Europa Ore 7

Finché c'è negoziato, su Brexit c'è speranza

L'Unione europea e il Regno Unito hanno deciso di compiere un "miglio extra" per cercare di trovare un accordo sulle relazioni future, facendo tornare la speranza di evitare l'hard Brexit il primo gennaio

David Carretta

Tra annunci sulle navi militari per impedire ai pescatori francesi di entrare nelle acque britanniche e nuove minacce di "no deal", c'è una via d'uscita per un "deal" onorevole per Johnson

L'Unione europea e il Regno Unito hanno deciso di compiere un "miglio extra" per cercare di trovare un accordo sulle relazioni future, sollevando la speranza di evitare una hard Brexit l'1 gennaio 2021. "Nonostante lo sfinimento dopo quasi un anno di negoziati, e nonostante il fatto che le scadenze siano state saltate più volte, pensiamo che sia responsabile a questo punto fare il miglio supplementare", hanno detto Ursula von der Leyen e Boris Johnson in una dichiarazione congiunta ieri. La decisione nella loro telefonata di ieri non è stata "deal" né "no deal", ma di continuare a negoziare malgrado il fatto che Ue e Regno Unito ormai sono fuori tempo massimo. "Abbiamo dato mandato ai nostri negoziatori di continuare le discussioni e di vedere se un accordo possa essere raggiunto anche così tardi", hanno detto von der Leyen e Johnson. Il premier britannico ha spiegato che le posizioni sono ancora "molto distanti su alcune questioni chiave", ma "dove c'è vita c'è speranza".

Tra annunci sulle navi militari per impedire ai pescatori francesi di entrare nelle acque britanniche e nuove minacce di "no deal", c'è una via d'uscita per un "deal" onorevole per Johnson. La scorsa settimana, il premier britannico ha accusato l'Ue di voler imprigionare il Regno Unito "nell'orbita" della regolamentazione europea. Sul cosiddetto "level playing field" la realtà è molto diversa. La richiesta dell'Ue di allineamento normativo - secondo la quale il Regno Unito dovrebbe adeguare la sua legislazione interna a quella europea - è stata abbandonata già la scorsa estate. Ciò di cui stanno discutendo da allora Michel Barnier e David Frost è una clausola di non regressione con la quale i britannici si impegnerebbero a rispettare la legislazione attuale su aiuti di stato e standard ambientali e sociali. Ma l'Ue vuole anche la possibilità di adottare dazi in rappresaglia, nel caso in cui il Regno Unito dovesse divergere al punto di fare concorrenza sleale. Il meccanismo è molto vago e non ci sono soglie prestabilite. Basterà a Johnson per poter rivendicare una vittoria di fronte alla sua opinione pubblica? L'unica certezza è il dilemma attuale: dazi sicuri in caso di "no deal" contro dazi molto ipotetici se il Regno Unito divergerà troppo dall'Ue dopo un "deal".

Gli ambasciatori dei 27 saranno aggiornati oggi da Barnier sull'andamento dei negoziati. Nell'Ue ieri sembrava emergere un certo ottimismo. Secondo la cancelliera tedesca, Angela Merkel, "va fatto tutto il possibile" per arrivare a un accordo. "Quello che vogliamo è un buon accordo, che rispetti i principi di fair play economico (...) e per risolvere litigi", ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. "Keep cool", ha spiegato Michel commentando la minaccia di Boris Johnson di inviare la Royal Navy contro i pescatori francesi: "Non è perché siamo al termine di un negoziato che bisogna perdere il sangue freddo e cedere agli insulti".

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di lunedì 14 dicembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

Stallo sul nuovo Patto su migrazione e asilo - I ministri dell'Interno dell'Unione europea oggi si incontreranno per discutere del nuovo Patto su migrazione e asilo proposto dalla Commissione. La speranza della presidenza tedesca dell'Ue di arrivare a un'intesa sul calendario e i principali punti della proposta è andata delusa. Sul tavolo ci sarà un rapporto sui (pochi) progressi. “Ci sono stati alcuni progressi, ma non molti”, ci ha detto una fonte dell'Ue. “C'è una convergenza sulla dimensione esterna, il miglioramento dei rimpatri, le migrazioni legali, l'uso degli strumenti tecnologici nella gestione delle migrazioni”, ma “le distanze sono sostanziali e più difficili sulla procedura obbligatoria di frontiera e la questione della solidarietà e della responsabilità”, ha spiegato la fonte. Sulla distribuzione dei migranti e sulla creazione dei campi nei paesi di primo ingresso “chiaramente non c'è accordo”. Secondo la nostra fonte, la gestione delle migrazioni è “la questione più difficile e più controversa che ha di fronte l'Ue".

Il ricatto sui visti e aiuti per far accettare i rimpatri - I ministri dell'Interno dell'Ue sono invece tutti d'accordo per usare la leva dei visti, della politica commerciale e degli aiuti allo sviluppo per costringere i paesi terzi a accettare i rimpatri di migranti illegali. La questione di come migliorare i tassi di rimpatrio è all'ordine del giorno della riunione di oggi. “C'è un dibattito sulla condizionalità positiva, ma anche sulla possibilità di condizionalità negative”, ci ha spiegato la nostra fonte dell'Ue. Il principale strumento da utilizzare per fare pressioni è “la leva dei visti”. Ma “c'è consenso tra gli stati membri per usare tutte le leve a nostra disposizione come il commercio e gli aiuti allo sviluppo”, ha detto la fonte. “Se un paese è assolutamente non cooperativo potremmo essere meno generosi”.

Settimana maratona sul pacchetto di bilancio - Gli ambasciatori dei 27 stati membri venerdì hanno dato il calcio di inizio al processo per adottare formalmente il pacchetto di bilancio: il quadro finanziario pluriennale 2021-27, la decisione sulle risorse proprie (che serve alla Commissione a indebitarsi per finanziare il Recovery fund) e il meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. Questa settimana tocca al Parlamento europeo dare il via libera ai vari provvedimenti. Tra gli altri c'è anche il bilancio 2021 per evitare che il nuovo anno dell'Ue inizi con l'esercizio provvisorio dei dodicesimi. L'approvazione da parte di entrambe le istituzioni appare come una formalità. Il potenziale problema successivo è la ratifica della decisione sulle risorse proprie da parte dei parlamenti nazionali.

Michel avverte: con il Recovery non ci sono soldi magici - Con il Recovery fund “non ci sono soldi magici”, ha avvertito il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dopo l'intesa definitiva sul pacchetto di bilancio raggiunta al Vertice della scorsa settimana. “La questione del Recovery fund è di garantire che ogni euro sui 1.800 euro sarà investito in modo giudizioso, pertinente e utile”, ha detto Michel a France Inter. Le risorse devono essere destinate “alle tecnologie di domani, non alle nostalgie del passato”. Secondo Michel, “quando si decide un prestito, se vogliamo essere credibili e responsabili, dobbiamo essere capaci di rimborsarlo”. Per farlo, “le risorse mobilitate devono portare a più prosperità e sviluppo”, anche se “la competitività è una parola che ad alcuni non piace”. A questo proposito, da leggere Stefano Cingolani che racconta dal rilancio fino al Recovery, le erre dello scontento italiano.

L'ora dell'Europa sul digitale - Domani la Commissione europea presenterà le due principali proposte del suo mandato sul digitale: il Digital Service Act (Dsa) e il Digital Market Act (Dma) sono destinate a disegnare le regole per il futuro del settore. L'obiettivo è mettere le briglia ai giganti americani, con una serie di obblighi su cosa devono fare e non fare le grandi piattaforma. La prima domanda è come classificare i cosiddetti “gatekeeper” dei dati, le grandi piattaforme che svolgono una funzione di controllo di accesso al mercato. I criteri dovrebbero includere il numero di utenti o clienti a livello europeo e il numero di settori in cui operano. Le ultime indiscrezioni che abbiamo raccolto indicano 45 milioni di utenti nell'Ue e almeno due servizi (come un motore di ricerca e la pubblicità). La lista non dovrebbe essere lunga. Sicuramente includerà i Gafa: Google, Apple, Facebook e Amazon.

Le cose da fare e non fare per i Gafa - Le grandi piattaforme dovranno adeguarsi alla lista dei "dos and don'ts" (le cose da fare e non fare), mentre l'eventuale posizione dominante sarà soggetta alla valutazione della Commissione. Il principio che ispira la Commissione è che i “gatekeeper” hanno obblighi particolare per le loro dimensioni e i rischi sistemici dei loro servizi. Le piattaforme dovranno fare di più per rimuovere il contenuto illegale e gli abusi coma la disinformazione e l'uso di bot. Uno dei temi più controversi è la pubblicazione dei parametri usati dagli algoritmi per classificare i contenuti. Le multe potrebbero ammontare al 6 per cento del fatturato.

La strana coppia Vestager-Breton - Ufficialmente vanno d'amore e d'accordo, ma dietro le quinte c'è stata una piccola guerra tra Margrethe Vestager e Thierry Breton sui dettagli del Dsa e del Dma. La vicepresidente della Commissione sembra aver vinto la battaglia con il commissario al Mercato interno sulla possibilità di procedere allo smantellamento delle grandi piattaforme. Breton avrebbe voluto dotarsi dei poteri che gli Stati Uniti stanno usando contro Facebook: imporre la separazione strutturale, cioè la vendita di attività per le piattaforme in posizione dominante. Vestager si è opposta ricordando che questi poteri esistono già per l'Antitrust Ue, ma che ci sono modi migliori di intervenire. In un'audizione davanti alla commissione Economica del Parlamento europeo la scorsa settimana, Vestager ha assicurato che grazie al Dsa “le cose potranno essere fatte più velocemente” per contrastare gli abusi di posizione dominante. La lista di cose da fare e non fare è stata stilata sulla base dell'esperienza passata nei casi di concorrenza e sarà “auto-applicativa”.

L'Ue ha ufficialmente un obiettivo climatico per il 2030 - C'è voluta una lunga notte di negoziati tra giovedì e venerdì, ma alla fine il Consiglio europeo ha dato il suo avallo all'obiettivo di un taglio di almeno il 55 per cento di emissioni entro il 2030. Gli ecologisti e le Ong non sono soddisfatte. Ma la battaglia tra i capi di Stato e di governo è stata dura. “Un incubo”, come la descrive un diplomatico che ha passato la notte in bianco prima dell'accordo alle 8.30 del mattino. I due principali ostacoli sono stati Polonia che voleva assicurarsi altri soldi per la transizione climatica e Malta che voleva vedere riconosciuta la specificità del fatto di essere un'isola. Il compromesso finale è andato bene a tutti, anche perché rinvia alla prossima primavera le decisioni più dolorose su chi paga per la transizione climatica.

Arriva l'ondata di regolamentazione sul clima - Il via libera del Consiglio europeo al taglio di emissione di almeno il 55 per cento innescherà un'ondata di nuove regolamenti dell'Ue per mettere in opera il Green Deal. Praticamente non c'è settore dell'economia che sarà risparmiato. La Commissione presenterà proposte per dare una spinta alle energie rinnovabili, imporre standard più duri sulle emissioni di auto e navi e rafforzare il sistema degli scambi di quote Ets. Il costo è stimato a 350 miliardi di euro l'anno.

Sulla Turchia sono solo sanzionette - I capi di stato e di governo hanno trovato un accordo al ribasso anche sulle sanzioni alla Turchia. Malgrado il fatto che Ankara abbia rifiutato l'agenda positiva offerta dall'Ue, il Consiglio europeo si è limitato a decidere l'inserimento di altri nomi nella lista nera che già esiste per le trivellazioni illegali al largo di Cipro e Grecia. La Germania, ma anche Italia, Spagna, Bulgaria, Ungheria e Malta, si sono opposte a sanzioni più dure, compreso l'embargo alle armi chiesto dalla Grecia. L'agenda positiva rimane sul tavolo. Eventuali ulteriori sanzioni saranno discusse (forse) a marzo. Come abbiamo spiegato sul Foglio del fine settimana, la Turchia dimostra che l'Ue non è ancora pronta a giocare al tavolo dei grandi della politica estera.
 

Il calendario della settimana in Europa

Lunedì 14 dicembre

- Consiglio Giustizia e Affari interni

- Consiglio: riunione in videoconferenza dei ministri dell'Energia

- Consiglio: riunione del Coreper con Michel Barnier sulla Brexit

- Parlamento europeo: sessione plenaria; dibattito sul bilancio 2021

- Parlamento europeo: il presidente Sassoli apre la plenaria da Strasburgo e incontra il ministro francese per gli Affari europei Clément Beaune

- Parlamento europeo: audizione alla commissione Esteri dei vincitori del premio Sakharov 2020 Svetlana Tikhanovskaya, Veranika Tsapkala e Tatiana Khomich

- Eurostat: dati sulla produzione industriale di ottobre

- Commissione: il commissario Gentiloni partecipa al Forum degli investimenti a Roma

Martedì 15 dicembre

- Consiglio Agricoltura e pesca

- Commissione: riunione del collegio dei commissari e adozione del Digital service act

- Parlamento europeo: sessione plenaria

- Parlamento europeo: il presidente Sassoli incontra il ministro tedesco per gli Affari europei Michael Roth

- Commissione: visita del segretario generale della Nato Stoltenberg

- Commissione: il vicepresidente Šefčovič incontra in videoconferenza l'Ad di Enel Francesco Starace

- Eurostat: dati sulle offerte di lavoro del terzo trimestre; dati su Pil e consumi pro-capite del 2019

Mercoledì 16 dicembre

- Eurogruppo

- Consiglio Agricoltura e pesca

- Parlamento europeo: sessione plenaria; dibattito sui risultati del Consiglio europeo; voto sul meccanismo sullo stato di diritto

- Parlamento europeo: cerimonia di attribuzione del premio Sakharov e conferenza stampa del presidente Sassoli con i vincitori

- Consiglio: riunione del Coreper

- Commissione: il vicepresidente Timmermans riceve il ministro dell'Agricoltura Bellanova

- Eurostat: dati sul costo del lavoro del terzo trimestre; dati sul commercio internazionale di ottobre; dati sulla produzione nel settore della costruzione di ottobre

Giovedì 17 dicembre

- Consiglio Ambiente

- Parlamento europeo: sessione plenaria; dibattiti sulla strategia di adattamento al cambiamento climatico

- Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sull'accesso effettivo all'asilo in Ungheria; sentenza sulle perquisizioni alla banca centrale in Slovenia; sentenza sul divieto di macellazione rituale senza stordimento in Belgio

- Corte di giustizia dell'Ue: conclusioni dell'Avvocato generale sulla la procedura di selezione dei giudici della Corte Suprema; conclusioni sulla nomina dei giudici a Malta

- Eurostat: dati sull'inflazione di novembre

- Eurostat: rapporto trimestrale sull'asilo

Venerdì 18 dicembre

- Parlamento europeo: dibattito e voto sulle relazioni future tra Ue e Regno Unito

- Commissione: il commissario Gentiloni partecipa alla Conferenza episcopale italiana

- Eurostat: statistiche sull'energia rinnovabile

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