Europa Ore 7

Bruxelles e Londra vanno verso una nuova crisi Brexit

Il Regno Unito critica la rigidità dell'Ue sul Protocollo nordirlandese. Per la Commissione è Londra che non rispetta gli impegni presi. C'è un problema chiamato David Frost e c'è una speranza chiamata Joe Biden

David Carretta

La Commissione ha constatato che in Irlanda del nord circolano prodotti etichettati sia in sterline sia in euro, cosa che potrebbe far pensare che saranno esportati nel mercato unico dell'Ue.

Il Regno Unito e l'Unione europea si avviano verso un nuovo scontro sul Protocollo sull'Irlanda del nord, dopo che il governo di Boris Johnson ha chiesto di modificare l'intesa che era stata raggiunta con l'accordo Brexit per preservare la pace irlandese e il mercato unico europeo. Come abbiamo spiegato ieri, la prima salva è stata sparata dal ministro britannico per la Brexit, David Frost, che sul Financial Times ha criticato la rigidità dell'Ue sul Protocollo irlandese. "Non abbiamo intenzione di cambiare nulla di ciò che è stato concordato", ha risposto ieri un funzionario dell'Ue. Per la Commissione ci sono due possibilità. O il Regno Unito rinuncia “all'approccio di scontro” e “alle azioni unilaterali”. Oppure “l'Ue è stata paziente, ma la pazienza si sta assottigliando”, ha spiegato il funzionario: se Boris Johnson sceglierà di continuare sulla strada dello scontro “dovremo considerare tutte le opzioni che sono a nostra disposizione”.

Domani a Londra Frost incontrerà il vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic, per discutere dell'accordo Brexit e di quello post Brexit. E l'incontro si annuncia ostile. Il Protocollo prevede la creazione di una frontiera interna al Regno Unito, con una separazione di fatto tra l'Irlanda del nord e il resto della Gran Bretagna. Le merci che attraversano il canale di San Giorgio devono essere sottoposte a controlli fitosanitari e doganali. Frost ha riconosciuto che il governo Johnson, sottoscrivendo il Protocollo, ha “sottovalutato” il suo impatto e chiede di fatto di disapplicarlo. Di fronte al ritorno delle tensioni comunitarie in Irlanda del nord, Londra scarica la responsabilità sull'Ue e la presunta rigidità nell'applicazione del Protocollo.

Per la Commissione, invece, le responsabilità sono tutte di Londra. “Il Regno Unito non ha attuato gli impegni che aveva assunto in dicembre”, ha spiegato il funzionario dell'Ue: la costruzione dei posti di frontiera è stata bloccata, non sono stati assunti e formati funzionari in numero sufficiente, agli esperti europei non è permesso di accedere alle infrastrutture tecnologiche per verificare le merci che entrano ed escono dall'Irlanda del nord. “Come puoi avere fiducia in un partner in queste circostanze?”, ha detto il funzionario dell'Ue. Risultato la Commissione ha constatato che in Irlanda del nord circolano prodotti etichettati sia in sterline sia in euro, cosa che potrebbe far pensare che saranno esportati nel mercato unico dell'Ue.

Chi ha ragione? L'ex capo-gabinetto di Theresa May, Gavin Barwell, su Twitter è stato franco. “Si può essere tentati di credere che – malgrado tutti gli avvertimenti – 'il governo abbia sottovalutato gli effetti del protocollo', ma sono abbastanza certo che non sia vero. Sapevano che era un cattivo affare, ma lo hanno accettato per portare a casa la Brexit, con l'intenzione di eluderlo più tardi”. Durante i negoziati Brexit, quando era primo ministro, May aveva rifiutato il Protocollo per l'opposizione del partito unionista nordirlandese alla separazione dalla Gran Bretagna, ma era stata costretta ad accettare un “backstop” che avrebbe costretto il Regno Unito a restare nell'unione doganale e nel mercato unico con l'Ue (o almeno seguirne le regole). Arrivato a Downing Street, Johnson aveva cestinato il “backstop” di May e chiesto all'Ue di tornare alla versione originale del Protocollo.

Come si evita un nuovo scontro tra Londra e Bruxelles sull'Irlanda del nord? Il presidente americano, Joe Biden, potrebbe richiamare Johnson all'ordine durante la sua visita che inizia a Londra mercoledì. La Commissione è pronta a mostrarsi flessibile, come ha già fatto su diversi dossier (dagli aiuti di stato per l'Irlanda del nord ai medicinali, passando per i cani guida per i non vedenti e le auto di seconda mano) in passato. “Preferiremmo le flessibilità”, ha detto il funzionario dell'Ue. “Ma non possiamo escludere che il Regno Unito scelga la strada dello scontro”. In ogni caso le richieste di Frost vanno “molto oltre quanto possiamo andare”, ha spiegato il funzionario dell'Ue. Un'altra fonte ci ha spiegato che il problema ormai è diventato lo stesso Frost, pronto a usare ogni occasione per andare in guerra con Bruxelles. L'irritazione verso lo zar della Brexit emerge anche dalle reazioni su Twitter dei responsabili europei all'articolo di Frost. "Il Protocollo dell'Irlanda del nord non può essere messo in discussione. Non è il problema, è la soluzione a un problema che non abbiamo creato noi", ha scritto il ministro francese per gli Affari europei, Clément Beaune. il ministro irlandese degli Esteri, Simon Coveney, l'ha messa sul personale: "Lord Frost continua a dare la colpa per le difficoltà con il Protocollo all'inflessibilità dell'Ue. Semplicemente non è così".

Almeno un altro dossier potenzialmente esplosivo è stato disinnescato: la detenzione di cittadini europei che arrivano nel Regno Unito senza un visto per lavoro o soggiorno di lungo periodo. Il punto sarà affrontato nelle discussioni tra Sefcovic e Frost di domani a Londra. Ma l'Home Office (il ministero dell'Interno) “ha pubblicato linee guida per evitare queste detenzioni” e “non ce ne sono più state”, ha spiegato il funzionario dell'Ue. “Ora la questione è di verificare che non ce ne siano altre di questo tipo”.

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 8 giugno, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

Michel prepara il G7 con un avvertimento a Putin - I leader dell'Ue sembrano consapevoli che il presidente americano, Joe Biden, chiederà loro di essere più reattivi per rispondere alle minacce di Russia e Cina. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha iniziato la settimana del vertice del G7 con una conversazione telefonica con Vladimir Putin. “Il trend al ribasso nelle relazioni Ue-Russia può cambiare solo se la Russia interrompe i suoi comportamenti destabilizzanti”, ha detto Michel, ricordando a Putin che “questa situazione o il suo ulteriore deterioramento non è nell'interesse di nessuna delle due parti”. Michel ha reiterato il sostegno all'indipendenza, alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina. Il presidente del Consiglio europeo ha parlato a Putin anche di Bielorussia, sottolineando che “è essenziale che le autorità bielorusse rilascino i prigionieri politici, fermino la repressione e la violenza e avviino un dialogo nazionale inclusivo. La Russia può giocare un ruolo importante nel sostenere una soluzione pacifica della crisi”, ha detto Michel.

La Germania prepara il G7 avvertendo la Cina - Il ministro tedesco degli Esteri, Heiko Maas, ieri ha lasciato intendere che la Germania potrebbe adottare un'attitudine più dura nei confronti della Cina, spiegando che non si può guardare all'Asia solo “attraverso la lente delle buone relazioni economiche. Certo ci interessa molto (...). Con la protezione del clima, l'Agenda 2030 o la riforma delle organizzazioni internazionali come la Wto, non faremo nessun progresso senza la Cina”, ha detto Maas in un discorso ai diplomatici tedeschi. “Ma ovunque la Cina viola sempre più apertamente il diritto internazionale, viola i diritti umani o mette in discussione il nostro sistema democratico, anche noi dobbiamo prendere contromisure più forti di quelle che abbiamo adottato in passato”, ha detto Maas: “Le intimidazioni e le minacce non ci fermeranno”.

Maas non vuole l'Ue ostaggio di Orbán - Nello stesso discorso Heiko Maas ha anche fatto riferimento ai veti dell'Ungheria che stanno paralizzando la politica estera dell'Ue. Il governo di Viktor Orbán ha bloccato dichiarazioni su Hong Kong, Medio Oriente, parità di genere e migrazioni. Ha anche annunciato l'intenzione di non dare il via libera a un accordo con i paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico. “Non possiamo più lasciarci prendere in ostaggio da chi paralizza la politica estera europea con i suoi veti”, ha detto Maas: “Il veto deve sparire”. Il ministro tedesco degli Esteri è convinto che “le decisioni a maggioranza saranno un punto centrale nei dibattiti della Conferenza sul futuro dell'Europa”.

Orbán indietreggia sull'università cinese di Fudan - Il governo di Viktor Orbán sembra pronto a fare una (mezza) marcia indietro sulla costruzione di un campus dell'università cinese di Fudan a Budapest, dopo che migliaia di persone sono scese in strada sabato per protestare contro il progetto. Il capo-gabinetto di Orbán, Gergely Gulyas, ha lasciato intendere che potrebbe essere organizzato un referendum a Budapest. "Una volta che le condizioni del progetto saranno conosciute, sosteniamo un referendum a Budapest per decidere se i cittadini locali vogliono l'Università di Fudan qui", ha scritto Gulyas su Facebook. La data indicata è quella del 2023. Cioè dopo le elezioni politiche del 2022.

Le lezioni della Sassonia-Anhalt per la Cdu - La Cdu ha sorpreso tutti vincendo nettamente le elezioni di Sassonia-Anhalt domenica. Daniele Mosseri sul Foglio spiega che ieri è stata la giornata degli appunti per tutti. I cristiano-democratici vincono, ma ora non devono abbassare la guardia con verdi e socialisti perché la battaglia per le legislative di settembre si giocherà tutta sui temi del sociale e dell’emergenza climatica.

La Corte dei Conti dell'Ue boccia Frontex - Già sotto accusa per il presunto coinvolgimento nei respingimenti illegali in Grecia e la collaborazione con la guardia-costiera in Libia, Frontex ieri ha subito un altro colpo. La Corte dei conti dell'Unione europea ha pubblicato un rapporto in cui accusa l'agenzia di non esercitare in modo efficace i suoi compiti nella gestione delle frontiere esterne. “Frontex non svolge con efficacia le sue mansioni”, ha detto in un'intervista al Foglio Leo Brincat, membro della Corte dei conti dell'Ue responsabile del rapporto. Le critiche riguardano il mandato dato a Frontex nel 2016 sulle sfide dei flussi migratori e la criminalità transfrontaliera, ma anche il nuovo mandato del 2019 che ha espanso in modo smisurato poteri, staff e risorse per l'agenzia.

I ministri dell'Interno divisi sul Patto su migrazione e asilo - Nella riunione del Consiglio Giustizia e Affari interni oggi non sono previsti progressi significativi nei negoziati sul Patto su migrazione e asilo, né su soluzioni ponte per trovare un meccanismo di solidarietà interno a favore dell'Italia durante l'estate. Per contro c'è consenso sull'esternalizzazione delle politiche migratorie. L'ennesima dimostrazione è arrivata ieri con la visita della commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson, in Libia. Dopo un incontro con il primo ministro, Abdul Hamid Dbeiba, Johansson ha detto di essere pronta a fare “passi concreti e pratici” per la gestione delle migrazioni e delle frontiere in Libia, anche se “rimane essenziale migliorare le condizioni nei centri di detenzione nel pieno rispetto dei diritti umani. Abbiamo a nostra disposizione una varietà di strumenti che possiamo mobilitare su richiesta del governo libico”, ha detto Johansson.

Nell'Ue 90 milioni di vaccinati, 270 milioni di dosi somministrate - Nell'Unione europea sono state somministrate 270 milioni di dosi con 90 milioni di adulti vaccinati, secondo i dati diffusi ieri dalla Commissione. Finora sono stati distribuiti agli stati membri 328,6 milioni di dosi. Nel frattempo, Moderna ha annunciato di aver chiesto all'Agenzia europea dei medicinali (Ema) l'autorizzazione per la somministrazione del suo vaccino agli adolescenti. Sul fronte della situazione epidemiologica, Malta ieri ha detto di non aver registrato nuovi contagi per la prima volta in undici mesi. “Oggi è il primo giorno con zero casi dalla scorsa estate”, ha detto il ministro della Sanità maltese, Chris Fearne. In Belgio, le autorità di Bruxelles hanno annunciato che da domani l'uso di mascherine all'aperto non sarà più obbligatorio (tranne nelle vie affollate).

Per Sassoli il ritorno a Strasburgo è simbolo di ripartenza - "Oggi, Strasburgo torna ad essere un simbolo di ripartenza", ha detto ieri il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, aprendo la prima seduta plenaria che segna il ritorno nella capitale alsaziana dopo 15 mesi di assenza dovuta al Covid.19 "Strasburgo è un simbolo dell'unità europea, della pace e della diversità. È in questa terra che nasce il bisogno assoluto di Europa", ha spiegato Sassoli, ringraziando le autorità francesi per "la loro comprensione". La Francia ha protestato per l'assenza del Parlamento europeo. I deputati europei sembrano essere meno entusiasti di Sassoli sul ritorno "nella nostra casa di Strasburgo". Durante il discorso del presidente del Parlamento europeo ieri c'erano appena una cinquantina di parlamentari presenti, di cui almeno una quindicina di deputati del partito di Emmanuel Macron. Secondo alcune fonti, sarebbero arrivati circa 200 deputati europei a Strasburgo su 705.

Identità e democrazia scivola dietro ai Verdi al Parlamento europeo - L'eurodeputata Lucia Vuolo, eletta nella Lega, ha lasciato il gruppo Identità e democrazia passando ai non-iscritti. La decisione, apparentemente per ragioni di conflitti sul territorio, ha conseguenze per il gruppo di estrema destra che scende a 72 deputati e viene superato da quello dei Verdi con 73 parlamentari. I primi tre gruppi restano il Partito popolare europeo (178 membri), i Socialisti&Democratici (146) e Renew Europe (98).

EuroNomine - Il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) ha nominato il lussemburghese Cédric Crelo capo della comunicazione e portavoce a partire dal primo settembre 2021. Dal 2013 Crelo è il capo delle relazioni internazionali e del dipartimento comunicazione della Banca centrale del Lussemburgo.

Accade oggi in Europa

- Consiglio Giustizia e Affari interni (ministri dell'Interno)

- Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti su Certificato Covid dell'Ue, Valutazione della Commissione dei piani nazionali di ripresa e resilienza, Repressione sistematica in BIelorussia, Situazione dei diritti umani a Cuba e Situazione in Afghanistan)

- Commissione: collegio dei commissari

- Commissione: conferenza stampa del commissario Hahn sul bilancio

- Commissione: discorso del commissario Gentiloni all'Euronext ESG Summit ‘Financing the Blue and Green Economy'

- Parlamento europeo: il presidente Sassoli incontra il ministro francese per gli Affari europei,  Clément Beaune; incontro in videoconferenza con la Speaker della Camera Nancy Pelosy

- Corte di giustizia dell'Ue: udienza nelle cause presentate dall'Italia e dal Comune di Milano sull'attribuzione della sede dell'Ema a Amsterdam

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