Europa Ore 7

Il gran discorso di Albert Bourla all'Ue

L'amministratore delegato di Pfizer ha detto a un evento del Ppe che una delle lezioni più importanti della crisi coronavirus è “la chiara dimostrazione della potenza della scienza e della forza del settore privato”

David Carretta

“Dobbiamo mantenere un sistema sanitario privato vibrante. L'Europa in termini di scienza è in una posizione molto buona. Lo testimonia il fatto che abbiamo imprese come CureVac e BioNTech che sono pionieri su questo vaccino, ma anche dalle persone in Pfizer che lo stanno sviluppando. Io vengo dall'Europa, il capo della ricerca viene dalla Svezia, il capo della ricerca sul vaccino viene dalla Germania, il capo dello Sviluppo viene dalla Scozia”, ha detto Bourla

Una delle lezioni più importanti della crisi coronavirus è “la chiara dimostrazione della potenza della scienza e della forza del settore privato”, ha detto ieri l'amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, durante un evento organizzato dal Ppe. “Questa crisi ha dimostrato quello che un settore farmaceutico vibrante basato sulla scienza può apportare alla società”, ha spiegato Bourla: “Dobbiamo mantenere un sistema sanitario privato vibrante. L'Europa in termini di scienza è in una posizione molto buona. Lo testimonia il fatto che abbiamo imprese come CureVac e BioNTech che sono pionieri su questo vaccino, ma anche dalle persone in Pfizer che lo stanno sviluppando. Io vengo dall'Europa, il capo della ricerca viene dalla Svezia, il capo della ricerca sul vaccino viene dalla Germania, il capo dello Sviluppo viene dalla Scozia”, ha detto Bourla. “La verità è che l'America è davanti all'Europa non perché ha società migliori di BioNTech e CureVac, ma perché ne ha molte di più”. Per Bourla, “gli americani sono in grado di mantenere un settore privato molto vibrante perché hanno un mercato aperto” ed è quello che dovrebbe fare l'Ue per diventare davvero “leader”.

Anche il ruolo dei finanziamenti pubblici per la ricerca è stato centrale per lo sviluppo del vaccino di Pfizer-BioNTech. Lo ha spiegato Uğur Şahin, scienziato, amministratore delegato e cofondatore di BioNTech, ricordando che aveva ricevuto contributi dal programma di ricerca dell'Unione Europea. Noi abbiamo fatto una piccola ricerca nei database della Commissione. Il progetto si chiamava MERIT: Mutanome Engineered RNA Immuno-Therapy. Il concetto era stato sviluppato con il sesto programma quadro sulla ricerca per poi ottenere un finanziamento più consistente nel settimo programma quadro. L'Ue ha stanziato un contributo di 5.964.250 euro finiti in gran parte a BioNTech, che all'epoca aveva come partner l'Institut Gustave Roussy francese, la Vrije Universiteit Brussel belga, l'Università di Zurigo svizzera e la Uppsala Universitet svedese. Inizio del programma l'1 giugno 2013. Fine del programma 30 novembre 2017. “Usavamo i vaccini mRNA per fornire cure personalizzare a pazienti malati di cancro”, ha ricordato Şahin: “Quando è scoppiata la pandemia ci siamo resi conti di avere una tecnologia nelle nostre mani per lo sviluppo rapido di un vaccino”. Nessuno funzionario europeo nel 2013 poteva immaginarsi di finanziare quella che potrebbe diventare la principale arma contro il Covid-19 e altre malattie. Ma questo è il bello della ricerca. E la storia di BioNTech ci ricorda che se c'è un posto dove è preferibile “buttare” (in realtà investire) i soldi è lì.

Şahin ha spiegato che grazie alla Banca Europea per gli Investimenti BioNTech è stata in grado di sviluppare le sue capacità di produzione del vaccino contro il Covid-19. Bourla ha detto che Pfizer-BioNTech dovrebbero produrre 2 miliardi di dosi nel corso di quest'anno e che i principali “imbuti” riguardano le materie prime e la “quantità straordinaria” di vaccini richiesti. L'amministratore delegato di Pfizer è stato rassicurante sull'efficacia del suo vaccino contro le varianti inglese e sud-africana, almeno secondo i test in vitro. Quanto alla trasmissione del virus da parte delle persone vaccinate, non ci sono ancora risultati concludenti. Ma “abbiamo delle prove sugli animali” e “stanno arrivando dati incoraggianti” sulla mancanza di trasmissione tra uomini. “Lo sapremo a un certo punto in febbraio”, ha detto Bourla. Altro passo in avanti: sono in corso i trial per la vaccinazione dei ragazzi tra i 12 e i 6 anni che dovrebbero concludersi entro la fine del primo trimestre dell'anno. Infine sulla durata dell'immunità rimangono incognite, ma “la buona notizia è che se la protezione va giù con una sola dose del nostro vaccino possiamo rafforzare e mantenere l'immunità”, ha detto Bourla.

Nel frattempo, Johnson & Johnson potrebbe chiedere l'autorizzazione all'Autorità europea dei medicinali (Ema) per il suo vaccino contro il Covid-19 nel mese di febbraio. L'annuncio sarebbe stato fatto dalla commissaria alla Sanità, Stella Kyriakides, durante una riunione del gruppo del Ppe al Parlamento europeo, secondo quanto riferito dall'eurodeputato tedesco Peter Liese. “Se tutto andrà bene, avremo già il quarto vaccino Covid disponibile tra poche settimane”, ha detto Liese in un comunicato. “Il vaccino Johnson & Johnson ha il vantaggio che solo una vaccinazione è necessaria per essere sufficientemente protetti, Inoltre, è molto più facile da processare, stoccare e trasportare rispetto al vaccino BioNTech/Pfizer”, ha ricordato Liese. L'Ue si è assicurata 400 milioni di dosi da Johnson & Johnson.

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 14 gennaio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

L'Ue alle prese con il dopo Merkel - Oggi è giovedì e sul Foglio c'è la rubrica “EuPorn - il lato sexy dell'Europa”, che è la sorella maggiore di questa newsletter. Nel primo numero del 2021, Paola Peduzzi e Micol Flammini si interrogano: esiste un’Unione europea senza Angela Merkel?. Sabato si sceglie il successore della cancelliera tedesca. I profili dei candidati, le preferenze del Ppe e quel cui deve badare l’Europa per non perdersi.

L'Ue rimane calma di fronte alla crisi di governo in Italia - Le istituzioni europee, almeno per ora, mantengono la calma di fronte alla crisi del governo Conte in Italia. La Commissione di Ursula von der Leyen ha rifiutato più volte di commentare. Solo la presidente del gruppo dei Socialisti&Democratici, Iratxe Garcia Perez e alcuni deputati dei Verdi si sono espressi ieri sera. “Irresponsabilità assoluta di Matteo Renzi. Nel bel mezzo di una pandemia globale stabilità e sicurezza di governo sono essenziali per rispondere alle preoccupazioni sanitarie, sociali ed economiche. Mi auguro che l'Italiai esca quanto prima da questa situazione”, ha scritto Iratxe Garcia Perez. Per i Verdi ha twittato Alexandra Geese: “Dall'Europa osservo con preoccupazione la crisi di governo. L'Italia ha bisogno di un governo stabile per superare la crisi sanitaria e per presentare al più presto un buon piano all'Europa per uscire dalla crisi economica con un'economia più orte, più sociale e più verde”.  Geese ha spiegato di aspettarsi “un atteggiamento costruttivo” da Giuseppe Conte e Matteo Renzi perché l'Italia è il più grande beneficiario del Recovery fund e “ha una grande responsabilità”.

Uno scandalo travolge il governo in Estonia - Il primo ministro dell'Estonia e leader del Partito di Centro, Jüri Ratas, ieri ha dato le sue dimissioni dopo essere rimasto coinvolto in uno scandalo su un progetto immobiliare nella capitale Tallinn. Il Servizio di sicurezza interna ha indagato diversi funzionari per un presunto caso di corruzione su un prestito concesso dall'agenzia del credito statale da 39 milioni di euro per lo sviluppo del progetto Porto Franco a Tallinn. Tra gli indagati c'è un consigliere del ministro delle Finanze e leader del partito di estrema destra EKRE, Martin Helme. La presidente Kersti Kaljulaid ha chiesto alla leader del Partito della Riforma, Kaja Kallas, di cercare di formare un nuovo governo. Il Partito di Centro e il Partito della Riforma sono entrambi di area liberale, ma non sono in grado di collaborare. Il Partito della Riforma era arrivato nettamente in testa alle ultime elezioni politiche del 2019, ma Ratas aveva preferito una coalizione con l'estrema destra di EKRE pur di restare premier. Kallas avrà 14 giorni per formare il governo.

Uno scandalo mette (poco) a rischio il governo nei Paesi Bassi - Il governo di Mark Rutte deciderà venerdì se dimettersi a seguito di uno scandalo legato alla richiesta delle autorità fiscali di rimborsare i sussidi per i figli a centinaia di famiglie. Una commissione parlamentare di inchiesta ha concluso che le autorità fiscali hanno violato lo stato di diritto accusando erroneamente centinaia di famiglie di frode e chiedendo rimborsi anche di decine di migliaia di euro. Il premier Mark Rutte ha annunciato che la questione verrà discussa dal governo domani. Secondo il canale televisivo NOS, Rutte avrebbe chiesto ai partner di coalizione di decidere se sostenere o meno il governo prima di un dibattito in Parlamento previsto la prossima settimana. Ma lo stesso Rutte avrebbe anche spiegato che dimettersi nel pieno della pandemia e poche settimane dalle elezioni del 17 marzo non sarebbe una buona idea. Il partito dei Verdi, all'opposizione, intende comunque presentare una mozione di sfiducia che potrebbe essere sostenuta dal Partito socialista e dall'estrema destra di Geert Wilders.

Cinque miliardi per proteggersi dalla Brexit - La Commissione europea ha formalizzato la proposta di creare una riserva di aggiustamento alla Brexit da 5 miliardi di euro per attutire le conseguenze economiche e sociali per gli stati membri e i settori più colpiti dall'uscita del Regno Unito dall'Ue. I quattro quinti circa delle risorse sono state ripartite dell'integrazione economica di ciascun paese con il Regno Unito (compresi scambi di beni e servizi) e dell'impatto negativo sul settore della pesca. Il restante miliardo verrà usato nel 2024 se le spese reali sostenute da un paese per far fronte alla Brexit supereranno la dotazione iniziale, ma i governi dovranno dimostrare un legame diretto con l'uscita del Regno Unito. "La solidarietà e la coesione" sono "elementi chiave", ha detto la commissaria alla Politica della coesione, Elisa Ferreira.

L'Irlanda incassa 1 miliardo dalla riserva Brexit - Il primo beneficiario della riserva di aggiustamento alla Brexit è l'Irlanda con poco più di un miliardo di euro. Seguono i Paesi Bassi (757 milioni), dalla Germania (455 milioni), dalla Francia (420 milioni) e dal Belgio (324 milioni). All'Italia sono stati allocati 87 milioni. Le risorse potranno essere usate per aiutare i settori economici, le imprese e le comunità, sostenere l'occupazione e la riqualificazione o assicurare il funzionamento dei controlli alle frontiere e alle dogane. Ma il commissario al Bilancio, Johannes Hahn, ha riconosciuto che servirà molto di più dei 5 miliardi per far fronte alle conseguenze della Brexit. “L'adattamento strutturale alle nuove relazioni con il Regno Unito necessiterà molti più aggiustamenti nel lungo periodo che questa riserva (Brexit) da sola non sarà mai in grado di fornire", ha detto Hahn.

Facebook è perseguibile sui dati in tutti gli stati membri - Le autorità di protezione dei dati di tutti gli stati possono agire in sede giudiziale contro Facebook nel loro paese per violazione del Gdpr, anche se il garante capofila è l'Irlanda, dove la società ha sede. E' questa l'opinione espressa ieri dall'Avvocato generale della Corte di giustizia dell'Ue, Michal Bobek, in una causa davanti ai giudici di Lussemburgo. Nel 2015 l'autorità per la protezione dei dati del Belgio aveva intentato un'azione dinanzi ai giudici nazionali nei confronti di alcune società appartenenti a Facebook, chiedendo un'ingiunzione per far cessare la pratica di collocare cookie senza consenso e di raccogliere dati in modo eccessivo mediante social plugin e pixel su siti internet di terzi. Inoltre, aveva chiesto la distruzione di tutti i dati personali ottenuti mediante cookie e social plugin per ogni utente in Belgio. La Corte d'appello di Bruxelles ha chiesto alla Corte di giustizia dell'Ue se il Gdpr precluda a un'autorità nazionale per la protezione dei dati, che non sia la capofila, di agire in sede giudiziale nel suo Stato membro. Secondo l'Avvocato generale, "l'autorità capofila per la protezione dei dati non può essere ritenuta l'unico organo incaricato dell’applicazione del Gdpr in situazioni transfrontaliere".

L'euro digitale di Lagarde entro cinque anni - La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ieri ha detto di sperare che un euro digitale diventerà realtà in non più di cinque anni. Secondo un'indagine condotta dalla Bce, la principale caratteristica che cittadini e imprese vogliono per un euro digitale è la confidenzialità (41 per cento), seguita dalla sicurezza (17 per cento) e dalla portata paneuropea (10 per cento). Durante l'evento Reuters Next, Lagarde ha lanciato un avvertimento sul Bitcoin, che considera un asset "altamente speculativo" e rispetto al quale "l'utilizzo per attività di riciclaggio è considerevole".

Larry Summers farà una lezione all'Eurogruppo - L'ex segretario al Tesoro americano, Larry Summers, parteciperà all'Eurogruppo di lunedì per una discussione sulle relazioni tra Unione Europea e Stati Uniti nei settori della politica monetaria e finanziaria. I ministri delle Finanze della zona euro si faranno spiegare dal professore di Harvard anche le prospettive per la cooperazione transatlantica. Gli altri temi nell'agenda dell'Eurogruppo sono gli squilibri interni all'area euro sull'onda della crisi del Covid-19 e la preparazione dei piani nazionali per il Recovery fund.

 

Il Parlamento rinvia il ritorno a Strasburgo - La conferenza dei presidenti del Parlamento europeo ha deciso di rinviare il ritorno delle sessioni plenarie a Strasburgo per altri due mesi a causa della pandemia di coronavirus. Anche le attività non essenziali a Bruxelles rimangono in pausa. La decisione rimarrà in vigore fino al 7 di marzo, ma potrà essere rinnovata. Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, rischia di farsi nuovamente bacchettare dal governo francese che da mesi sostiene che il ritorno dei deputati a Strasburgo si può fare in tutta sicurezza.


Per l'Efsa, le tarme della farina possono andare nel piatto - Le tarme della farina allevate ed essiccate possono essere mangiate senza rischi come snack o ingrediente di preparati per biscotti, barrette proteiche e pasta. Lo ha stabilito l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) nel primo di una serie di pareri su richieste di valutazione di nuovi elementi. La Commissione ora avrà sette mesi per proporre l'autorizzazione all'immissione sul mercato, che dovrà essere votata dagli stati membri.

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