Europa Ore 7

I soldi del Recovery nella seconda metà del 2021

Il veto di Ungheria e Polonia paralizza i negoziati anche per il budget del prossimo anno. Per la prima volta in 30 anni, il 2021 dell'Ue potrebbe iniziare con l'esercizio provvisorio e il sistema dei dodicesimi

David Carretta

Gli ambasciatori dei 27 dovrebbero decidere oggi come procedere sul bilancio 2021 e sullo stallo creato dal veto di Ungheria e Polonia. Con ogni probabilità saranno i capi di stato e di governo a doversi occupare di questa nuova crisi nel loro Vertice del 10 e 11 dicembre. "Abbiamo una questione difficile sul tavolo", ha spiegato Michel, senza tuttavia indicare vie d'uscita

A causa del veto di Ungheria e Polonia sullo stato di diritto, le risorse del Recovery fund potrebbero non arrivare nelle capitali prima della seconda metà del 2021. E se l'Unione europea dovesse lanciarsi nel piano B, con la creazione di un Recovery fund a 25 senza Ungheria e Polonia, al ritardo già accumulato si aggiungerebbe altro ritardo. Anche se ufficialmente tutti dicono di volere una soluzione a 27 il più presto possibile - “faremo di tutto per approvare il pacchetto entro l'anno”, ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz; "non c'è piano B", ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel - a Bruxelles diplomatici e tecnici hanno iniziato a discutere delle soluzioni alternative per aggirare il veto di Viktor Orbán e Mateusz Morawiecki. Un'ipotesi è lanciare una cooperazione rafforzata a 25 nella quale la Commissione manterrebbe un ruolo centrale. Un'altra è utilizzare uno strumento finanziario intergovernativo come il Mes. Il fondo salva-stati non può essere utilizzato perché riservato ai paesi della zona euro, ma può fornire assistenza tecnica per la creazione di un nuovo Special Purpose Vehicle. Entrambe le ipotesi – cooperazione rafforzata o fondo intergovernativo – non sarebbero di facile realizzazione e provocherebbero un allungamento dei tempi ritardando ulteriormente l'arrivo dei fondi.

Oltre al Recovery fund, l'Ue ha il problema del bilancio 2021-27. Il veto di Ungheria e Polonia paralizza i negoziati anche per il budget del prossimo anno. Per la prima volta in 30 anni, il 2021 dell'Ue potrebbe iniziare con l'esercizio provvisorio e il sistema dei dodicesimi. La data limite per un accordo tra Consiglio e Parlamento europeo è quella del 7 dicembre. La Commissione potrebbe presentare un bilancio senza il quadro finanziario pluriennale, ma non ci sarebbero le basi legali per stanziare i fondi per gran parte dei programmi dell'Ue (politica di coesione, sanità, ricerca, Erasmus, eccetera). Gli unici soldi che sarebbe possibile erogare sono i fondi della politica agricola comune, i costi dell'amministrazione e le fatture delle risorse già impegnate in passato. Secondo il Financial Times, la Commissione ha detto agli stati membri che la perdita annuale sarebbe di circa 25-30 miliardi. “Ci saranno tagli significativi rispetto ai livelli di spesa previsti dal quadro finanziario pluriennale e da Next Generation Eu”, ha confermato ieri il portavoce della Commissione, Eric Mamer.

Gli ambasciatori dei 27 dovrebbero decidere oggi come procedere sul bilancio 2021 e sullo stallo creato dal veto di Ungheria e Polonia. Con ogni probabilità saranno i capi di stato e di governo a doversi occupare di questa nuova crisi nel loro Vertice del 10 e 11 dicembre. "Abbiamo una questione difficile sul tavolo", ha spiegato Michel, senza tuttavia indicare vie d'uscita dalla crisi. "La presidenza tedesca è ai comandi", ha detto Michel durante una conferenza stampa con il premier portoghese; Antonio Costa. "L'unità europea necessita di sforzi permanente. Dobbiamo essere creativi e innovativi. Ma c'è uno zoccolo comune di valori che fa si che abbiamo un destino comune". Secondo Michel, "non è perché è difficile che si rinuncia. Si raddoppiano gli sforzi per trovare una soluzione".

Costa ha escluso di fare concessioni a Ungheria e Polonia sul meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. "Non si possono riaprire le cose su cui abbiamo già trovato un accordo. Abbiamo ottenuto un accordo di grande importanza con il Parlamento europeo. No, non è il momento di riaprire la questione", ha detto il premier portoghese. "I valori dell'Ue vanno aldilà delle dichiarazioni. Si tratta di un'adesione all'Ue e di una volontà di restare nell'Ue". Anche per Costa "non c'è piano B" e al Vertice del 10 e 11 dicembre "possiamo restare diversi giorni se necessario". Il premier portoghese ha ricordato che senza accordo e senza il bilancio 2021, per la politica di coesione significherebbe un crollo incredibile dei fondi disponibili per il prossimo anno". Insomma, siamo pronti a lavorare 24 ore su 24 fino al 31 dicembre. Ma non fino al 1 gennaio". Per Costa "non c'è più tempo. Siamo con le spalle al muro" altrimenti "l'Europa sarà nella paralisi".

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 2 dicembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

L'eurodeputato di Orbán fermato dopo l'orgia in lockdown - Si chiama József Szájer, è un eurodeputato di Viktor Orbán, è uno dei fondatori del Fidesz, e alla fine ha ammesso di essere lui l'uomo di cui ieri chiacchieravano tutti a Bruxelles: il fuggitivo dell’assembramento di venerdì notte al piano superiore del bar Le Detoure, dove venticinque uomini si sono trovati per un'orgia durante il lockdown Covid accompagnata da alcool e droga. Szájer è anche autore di un emendamento alla Costituzione che vieta il matrimonio gay ed è sposato con un giudice (donna) della Corte costituzionale ungherese. Alla “gang bang” ci sarebbero stati anche dei diplomatici polacchi. Qui raccontiamo l'orgia a Bruxelles e l'orbaniano sul cornicione. Quante contraddizioni con la retorica ufficiale dei governi di Budapest e Varsavia. Sarebbe bello pensare a una conversione all'Europa dell'amore e delle libertà. Ma non è così. Il progetto identitario dei populisti ultraconservatori ungheresi e polacchi è roba seria e sta minando le fondamenta della democrazia nei due paesi.

Gli uomini di Orbán e gli scandali sessuali - La partecipazione di József Szájer alla Covid gangbang a Bruxelles non è l'unico scandalo di natura sessuale in cui sono rimasti coinvolti gli uomini di Orbán. Il giornalista di Direkt36 Szabolcs Panyi ieri ha ricordato almeno altri due episodi. Gabor Kaleta, l'ex portavoce del ministero degli Esteri e ambasciatore in Perù, era stato arrestato per pornografia infantile. Zsolt Borkai, il sindaco di Gyor, era stato coinvolto in un'orgia con delle prostitute su uno yacht.

Una danese ruba a Verhofstadt la Conferenza sul futuro dell'Ue - L'ex primo ministro della Danimarca, la socialista Helle Thorning-Schmidt, potrebbe diventare la presidente della futura Conferenza sul futuro dell'Europa, anche se i liberali di Renew Europe insistono perché l'incarico sia affidato a Guy Verhofstadt. L'ex premier belga è considerato dai governi troppo federalista, troppo prima donna e troppo favorevole a una riforma del trattato per gestire la Conferenza sul futuro dell'Europa. “Diventerebbe la sua macchina di propaganda personale”, ci ha detto una fonte di un governo. La scelta del presidente è l'ultimo ostacolo all'avvio della Conferenza. Decisivo per la scelta di Thorning-Schmidt sarà il capogruppo del Ppe, Manfred Weber, che aspira a diventare presidente del Parlamento europeo e ha bisogno dei voti di Renew. La presidenza tedesca dell'Ue ha comunque comunicato a alcune delegazioni che la partenza potrebbe essere fissata il 17 dicembre con la firma della dichiarazione comune tra le tre istituzioni per lanciare la Conferenza.

La Commissione contro il conflitto di interesse di Babiš - Secondo la stampa ceca, la versione finale di un rapporto di audit condotto dalla Commissione su Andrej Babiš e le sue attività imprenditoriali confermerebbe un conflitto di interesse del primo ministro. Secondo la Commissione, Babiš continua a controllare il gruppo agri-industriale Agrofert, tra i principali beneficiari degli aiuti della Politica agricola comune nel paese, malgrado il fatto che abbia piazzato le sue azioni in un trust.

Per "comunitarizzare" il Mes serve una modifica del trattato - La Conferenza sul futuro dell'Europa potrebbe discutere dell'integrazione del Mes nel quadro istituzionale dell'Unione europea. Il fondo salva-stati è uno strumento puramente intergovernativo. La Commissione aveva proposto di comunitarizzare il Mes attraverso una modifica della legislazione secondaria. L'Italia era favorevole. Ma la quasi totalità degli stati membri si era opposta perché avrebbe cambiato la natura del Mes e ridotto l'influenza dei singoli governi a vantaggio della stessa Commissione. Una delle ipotesi considerate accettabili a Bruxelles e Lussemburgo (dove ha sede il fondo salva-stati) è di integrare il Mes nell'Ue con una modifica del trattato per affidargli un assetto istituzionale autonomo simile a quello della Bei.

I socialisti chiedono la testa del direttore di Frontex - Il gruppo dei Socialisti&Democratici al Parlamento europeo ha chiesto le dimissioni di Fabrice Leggeri, dopo che il direttore di Frontex ha dato risposte molto poco convincenti sul coinvolgimento in presunti respingimenti di migranti in Grecia. Leggeri si è difeso sostenendo che gli assetti navali di Frontex sono stati oggetto di molestie da parte della guardia costiera turca e che non sono stati implicati direttamente in sei respingimenti nel Mar Egeo. Il direttore di Frontex ha lasciato intendere di non poter rifiutare un ordine di uno stato membro. La sostanza della difesa di Leggeri davanti al Parlamento europeo: se un ministro greco invia una lettera al capo di Frontex dicendo che "tutto è secondo la legge", allora non posso rispondere "non ti credo". "La posizione di Leggeri come capo di Frontex non è sostenibile, in particolare in vista del ruolo importante per Frontex nel nuovo Patto su migrazione e asilo", hanno detto i Socialisti&Democratici. "Leggeri ha completamente perso la nostra fiducia ed è tempo che si dimetta", ha spiegato la vicepresidente del gruppo socialista, Kati Piri.

I liberali di Renew non vogliono le dimissioni del capo di Frontex - Nemmeno il gruppo dei Verdi è soddisfatto delle risposte di Leggeri sui presunti respingimenti. “Frontex non critica queste violazioni e sembra perfino facilitarle!”, ha detto l'eurodeputata verde Saskia Bricmont. “E' insensato attendere una ennesima valutazione interna (di Frontex). Chiediamo l'istituzione di una commissione di inchiesta da parte del Parlamento europeo per documentare e analizzare da subito e in modo indipendente ciò che accade alle frontiere esterne”. Anche i liberali di Renew sono favorevoli a un'inchiesta approfondita, ma condotta dalla commissione Libertà civili del Parlamento europeo. Inoltre, vogliono una nuova audizione di Leggeri. “Ma chiedere le sue dimissioni in questa fase non è all'ordine del giorno”, ci ha detto un portavoce di Renew.

L'Ema riceve la richiesta di autorizzazione da Pfizer e Moderna - Pfizer-BioNTech e Moderna hanno sottoposto ieri all'Agenzia europea dei medicinali (Ema) la richiesta di autorizzazione per i loro vaccini contro il Covid-19. “Entro poche settimane, l'Ema intende completare la valutazione scientifica indipendente sulla qualità, la sicurezza e l'efficacia di ciascun vaccino”, ha detto la Commissione. La valutazione dell'Ema dovrebbe arrivare al più tardi il 29 dicembre per Pfizer-BioNTech e entro il 12 gennaio per Moderna”. Ma è la Commissione che, dopo il parere positivo, concederà l'autorizzazione all'immissione nel mercato europeo. Solo allora il vaccino potrà essere utilizzato nell'Ue. “Se tutto andrà bene, i primi cittadini europei potrebbero essere vaccinati prima della fine di dicembre e questo sarebbe un enorme passo verso il ritorno a una vita normale”, ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Le date indicate dall'Ema sembrano smentirla.

La Nato ha un futuro transatlantico - Un gruppo di esperti indipendenti ha presentato ieri al segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg un rapporto che dovrebbe alimentare il dibattito sul futuro dell'Alleanza Atlantica. Il documento “Nato 2030” servirà da base per le discussioni che Stoltenberg avrà con i partner in vista del summit dell'Alleanza il prossimo anno. Gli esperti spingono per un “ruolo politico adatto a una nuova era”. Rispetto al passato l'Alleanza ha di fronte “due rivali sistemici”, si legge nel rapporto: Cina e Russia sfruttano le divergenze interne alla Nato e mettono in pericolo “gli interessi e la sicurezza collettivi”. Secondo il rapporto “né l'Europa né il Nord America, malgrado la loro forza, sono sufficientemente potenti per gestire da soli queste minacce, affrontando al contempo la crescente serie di minacce non tradizionali e i rischi che incombono sulle nostre società”.

La "soft left" di Biden e Starmer - Paola Peduzzi spiega la strategia della calma di Joe Biden e Keir Starmer, che lasciano i rivali implodere. Ultimo esempio: la decisione del labour di astenersi sulla votazione ai Comuni delle regole per il contenimento della pandemia. I conservatori li hanno accusati di mancanza di leadership, ma in realtà Starmer ha chiesto ai suoi parlamentari di astenersi, un po’ perché litigare sui lockdown confonde e un po’ perché così si metterà a fuoco meglio l’immagine della politica inglese contemporanea: è sempre e solo una lotta intestina dei Tory.

Ok a 1,2 miliardi per il servizio universale di Poste Italiane - La Commissione ha dato il via libera alla compensazione da 1,3 miliardi di euro concessa dall'Italia a Poste Italiane per l'adempimento del suo obbligo di servizio pubblico nel periodo 2020-2024. "L'accesso ai servizi postali è essenziale per tutti i cittadini e le imprese europei. La decisione odierna consente a Poste Italiane di continuare a fornire servizi postali di base su tutto il territorio italiano a prezzi accessibili, senza falsare indebitamente la concorrenza”, ha detto la vicepresidente Margrethe Vestager.

Di più su questi argomenti: