnership orientale. Sarà un'altra occasione per mostrare sostegno a Kiev.

 

Il summit sulla Partnership orientale di domani rischia di diventare una vetrina della debolezza dell'Ue ai suoi confini est. La Russia è riuscita a destabilizzare il progetto volto ad attrarre le ex repubbliche sovietiche nella sfera dell'Ue non solo con le minacce all'Ucraina, ma anche usando l'arma del gas contro la Moldavia e alimentando la crisi politica interna in Georgia. La Bielorussia è assente dal summit perché il regime di Alexander Lukashenka ha deciso di autoescludersi. Armenia e Azerbaijan sono in conflitto tra loro. Questa sera il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, incontrerà il leader armeno, Nilo Pashinyan, e quello azero, Ilham Aliyev. Ma un diplomatico dell'Ue ci ha detto che la Partnership orientale è fondamentalmente “divisa in tre” blocchi. Il “trio” Ucraina, Armenia e Georgia vuole un futuro il più possibile vicino all'Ue. Armenia e Azerbaijan non sono interessati. La Bielorussia con Lukashenka è fuori. L'Ue sceglierà dunque un “approccio differenziato”, ci ha detto il diplomatico: “Dare di più a chi vuole seguire l'acquis comunitario, dare di meno a chi va nell'altra direzione”.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 14 dicembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

I ministri degli Esteri boicottano il boicottaggio delle Olimpiadi cinesi - Alla vigilia del Consiglio Affari esteri dell'Ue di ieri, tutti pensavano che la Cina sarebbe stata oggetto di intense discussioni. Uno stato membro, la Lituania, è stato cancellato dal sistema doganale cinese e non è più in grado di esportare o importare dalla Cina, come misura di rappresaglia per la decisione di permettere l'apertura di un ufficio di rappresentanza di Taiwan. Ma il tema è stato sollevato solo brevemente su iniziativa del ministro degli Esteri... lituano. Inoltre il ministro tedesco degli Esteri, Annalena Baerbock, negli scorsi giorni aveva lasciato intendere che ci sarebbe stata una discussione tra i 27 sul boicottaggio diplomatico delle Olimpiadi invernali di Pechino per arrivare a una posizione comune. Invece il tema non è stato affrontato nemmeno tra le “varie ed eventuali”. “La questione non è stata discussa oggi. Non era parte della discussione”, ha detto l'Alto rappresentante, Josep Borrell, nella conferenza stampa al termine del Consiglio Affari esteri.

 

Lo sfogo di Borrell sull'inazione dell'Ue sull'Etiopia - Durante la conferenza stampa di ieri del Consiglio Affari esteri, l'Alto rappresentante, Josep Borrell, si è lasciato andare a uno sfogo sulla mancata azione dell'Ue sul conflitto nel Tigray in Etiopia. "E' una delle mia frustrazioni più grandi, perché non siamo stati in grado di reagire in modo appropriato a violazioni dei diritti umani su larga scala, stupri di massa, l'uso della violenza sessuale come arma da guerra, assassini, campi di concentramento basati sull'origine etnica", ha detto Borrell. "Non siamo stati in grado di fermarlo e non siamo stati in grado di adottare misure coercitive a causa della mancanza di unanimità al Consiglio", ha aggiunto Borrell, spiegando che diversi stati membri si sono opposti a sanzioni significative.

 

La variante Omicron al vertice di giovedì - La pandemia torna in cima alle preoccupazioni dei capi di stato e di governo dell'Ue. Nella bozza di conclusioni del Consiglio europeo di giovedì il Covid-19 è il primo punto affrontato per evidenziare “il peggioramento della situazione epidemiologica nell'Ue e l'impatto dell'emergere di una nuova variante”. Il riferimento è a Omicron. I leader dovrebbero dire che sono necessari “continui sforzi coordinati”, ma assicurando di “non minare il funzionamento del Mercato unico” e di non “ostacolare in modo sproporzionato i viaggi tra gli stati membri e verso l'Europa”. Tuttavia un passaggio sulla nuova raccomandazione sui viaggi all'interno dell'Ue e la validità dei Certificati Covid (o Green pass) è tra parentesi quadre. Significa che al 7 dicembre non c'era ancora accordo tra i 27. I leader sottolineeranno l'importanza della vaccinazione e di superare l'esitazione vaccinale, combattendo anche la disinformazione.

 

Niente accordo al vertice sui prezzi dell'energia - Il secondo capitolo della bozza di conclusioni è dedicato alla gestione delle crisi e alla resilienza, ma non c'è molta sostanza. Per contro il terzo capitolo sui prezzi dell'energia dimostra che i 27 sono ancora divisi su come affrontare il caro bolletta. Secondo la bozza, i leader esprimeranno “preoccupazione”, ma si limiteranno a prendere nota delle valutazioni preliminari delle autorità ACER e ESMA sul fatto che non ci sono state speculazioni sul mercato degli Ets (le quote di emissione). La Commissione sarà invitata a “approfondire l'esame del funzionamento del mercato dell'elettricità”. Ma non c'è alcuna indicazione di possibile riforma. Il passaggio sugli acquisti comuni volontari e le riserve strategiche di gas è tra parentesi quadra: in altre parole, l'intesa non è ancora raggiunta.

 

Sulla Difesa appuntamento a marzo - Il quarto capitolo della bozza di conclusioni del vertice è dedicato alla Sicurezza e alla Difesa. “Di fronte alla accresciuta instabilità globale, alla crescente competizione strategica e alle minacce di sicurezza complesse, l'Ue prenderà più responsabilità per la sua sicurezza e difesa” e “aumenterà la sua capacità di agire in modo autonomo”, dice la bozza. I leader inviteranno i ministri degli Esteri e della Difesa a portare avanti il lavoro sulla cosiddetta “Bussola strategica”. Ma il Consiglio europeo tornerà su Sicurezza e Difesa “nel suo incontro del marzo 2022, nella cui occasione sarà invitato a approvare la Bussola strategica”.

 

Le migrazioni tornano al vertice (ma solo la dimensione esterna) - Il quinto capitolo della bozza di conclusioni del vertice è dedicato agli aspetti esterni delle migrazioni. E' la terza volta di fila, dopo i Consigli europei di giugno e ottobre che il tema viene affrontato (in particolare su insistenza dell'Italia). E sarà la terza volta che il Consiglio europeo chiederà a Commissione e Alto rappresentante di “assicurare che i recenti piani di azione per i paesi di origine e transito siano resi operativi e attuati senza ulteriori ritardi” con “adeguato finanziamento”. Un altro tema migratorio viene affrontato nel capitolo sulle relazioni esterne, dove viene citata la Bielorussia. Oltre a invitare il Consiglio a esaminare la proposta della Commissione sulle eccezioni alle regole sul diritto di asilo per Polonia, Lituania e Lettonia, tra parentesi quadre viene ricordata la la revisione del Codice di frontiera Schengen su cui oggi la Commissione farà una proposta.

 

Macron si mostra conciliante con Orbán - Il presidente francese, Emmanuel Macron, ieri si è mostrato conciliante con il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, nella sua visita a Budapest per un incontro bilaterale e un summit con i paesi del gruppo di Visegrad. Macron ha spiegato che la Francia, che assumerà la presidenza del Consiglio dell'Ue dal primo gennaio prossimo, vuole “lavorare insieme (all'Ungheria) per l'Europa”, nonostante “disaccordi politici che sono ben noti”. Anche Orbán è stato conciliante, assicurando che le relazioni con Macron sono “di rispetto”. Ma il premier ungherese non ha mancato di ironizzare sulla Francia che è la “patria degli enciclopedici” bravi a coniare definizioni, come quella di Macron sul fatto che “siamo avversari politici e al contempo partner europei”. Macron ha inviato un messaggio meno conciliatorio visitando la tomba della filosofa ungherese che si era opposta a Orbán, Agnes Heller, e incontrando i leader dell'opposizione. Sul Foglio Micol Flammini spiega a Macron non è riuscito bene l'esercizio di equilibrismo tra Orbán “l'avversario politico” e Orbán “il partner europeo”.

 

Un ex ministro danese in galera per i migranti - L'ex ministro danese dell'Interno, Inger Stoejberg, è stata condannata a 60 giorni di carcere per aver separato forzatamente nel 2016 più di venti coppie di rifugiati o richiedenti asilo sposate. La sentenza della Corte suprema della Danimarca - la sesta di questo tipo nella storia del paese e la prima degli ultimi 30 anni - è storica. Stoejberg era ministro dell'Interno del precedente governo guidato dal liberale Lars Lokke Rasmussen ed è considerata come uno dei favoriti per la leadership del partito conservatore liberale Venstre. Oltre alla norma per separare le coppie di rifugiati, sotto il suo mandato sono state approvati altri dispositivi controversi come la confisca dei beni ai migranti, compresi beni e gioielli oltre i 1.300 euro per contribuire alle spese di mantenimento. L'attuale governo, guidato dalla socialista Mette Frederiksen, ha adottato altre misure controverse su migranti e richiedenti asilo in continuità con il precedente esecutivo.

 

Dopo 9 mesi i Paesi Bassi avranno un governo - A quasi 9 mesi dalle elezioni legislative, nei Paesi Bassi ieri è arrivata la fumata bianca per la formazione del quarto governo presieduto da Mark Rutte. I partiti della nuova coalizione sono gli stessi della vecchia coalizione: i liberali conservatori del VVD di Rutte, i liberali di sinistra dei D66, i cristiano-democratici della CDA e il partito conservatore dei Cristiano-Uniti. Oggi i quattro partiti sono chiamati ad approvare l'intesa. Domani l'accordo di coalizione dovrebbe essere formalmente trasmesso alla Camera bassa dell'Aia. Dopo la discussione tra i deputati, Rutte potrà scegliere la sua squadra (si parla di una ventina di ministri e una decina di vice). Con ogni probabilità cambierà il ministro delle Finanze, Wopke Hoekstra. In un editoriale il Foglio spiega che cosa può succedere nella zona euro se gli olandesi diventano colombe.

 

Destre e sinistre nel pallone in Francia - L'affollamento di candidati a destra e a sinistra alle presidenziali della prossima primavera in Francia sta creando una certa confusione. Ma almeno dimostra il successo di una delle battaglie di Emmanuel Macron: scomporre il vecchio sistema politico. L'attuale presidente potrà approfittarne in vista del voto di aprile e maggio? Nel frattempo sul Foglio Jean-Pierre Darnis ha compilato la guida alle differenze tra le destre francesi che si presentano all'Eliseo. Sempre sul Foglio Mauro Zanon spiega come la gauche pigra e passatista si frantuma in nove possibili candidati.

 


Accade oggi in Europa

– Consiglio Affari generali

– Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari

– Commissione: conferenza stampa dei commissari Timmermans, Schmit e Vălean sulla mobilità efficiente e verde e gli aspetti sociali della transizione verde

– Commissione: conferenza stampa dei commissari Schinas e Johansson sulla revisione del Codice di frontiere Schengen

– Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti sul Digital Markets Act; sull'Anno europeo della gioventù; sulla situazione in Ucraina; sulla situazione in Nicaragua; sui nuovi orientamenti dell'azione umanitaria dell'Ue; sulla cooperazione nella lotta contro il crimine organizzato nei Balcani occidentali; sul Processo di Kimberley; sul Summit globale sulla nutrizione)

– Parlamento europeo: discorso solenne del presidente del Ghana, Nana Akufo-Addo

– Parlamento europeo: conferenze stampa dei leader dei gruppi politici

– Parlamento europeo: conferenza stampa di Christel Schaldemose sul risultato del voto in commissione sul Digital Services Act

– Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Borrell riceve il presidente del Ghana, Nana Akufo-Addo

– Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sulla registrazione di due madri come genitori

– Corte dei conti dell'Ue: relazione sul sostegno dell'Ue al turismo

– Eurostat: dati sui trasferimenti personali nel 2020; dati sulle tasse ambientali nel 2020