Europa Ore 7

Stato di diritto e Brexit rovinano le vacanze dell'Ue

54,7 per cento di adulti completamente vaccinati nell'Ue, che promette di donare più di 200 milioni di vaccini. Merkel fa pulizia prima delle elezioni e nessuna unanimità sulla nuova guidance della Bce. Il debito della zona euro supera il 100 per cento del pil

David Carretta

Lo stato di diritto è al centro del braccio di ferro tra la Commissione, da un lato, e Ungheria e Polonia dall'altro. L'estate europea rischia di essere agitata anche a causa della Brexit; il governo di Boris Johnson ha chiesto di rinegoziare il Protocollo sull'Irlanda del nord. La risposta dell'Ue è stata un secco "no" 

Europa Ore 7 dalla prossima settimana sarà in vacanza. Ci ritroveremo a settembre per una nuova stagione dell'Unione europea. Sperando che sia davvero nuova. La pandemia di Covid-19 ci ha accompagnato dagli esordi di questa newsletter. Seconda e terza ondata, chiusure delle frontiere e restrizioni, polemiche sui vaccini e accelerazione della campagna vaccinale, e ora la variante Delta: l'Ue fatica a tornare alla normalità, anche se la Commissione e le altre istituzioni hanno ricominciato a occuparsi di altro. L'ultimo esempio è il pacchetto legislativo adottato la scorsa settimana dalla Commissione per mettere in pratica il Green deal. In autunno ci saranno molti altri cantieri da aprire o completare: la revisione delle regole del Patto di stabilità e crescita, le proposte sulle risorse proprie che dovrebbero permettere di rimborsare il Recovery fund e il negoziato al Parlamento europeo e al Consiglio dell'Ue sul Digital Service Act e il Digital Market Act sono solo tre esempi.

Fino all'inizio di settembre le istituzioni dell'Ue saranno in vacanza. Al rientro Ursula von der Leyen farà il suo discorso sullo stato dell'unione davanti al Parlamento europeo. Non per questo l'estate sarà tranquilla. Ecco due temi che vanno tenuti sott'occhio nelle prossime settimane: stato di diritto e Brexit. Oltre naturalmente alla variante Delta, che rischia di compromettere la riapertura dell'economia dell'Ue, e alla campagna elettorale in Germania che sarà determinante per il futuro dell'Ue.

Lo stato di diritto è al centro del braccio di ferro tra la Commissione, da un lato, e Ungheria e Polonia dall'altro. Viktor Orbán ha appena convocato un referendum sulla legge anti-Lgbt, dopo che la Commissione ha aperto una procedura di infrazione. La portavoce dell'esecutivo comunitario ieri non ha voluto commentare. "Abbiamo già chiaramente detto quello che pensiamo politicamente e giuridicamente sulla legge ungherese. Abbiamo inviato una lettera come primo passo della nostra procedura di infrazione la scorsa settimana, il 15 luglio, e attendiamo la risposta ufficiale da parte delle autorità ungheresi. Per il resto non ci immischiamo nei passi che vengono fatti all'interno di un paese attorno a un processo legislativo", ha spiegato la portavoce. La Commissione spera comunque che, in vista del referendum, i cittadini ungheresi “avranno informazioni corrette”. C'è da dubitarne.

Quanto alla Polonia, la Commissione minaccia di chiedere alla Corte di giustizia dell'Ue di imporre una multa a Varsavia se non verranno applicate le decisioni e le sentenze dei giudici di Lussemburgo sulla Camera disciplinare della Corte suprema. La Commissione ha inviato un ultimatum a Varsavia che scade il 16 agosto. Ma il ministro della Giustizia polacco, Zbigniew Ziobro, ha già risposto che le decisioni della Corte di giustizia dell'Ue sono "illegali" perché "in Polonia c'è una Costituzione e il principio di legalità. Sulla base di questi principi, non c'è possibilità di attuare le sentenze della Corte di Lussemburgo".

Nel frattempo c'è un altro braccio di ferro in corso con Ungheria e Polonia, che dà molto più margine di manovra alla Commissione se deciderà di andare fino in fondo. I piani nazionali di ripresa e resilienza di Budapest e Varsavia non sono ancora stati approvati. Per entrambi i paesi i problemi sono simili: meccanismi di audit e controllo della gestione dei fondi insufficienti e mancanza di un numero adeguato di riforme nel campo dello stato di diritto (indipendenza della giustizia, lotta alla corruzione, regole sugli appalti pubblici). I due mesi entro cui la Commissione avrebbe dovuto dare il suo giudizio sul piano ungherese sono scaduti il 12 luglio. L'esecutivo comunitario ha proposto a Budapest di prolungare il periodo di valutazione di un altro mese, ma il governo Orbàn per ora ha rifiutato. Se non ci saranno cambiamenti, la Commissione si troverà davanti alla decisione difficile di bocciare o meno il piano ungherese. Quanto alla Polonia, Varsavia ha concordato con la Commissione una proroga sulla valutazione del suo piano fino al 3 agosto. Non è esclusa una resa dei conti.

L'estate europea rischia di essere agitata anche a causa della Brexit. Il governo di Boris Johnson ha chiesto di rinegoziare il Protocollo sull'Irlanda del nord. La risposta dell'Ue è stata un secco "no". "L'Ue continuerà a essere creativa e flessibile all'interno del quadro del Protocollo. Ma non rinegozieremo", ha detto ieri Ursula von der Leyen. Johnson in mattinata aveva chiamato la presidente della Commissione. Secondo il primo ministro non si possono trovare soluzioni "all'interno dei meccanismi esistenti del Protocollo". Von der Leyen e Johnson hanno "concordato di rimanere in contatto", secondo un portavoce di Downing Street.

A Bruxelles ci si attende qualche sorpresa, come una mossa unilaterale da parte di Londra per rinnegare alcune misure del Protocollo. Ma ci sarà una sorpresa anche da Bruxelles. La Commissione dovrebbe inviare a fine mese un parere motivato al Regno Unito - secondo passo della procedura di infrazione - e una lettera per notificare l'avvio di consultazioni nell'ambito del meccanismo di risoluzione delle dispute per il mancato rispetto dell'accordo Brexit. In fondo alla strada c'è la possibilità di sanzioni di carattere commerciale.

 

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di venerdì 23 luglio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo. Questo è l'ultimo numero prima della pausa estiva. Ci ritroveremo in settembre.


 

Il 54,7 per cento degli adulti completamente vaccinati nell'Ue - "A oggi 200 milioni di persone nell'Ue sono state completamente vaccinate contro il coronavirus, il che corrisponde al 54,7 per cento degli adulti", ha detto ieri la portavoce della Commissione. "Gli adulti che hanno ricevuto solo una prima dose sono invece il 68,4 per cento". Secondo la Commissione, l'Ue "fa progressi tangibili" ed è "una delle zone al mondo in cui si è vaccinato di più". La portavoce ha tuttavia riconosciuto che ci sono problemi con le campagne di vaccinazione in alcuni stati membri. "Questi progressi dovrebbero essere ripartiti in modo più equilibrato così che non ci siano delle piccole zone in cui il virus possa propagare e mutare".

L'Ue promette di donare più di 200 milioni di vaccini - La Commissione ieri ha annunciato che l'Ue metterà a disposizione dei paesi a basso e medio reddito più di 200 milioni di dosi di vaccini contro il Covid-19 entro la fine dell'anno. L'obiettivo iniziale era di almeno 100 milioni. "Team Europe (cioè l'Ue, la Commissione e gli Stati membri, ndr) si assume le sue responsabilità nell'aiutare il mondo a combattere il virus ovunque", ha detto von der Leyen. Problema: finora l'Ue ha promesso molto, ma donato poco. Come avete letto qui, un documento interno del 13 luglio dice che fino a quella data gli stati membri avevano donato meno di 4 milioni.

Merkel fa pulizia prima delle elezioni - La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ieri ha detto di essere preoccupata dalla recrudescenza della pandemia e dalla crescita “esponenziale” dei contagi dovuta alla variante Delta. Sul Foglio Paola Peduzzi spiega che la conferenza stampa di ieri di Merkel segna le grandi pulizie per lasciare la Germania in ordine in vista delle elezioni legislative del 26 settembre: la cancelliera non parla di pass vaccinale e tenta la via della persuasione. Sempre sul Foglio c'è un articolo su come Merkel ha ripulito la scrivania della cancelliera dai dossier internazionali controversi ma che sono strategici per gli interessi tedeschi: Nord Stream 2 (e Russia), accordo sugli investimenti tra Ue e Cina e Turchia, su cui gli interessi della Germania non coincidono con quelli dell'Ue. Infine Micol Flammini spiega tutto sull'accordo tra Stati Uniti e Germania su Nord Stream 2: è il tradimento dell'Ucraina e un regalo a Vladimir Putin.

Niente unanimità sulla nuova guidance della Bce - La nuova strategia della Banca centrale europea non ha prodotto nuove politiche, ma ha già prodotto le prime divisioni. Il Consiglio dei governatori ieri ha deciso di mantenere gli attuali stimoli, senza modificare in modo sostanziale la politica sui tassi e i programmi di acquisto titoli. La presidente Christine Lagarde ha detto che, con la nuova “forward guidance” (le indicazioni prospettiche sul futuro), la Bce manterrà il suo impegno "a mantenere una politica monetaria persistentemente accomodante" per realizzare il nuovo obiettivo di inflazione al 2 per cento. Ma il consiglio dei governatori si è diviso perfino su questo. La nuova “forward guidance” ha avuto il sostegno di una "grande maggioranza" dei membri della Bce. Secondo Reuters, diversi governatori hanno obiettato, ma alla fine solo quelli della Bundesbank, Jens Weidmann, e della Banca centrale del Belgio, Pierre Wunsch, hanno votato contro.

Il debito della zona euro supera il 100 per cento del pil - Alla fine del primo trimestre del 2021, il debito pubblico della zona euro ha superato per la prima volta nella storia il 100 per cento del pil, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. Rispetto allo stesso periodo del 2020, nel primo trimestre il debito è passato dal 86,1 al 100,5 per cento nell'area euro e dal 79,2 al 92,9 per cento nell'Ue. L'Italia è il paese con il secondo debito più alto (160 per cento del pil) dopo la Grecia ed è tra quelli che ha registrato il maggior incremento nel corso dell'ultimo anno (22,1 punti percentuali) dopo Cipro (29,5) Grecia (28,6) e Spagna (26,2). Eurostat ieri ha pubblicato anche i dati sul deficit per il primo trimestre del 2021, registrando un disavanzo del 7,4 per cento del pil nell'area euro e del 6,8 per cento nell'Ue.

La fiducia dei consumatori in leggero calo a luglio - A luglio l'indice della fiducia dei consumatori ha perso 1,1 punti sia nell'Ue sia nell'area euro, dopo il forte rimbalzo registrato da inizio anno, secondo la stima flash della Commissione europea. A -4,4 punti per la zona euro e -5,6 punti per l'Ue, l'indice rimane comunque ben al di sopra dei livelli pre-pandemia.

 


Accade oggi in Europa

– Consiglio: riunione informale dei ministri per gli Affari europei

– Commissione: il commissario Hahn in visita a Roma incontra Ignazio Visco e Dario Scannapieco

– Commissione: la commissaria Simson partecipa alla ministeriale del G20 su Clima e energia

– Eurostat: dati sull'occupazione nel settore della cultura nel 2020; dati sulle ore lavorate nel 2020; rapporto trimestrale sull'asilo per il primo trimestre

Di più su questi argomenti: