Europa Ore 7

Poteri emergenziali e "Europe first" sui vaccini

Il presidente del Consiglio europeo Michel ha lanciato l'idea di usare un articolo del trattato (il 122) per adottare misure straordinarie per aumentare la produzione dei vaccini nell'Ue

David Carretta

L'articolo 122 del trattato viene usato per le emergenze. Normalmente si applica alle catastrofi naturali. Ma è stato utilizzato anche come base giuridica per il primo salvataggio della Grecia e il Recovery fund. Il primo comma dell'articolo prevede esplicitamente la possibilità di adottare “misure adeguate” in caso di “difficoltà di approvvigionamento di determinati prodotti”

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ieri ha sollevato l'idea di usare un articolo del trattato per adottare misure straordinarie per aumentare la produzione dei vaccini nell'Ue, compresa  la possibilità di obbligare le società farmaceutiche a cedere le licenze o a collaborare per la fabbricazione delle dosi. Nel frattempo, in risposta al taglio delle consegne da parte di AstraZeneca per continuare a rifornire il Regno Unito, la Commissione di Ursula von der Leyen ha annunciato l'introduzione a partire da oggi di un meccanismo che permetterà di vietare le esportazioni di vaccini prodotti nell'Ue. Accusata di essere lenta e burocratica, l'Ue ha deciso di lanciarsi nella guerra globale sui vaccini sotto la bandiera dell'"Europe First” sui vaccini.

L'ipotesi di misure straordinarie sulle società farmaceutiche è stata sollevata da Michel in una lettera indirizzata ai primi ministri di Austria, Danimarca, Croazia e Grecia. All'ultimo consiglio in teleconferenza avevano chiesto di accelerare il processo di approvazione dei vaccini dell'Ema e di distribuire le dosi di AstraZeneca in anticipo rispetto al via libera per cominciare subito la vaccinazione. Da allora la situazione è cambiata totalmente con il taglio delle forniture. “Finora le spiegazioni di alcune società farmaceutiche non ci hanno fornito le rassicurazioni di cui abbiamo biosgno”, ha scritto Michel. “Credo che l'Ue debba adottare un'azione robusta per assicurarsi le sue forniture di vaccini”. Se il dialogo non funziona, “dovremmo esplorare tutte le opzioni e usare tutti gli strumenti legali a nostra disposizione”. Secondo Michel, “questo potrebbe includere un ricorso possibile all'articolo 122 del trattato. Questo darebbe all'Ue e agli stati membri gli strumenti legali, adottando misure appropriate urgenti, per assicurare produzione e fornitura efficace di vaccini”.

Cosa significa questa oscura frase in tipico linguaggio eurocratese? L'articolo 122 del trattato viene usato per le emergenze. Normalmente si applica alle catastrofi naturali. Ma è stato utilizzato anche come base giuridica per il primo salvataggio della Grecia e il Recovery fund. Il primo comma dell'articolo prevede esplicitamente la possibilità di adottare “misure adeguate” in caso di “difficoltà di approvvigionamento di determinati prodotti”. Anche se era stato immaginato per il settore dell'energia (petrolio e gas), si può applicare ai vaccini. Michel ha in mente diverse idee. La prima è autorizzare la distribuzione logistica dei vaccini prima che siano autorizzati dall'Ema. Ma quelle più radicali includono la possibilità di “obbligare le imprese a condividere le licenze o a subappaltare una parte del lavoro a altre società sul territorio europeo per accelerare la produzione”, ci ha spiegato una fonte Ue. Ovviamente occorre andarci piano. Tocca alla Commissione studiare la fattibilità e fare delle proposte. Ma il riferimento all'articolo 122 del trattato significa “prepararsi a tutti gli scenari e a farvi ricorso se le circostanze lo esigono”, ci ha detto la nostra fonte.
 

Lo “Europe First” della Commissione si concretizzerà oggi con l'entrata in funzione di un “meccanismo di trasparenza e autorizzazione per le esportazioni dei vaccini” prodotti nell'Ue. Un alto funzionario della Commissione ha spiegato come funzionerà: “Ogni società che esporta vaccini deve inviare alle autorità nazionali i suoi piani di quando, cosa e quanto esporta” e “le autorità nazionali potranno dare un'autorizzazione o un rifiuto”. L'obiettivo è fare in modo che “la quantità di vaccini prevista dagli accordi di acquisto anticipato rimanga in Europa”. L'Ue vuole “proteggere le dosi che dovrebbero arrivare ai nostri cittadini”, ha confermato un secondo funzionario.

Il nazionalismo sui vaccini agli occhi della Commissione è “suicida” e “controproducente”: tutti rischiano di rimetterci perché le produzioni sono delocalizzate e le catene di approvvigionamento delle materie prime sono globali. Il problema è che “non siamo in un mondo ideale”, spiega l'alto funzionario: “alcuni paesi extra-Ue, anche ai nostri confini, agiscono con restrizioni e divieti di esportazione”. Il Belgio, dove vengono prodotti vaccini di Pfizer-BioNtech e AstraZeneca, ha notificato alla Commissione una proposta di legge per limitare l'esportazione di medicinali essenziali e ingredienti per la loro fabbricazione.

La Commissione ha confermato l'obiettivo di vaccinare l'80 per cento del personale sanitario e degli anziani con più di 80 anni entro marzo. Le dosi di Pfizer-BioNTech e Moderna sono sufficienti. Il governo italiano ha aggiornato il suo piano che datava del 12 dicembre. O meglio: la tabella delle consegne. Ma, come spiega sul Foglio Giovanni Rodriquez, il documento pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale è nato vecchio. Il ministero della Salute dimentica di contare 40 milioni di dosi vaccinali comprate dall'Ue.

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di venerdì 29 gennaio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

L'Ue divisa sulla chiusura di Schengen per pandemia - Gli stati membri sono divisi sulle limitazioni alla libera circolazione delle persone per limitare la diffusione delle varianti di coronavirus e, in particolare, sulla richiesta di Germania, Paesi Bassi e Belgio di impedire di fatto i viaggi non-essenziali. Le limitazioni “devono essere sempre concertate”, ha detto il ministro dell'Interno portoghese, Eduardo Cabrita, dopo una discussione con i suoi omologhi dei 27 in una riunione informale ieri: “Deve esserci un'armonizzazione della risposta europea che sia in linea con la salvaguardia di Schengen”. Anche la commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson, ha chiesto “equilibrio”, limitandosi a misure come test e quarantene.

Oggi il Coreper decide sulla chiusura della libera circolazione - Gli ambasciatori dei 27 cercheranno di trovare un accordo oggi al Coreper sulle restrizioni alla libera circolazione delle persone. La posizione olandese è netta: "se le persone possono viaggiare, può viaggiare anche il Covid-19. Il virus non si ferma alle frontiere ma possiamo usare le frontiere per limitare la sua diffusione". Il Belgio ha già chiuso il paese vietando tutti i viaggi non-essenziali per chi entra e esce. La Germania si appresta a mettere a terra gran parte dei voli, ma nel frattempo ha già vietato gli aerei dal Portogallo.

La frontiera esterna dell'Ue sempre più chiusa - Il Consiglio dell'Ue  ha aggiornato la lista dei paesi extra-europei ai quali non dovrebbero essere imposte restrizioni di viaggio. L'elenco è sempre più limitato. Da ieri include Australia, Nuova Zelanda, Ruanda, Singapore, Corea del Sud, Thailandia e Cina (quest'ultima solo a condizione di reciprocità). Dalla lista dei paesi terzi con cui l'Ue ha frontiere aperte manca il Regno Unito.

Accordo sull'interoperabilità dei certificati vaccinali - Gli stati membri hanno trovato un accordo su linee guida per l'interoperabilità nell'Ue dei certificati vaccinali nazionali. I contenuti dei documenti rilasciati nei singoli paesi – che potranno essere sia cartacei sia digitali - dovranno essere uniformi e contenere una serie minima di informazioni. L'obiettivo è assicurare un quadro che assicuri l'autenticità e l'integrità dei certificati, preservando al contempo la protezione dei dati personali.

La fiducia economica torna in lockdown - In gennaio l'indice del sentimento economico Esi è tornato a scendere sia nell'area euro (-0,9 a quota 91,5) sia nell'Unione europea a 27 (-0,6 a quota 91,2), secondo le stime pubblicate ieri dalla Commissione. La fiducia è in netto calo nel settore sel commercio al dettaglio e, in misura minore, nei servizi e tra i consumatori. Per contro la fiducia nell'industria è  migliorata, mentre quella nelle costruzioni è rimasta stabile. Tra i paesi dell'area euro, l'indice Esi è calato in Francia (-2,6) e Germania (-2,3), mentre è migliorato in Spagna (+2,4), Paesi Bassi (+0,6) e Italia (+0,4).

Un'altra pioggia di aiuti di stato fino a fine 2021 - La Commissione Ue ha deciso di prolungare fino al 31 dicembre 2021 lo schema temporaneo di aiuti di stato messo introdotto a marzo per sostenere le economie durante la pandemia. Ma la verità novità è l'aumento delle soglie per gli interventi pubblici, che siano sovvenzioni dirette o copertura dei costi. Per gli aiuti di importo limitato, i massimali precedenti per impresa sono più che raddoppiati: 225 mila euro per il settore agricolo, 270 mila per la pesca e l'acquacoltura, 1,8 milioni per gli altri settori. Per le imprese particolarmente colpite dalla crisi del Covid-19, con perdite di fatturato pari ad almeno il 30 per cento rispetto al 2019, lo stato può contribuire alla parte dei costi fissi sostenuti che non sono coperti dalle entrate, per un importo fino a 10 milioni di euro per impresa (in precedenza erano 3 milioni).

Più aiuti Ue per il lockdown del vino - La Commissione ha prolungato di un anno le misure eccezionali di sostegno al settore vitivinicolo per le conseguenze della crisi del Covid-19. Secondo la Commissione, il settore ha sofferto per la chiusura di ristoranti e bar, la cancellazione di feste e i dazi americani nella disputa su Boeing e Airbus. Le misure, che rimarranno valide fino al 15 ottobre 2021, prevedono il ricorso ad aiuti per la distillazione e lo stoccaggio di crisi, un contributo Ue del 70 per cento per i programmi nazionali di sostegno e maggiore flessibilità per i programmi di sostegno del mercato.

L'Ue snobba l'ambasciatore britannico dopo il declassamento diplomatico - Il gabinetto del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha annullato un incontro con il nuovo capo della missione del Regno Unito presso l'Ue, Lindsay Croisdal-Appleby, nell'ambito dello scontro con il governo di Boris Johnson per la decisione di declassare lo status diplomatico dell'Ue. Il Regno Unito ha rifiutato di concedere le credenziali e i privilegi diplomatici all'ambasciatore e alla delegazione dell'Ue sulla base del fatto che non si tratta di uno stato sovrano ma di un'organizzazione internazionale.

Orbán esce dall'Ue sulla condanna a Putin per Navalny - Durante un dibattito all'Osce sulle proteste in Russia per l'arresto di Alexei Navalny, il Portogallo ha letto una dichiarazione congiunta a nome di 26 stati membri dell'Unione Europea. "Signora presidente, parlo a nome di Austria, Belgio, Bulgaria (...). Noi condanniamo la violenta soppressione delle proteste pacifiche in diverse città di tutta la Federazione russa". Chi non ha aderito alla dichiarazione congiunta? L'Ungheria di Viktor Orbán, che conferma così la sua svolta verso Est: il primo ministro di Budapest sta diventando il cavallo di Troia di Russia e Cina nell'Ue.

Accade oggi in Europa

- Presidenza portoghese: riunione informale dei ministri della Giustizia

- Commissione: missione dell'Alto rappresentante Borrell in Mali

- Commissione: discorso del vicepresidente Timmermans alla sessione di Davos""Boosting Europe's Green Transition"

- Commissione: discorso del vicepresidente Dombrovskis alla sessione di Davos "Fixing the International Trade System (Eastern Hemisphere)"

- Commissione: discorso del commissario Gentiloni a un seminario del Cnel e dell'Università Cattolica

- Parlamento europeo: webinar organizzato dall'ufficio in Italia su “un piano europeo per un'agenda digitale italiana” con gli eurodeputati Castaldo, Tajani, Toia, Tovaglieri, Danti e Pocaccini, la ministra per l'Innovazione Pisano e il direttore generale della Dg Connect della Commissione Viola.

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