Europa Ore 7

Ursula rovina il decollo di Sputnik V nell'Ue

David Carretta

La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ieri ha fermato il decollo di Sputnik V tra i vaccini contro il Covid-19 utilizzati nell'Unione Europea. “Ci chiediamo perché la Russia offre in teoria milioni e milioni di dosi e al contempo non fa progressi sufficienti nella vaccinazione dei suoi cittadini”, ha detto von der Leyen durante una conferenza stampa: “E' una questione a cui si dovrebbe rispondere”. Dopo che l'Ungheria di Viktor Orbán ha acquistato il vaccino russo e nel momento in cui alcuni paesi dell'Europa dell'est stanno valutando se fare altrettanto, la presidente della Commissione si è mostrata più prudente. “Ho osservato qui e là notizie che davano l'impressione che Sputnik avesse chiesto (l'autorizzazione) all'Ema. Nel momento in cui vi parlo ora non è così. Le cose potrebbero cambiare. Ma finora non hanno chiesto un'autorizzazione all'immissione sul mercato. Se lo faranno, deve presentare tutti i dati, superare tutto il processo di scrutinio come qualsiasi altro vaccino”, ha detto von der Leyen. “E c'è un secondo punto: (i russi) non producono in Europa e di conseguenza dovrebbe esserci un processo di ispezione sul sito di produzione”, ha spiegato von der Leyen.

Le parole della presidente della Commissione sembrano indicare un cambio di rotta dell'Ue sulla Russia, dopo la disastrosa visita dell'Alto rappresentante, Josep Borrell, a Mosca venerdì 5 febbraio. Nelle settimane precedenti c'erano state delle aperture da parte della cancelliera tedesca, Angela Merkel, sulla possibilità di produrre Sputnik V. Lo stesso Borrell, mentre il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov attaccava violentemente l'Ue, si era congratulato con la Russia per il suo vaccino e aveva auspicato una rapida approvazione di Sputnik V da parte dell'Ema per poterlo usare in Europa. Raramente von der Leyen esprime posizioni così nette senza prima essersi consultata con Berlino. Anche Borrell ha cambiato nettamente tono, promettendo di usare le sue prerogative come Alto rappresentante per proporre nuove sanzioni contro la Russia. Ne discuteranno lunedì i ministri degli Esteri dei 27. Con la Germania che non intende (ancora) abbandonare il gasdotto Nord Stream 2, l'unica opzione potrebbe essere ricorrere alle nuove sanzioni dell'Ue per le violazioni dei diritti umani. Una prima lista nera che includa funzionari russi potrebbe entrare in vigore l'1 di marzo.

Sul fronte dei vaccini, von der Leyen ieri ha annunciato un secondo contratto con Moderna per la fornitura di 300 milioni di dosi addizionali (metà nel 2021 e metà come opzione nel 2022). La Commissione ieri ha presentato una serie di proposte per cercare di anticipare le varianti. Il piano si chiama "HERA Incubator" e prevede una collaborazione della Commissione con ricercatori, aziende di biotecnologie, produttori e autorità pubbliche per individuare le nuove varianti, incentivare lo sviluppo di vaccini nuovi e adattare quelli già approvati, accelerare il processo di approvazione e aumentare la capacità produttiva. “Dobbiamo darci i mezzi di aiutare le imprese”, ha detto il commissario al Mercato interno, Thierry Breton, a cui è stata affidata la regia per aumentare la produzione. In un editoriale il Foglio spiega che il cambio di passo dell'Ue sui vaccini è benvenuto.

Von der Leyen ha anche sconsigliato di ricorrere al mercato parallelo per procurarsi altre dosi, come sembrerebbero voler fare alcune regioni in Italia. “Vediamo sempre più frodi e tentativi di frode”, ha detto von der Leyen, rispondendo a una domanda sul possibile acquisto da parte del Veneto di dosi Pfizer-BioNTech fuori dal quadro europeo.  Per la presidente della Commissione, i rischi superano i benefici. “Ci sono zero garanzie che il vaccino sia nella fiala” ed “è estremamente rischioso prendere un prodotto di questo tipo”, ha detto von der Leyen. “Non si ha idea del viaggio che ha fatto e se la catena del freddo sia stata rispettata”. Inoltre, i paesi o le regioni che comprano sul mercato parallelo “si assumono il rischio di qualsiasi cosa accada” in caso di effetti collaterali sulle persone a cui vengano somministrati i vaccini acquistati in questo modo.

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 18 febbraio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

L'Ue vuole rinnovare il multilateralismo per il 21esimo secolo - La Commissione ieri ha presentato una nuova agenda per rafforzare il contributo dell'Ue al multilateralismo basato su regole. In una comunicazione congiunta, la Commissione e l'Alto rappresentante Josep Borrell illustrano le aspettative e le ambizioni dell'Ue nei confronti del sistema multilaterale, suggerendo di far leva su tutti gli strumenti a disposizione (politici, diplomatici e finanziari) per promuovere la pace e la sicurezza mondiali, difendere i diritti umani, il diritto internazionale e soluzioni multilaterali alle sfide globali.

Gli Usa di Biden vanno a vedere il bluff dell'Ue - Alla riunione di lunedì del Consiglio Affari esteri dell'Ue ci sarà un invitato speciale: il segretario di Stato americano, Antony Blinken, parteciperà all'incontro dei ministri degli Esteri dei 27. L'amministrazione Biden vuole vedere se gli europei fanno sul serio quando dicono di volere una nuova alleanza transatlantica e verificare quanto siano affidabili sulla Cina. Nel frattempo il segretario alla Difesa, Lloyd Austin, ieri ha partecipato alla prima riunione dei ministri della Difesa della Nato. "Buona discussione", ha detto il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg: "Dobbiamo cogliere questa opportunità unica per aprire un nuovo capitolo nelle relazioni transatlantiche".

Il pivot Draghi nella relazione Europa-America - Oggi è giovedì e sul Foglio c'è la rubrica “EuPorn - il lato sexy dell'Europa”, che è la sorella maggiore di questa newsletter. Paola Peduzzi e Micol Flammini si sono poste una domanda: chi sarà l'interlocutore preferito dell’amministrazione Biden? C'è chi dice che sia Angela Merkel, guardiana in questi anni di un atlantismo riveduto e corretto a causa della presenza di Trump. C'è chi dice Emmanuel Macron, cantore del rinascimento europeo e della sua autonomia strategica. Ma c'è anche un nuovo, inatteso “pivot Draghi”, contro la solitudine sovranista, rivolto all’America, ma solidamente europeo.

Esce Gove entra Frost sul post Brexit - Boris Johnson ha nominato il suo ex capo-negoziatore sulla Brexit David Frost ministro del governo e gli ha affidato l'incarico di co-presiedere gli organismi congiunti con l'Ue sull'accordo di ritiro e la partnership sulle relazioni future. Frost prende il posto di Michael Gove, a cui era stata affidata la co-presidenza ad interim appena due giorni fa. Il governo Johnson è sotto pressione per diversi problemi legati alla Brexit, come le difficoltà per le imprese britanniche a esportare nell'Ue e le proteste degli unionisti nord-irlandesi per la frontiera interna tra Irlanda del nord e Gran Bretagna.

Un futuro (presidenziale) francese per Barnier - L'ex capo-negoziatore dell'Ue sulla Brexit, Michel Barnier, sembra invece orientato verso un futuro francese. A fine marzo, Barnier dovrebbe definitivamente abbandonare la sua scrivania di Bruxelles, dove è rimasto come consigliere di Ursula von der Leyen. Martedì ha annunciato la creazione di un gruppo di lavoro “europeo e patriota” dentro il partito dei Républicains, che assomiglia molto a una corrente. Come spieghiamo sul Foglio, si stanno moltiplicano gli indizi di una possibile candidatura di Barnier alle elezioni presidenziali del 2022 che potrebbe scompigliare i giochi e i calcoli di Emmanuel Macron e Marine Le Pen. Sempre sul Foglio Mauro Zanon racconta che per i socialisti francesi è crisi nera.

Il Tribunale Ue boccia i ricorsi di Ryanair contro gli aiuti Covid - Il Tribunale dell'Ue ieri ha respinto due ricorsi presentati da Ryanair contro le misure di sostegno di Francia e Svezia per i danni causati dal Covid alle compagnie aeree di Francia e Svezia. Secondo i giudici di Lussemburgo, entrambi i regimi di aiuti sono legittimi. La Francia aveva introdotto una moratoria sul pagamento di tasse per le compagnie aeree titolari di una licenza francese.  La Svezia aveva adottato una forma di garanzia sui prestiti per le compagnie titolari di una licenza di esercizio svedese. Per il Tribunale dell'Ue, i regimi sono adeguati “per ovviare ai danni economici causati dalla pandemia di Covid-19 e non costituiscono una discriminazione”. Ryanair ha annunciato un appello davanti alla Corte di giustizia dell'Ue.

La pandemia ha fatto fare boom allo shopping online - Gli acquisti su internet sono esplosi nel 2020 durante la pandemia di Covid-19, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. Secondo un sondaggio, l'89 per cento degli europei di età compresa tra i 16 e i 74 anni hanno usato internet lo scorso anno, di cui il 72 per cento ha comprato o ordinato beni o servizi online per uso privato. I prodotti più popolari sono vestiti e scarpe (acquistati dal 64 per cento degli utenti), seguiti da film o serie in streaming (32 per cento), il cibo a domicilio (29 per cento), i mobili e i prodotti per il giardinaggio (28 per cento), i cosmetici e i libri (entrambi al 27 per cento), e il materiale elettronico e la musica in streaming (entrambi al 26 per cento). L'Italia non ha fornito dati per il 2020, ma le cifre del 2019 non sono incoraggianti: solo il 74 per cento della popolazione ha usato internet, di cui il 38 per cento ha effettuato acquisti online.

Accade oggi in Europa

- Commissione: conferenza stampa del vicepresidente Dombrovskis sulla revisione della politica commerciale e le proposte per la riforma della Wto

- Eurostat: statistiche sulla disabilità

- Nato: riunione dei ministri della Difesa e conferenza stampa del segretario generale Stoltenberg

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