Europa Ore 7

Battuta d'arresto per il piano Macron-Kurz

La dichiarazione sul terrorismo che i ministri dell'Interno adotteranno nella loro riunione di oggi è stata considerevolmente modificata in seguito alle obiezioni di numerosi stati membri, tra cui l'Italia.

David Carretta

La minaccia di Macron di una mini-Schengen senza l'Italia non viene meno (il presidente francese ha annunciato proposte al Vertice di dicembre), ma rischia di provocare un “vero sisma nell'Ue”.

L'offensiva di Emmanuel Macron e Sebastian Kurz su Schengen e islam ha subito un colpo d'arresto questa settimana. La dichiarazione sul terrorismo che i ministri dell'Interno adotteranno nella loro riunione di oggi è stata considerevolmente modificata per le obiezioni sollevate da numerosi stati membri, tra cui l'Italia. La prima versione del testo, fatta circolare a inizio settimana, lasciava trasparire il rischio di una guerra culturale sull'islam, con la stigmatizzazione dei migranti musulmani. Una seconda bozza discussa mercoledì dagli ambasciatori dei 27 conteneva un passaggio su Schengen che avrebbe imposto ai paesi di primo ingresso di accettare la presenza di Frontex per gestire la loro frontiera esterna. Il rischio era di trasformare una dichiarazione di solidarietà a Francia e Austria per gli attentati delle ultime settimane in una road map di decisioni da adottare per non escludere i paesi di primo ingresso da Schengen. Senza minacciare veti, i diplomatici italiani sono riusciti a far scomparire Frontex dal testo (c'è solo una menzione generica). La bozza finale – che il Foglio ha potuto consultare – si limita a ribadire la volontà di "rafforzare la sicurezza di un'area Schengen ben funzionante", continuando il lavoro sui nuovi database e la loro interoperabilità e sulla cooperazione transfrontaliera delle forze dell'ordine.

La versione finale della dichiarazione dei ministri dell'Interno è stata considerevolmente ripulita anche dai rischi di lanciarsi in una guerra di religione. Sono scomparsi i riferimenti espliciti a islam e musulmani. Non c'è più la necessità di “sviluppare un linguaggio condiviso a livello europeo che distingua tra islam e islamismo nel senso di estremismo motivato religiosamente”. Sono stati cancellati gli obblighi per i migranti musulmani di “imparare la lingua del nuovo paese, guadagnarsi da vivere per sé e la propria famiglia e sostenere l'integrazione dei figli”. E' sparita l'ipotesi di sanzioni più dure per “il rifiuto ripetuto di integrarsi”. Il testo finale comunque non fa compromessi sui valori: l'Ue richiede “rispetto reciproco, incluso all'interno delle comunità religiose e incluso il rispetto per le persone che hanno visioni laiche del mondo”. E' necessario proteggere le persone da “interpretazioni estremiste” della religione “che portano alla violenza. Comportamenti estremisti volti a distruggere l'ordine sociale libero saranno contrastati con la forza e la coerenza dello stato di diritto. Ma questa lotta contro l'estremismo non deve portare all'esclusione e alla stigmatizzazione di gruppi religiosi. La nostra lotta contro il terrorismo non è diretta contro una religione o un credo politico, ma contro l'estremismo fanatico e violento”.

La minaccia di Macron di una mini-Schengen senza l'Italia non viene meno (il presidente francese ha annunciato proposte al Vertice di dicembre), ma rischia di provocare un “vero sisma nell'Ue”, come ha scritto Mathieu Solal sull'Opinion. Il quotidiano francese - come ha fatto il Foglio negli scorsi giorni - spiega che Macron "accusa implicitamente Roma di non assumersi le sue responsabilità sull'immigrazione" chiudendo gli occhi sui movimenti secondari dei migranti che sbarcano sulle sue coste verso altri stati membri. E' uno dei punti più controversi del dibattito sulla riforma di Dublino: la responsabilità. Oggi i ministri dell'Interno discuteranno per la seconda volta della proposta della Commissione di un nuovo Patto su migrazione e asilo. Ma la presidenza tedesca dell'Ue non prevede un accordo. Né oggi, né al Consiglio Affari interni di dicembre. E forse nemmeno sotto la prossima presidenza portoghese.

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di venerdì 13 novembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

La libera circolazione dei diritti Lgbt - La Commissione europea ieri ha presentato la sua strategia contro le discriminazioni e le campagne di odio contro le persone Lgbt e ha annunciato l'obiettivo di garantire il riconoscimento dei diritti parentali delle coppie dello stesso sesso negli stati membri dell'Ue. “Non è accettabile che vostro figlio smetta di essere vostro figlio quando attraversate la frontiera”, ha detto la vicepresidente della Commissione, Vera Jourová. Attualmente 21 stati membri riconoscono una forma di unione tra persone dello stesso sesso, ma solo una parte riconosce anche la possibilità di adottare un bambino per le coppie Lgbt. Per introdurre una legislazione europea sul mutuo riconoscimento è necessaria l'unanimità. In alternativa, potrebbe essere lanciata una cooperazione rafforzata. Jourová ha anche denunciato le “tendenze inquietanti” in alcuni stati membri, citando le città “Lgbt free” in Polonia. La Commissione guarderà anche alla modifica alla Costituzione proposta dal Viktor Orbán in Ungheria per vietare l'adozione alle coppie gay.

Orbán porta lo Sputnik V nell'Ue - L'Ungheria ha annunciato che nei prossimi dieci giorni riceverà un campione del vaccino contro il Covid-19 di fabbricazione russa Sputnik V, concedendo una vittoria simbolica maggiore a Vladimir Putin. Nelle ultime settimane la Commissione di Ursula von der Leyen aveva avvertito che solo i vaccini autorizzati dall'Agenzia europea del farmaco (Ema) potevano essere introdotti nell'Ue. Il ministro degli Esteri, Peter Szijjarto, mercoledì ha detto che il suo paese è in una fase “avanzata” dei negoziati con Mosca per acquisire le dosi di Sputnik V. I test clinici in Ungheria dovrebbero iniziare a dicembre, mentre un'azienda farmaceutica ungherese dovrebbe essere in grado di fabbricare il vaccino. Il vaccino russo non è nel gruppo di vaccini su cui sta lavorando la Commissione per distribuirli ai 27 stati membri. L'affronto ungherese sul vaccino è l'ennesima indicazione di un avvicinamento di Orbán a Putin, dopo la decisione di ospitare la sede della Banca internazionale degli investimenti russa, il rifiuto di estradare verso gli Stati Uniti dei trafficanti d'armi russi e la decisione di affidare alla russa Rosatom la costruzione della centrale nucleare di Paks 2.

Michel propone un trattato internazionale sulle pandemie - Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ieri ha annunciato che promuoverà un “trattato internazionale sulle pandemie”. L'obiettivo è garantire “una cooperazione internazionale più forte per prevenire le pandemie” e “per agire più rapidamente e in modo più coordinato” di fronte a crisi sanitarie come quella del Covid-19. Il trattato dovrebbe assicurare “che il materiale sanitario sia disponibile” e che ci sia “uno scambio di informazioni migliore e più rapido per proteggere i nostri cittadini”, ha spiegato Michel nel suo intervento al Paris Peace Forum.

Il non-paper per gestire le crisi senza la Commissione - Paesi Bassi, Svezia e Romania hanno presentato un non-paper per chiedere la creazione dentro al Consiglio dell'Unione europea di una "struttura di coordinamento più permanente" responsabile della gestione delle future crisi. "Dovrebbe essere un forum strategico e di agenda-setting che si concentra sulla prevenzione e la preparazione prima che emergano le crisi e su un forte coordinamento e una chiara comunicazione in tempi di crisi", si legge nel documento. L'organismo dovrebbe eleggere un presidente e lavorare in stretto contatto con la presidenza del Consiglio Ue per permettere che le decisioni politiche siano rapidamente trasformate in "azioni operative". Dettaglio degno di nota: il non-paper non affida alla Commissione il ruolo di coordinare. “Gli stati membri hanno la responsabilità primaria della gestione delle crisi”, si legge.

Gli accordi di libero scambio fanno bene all'Ue - Il 2019 è stato un buon anno per il commercio dell'Unione europea, secondo un rapporto pubblicato ieri dalla Commissione. Il commercio con i 65 partner preferenziali dell'Ue è aumentato del 3,4 per cento lo scorso anno. Ma il rapporto evidenzia soprattutto i vantaggi degli accordi di libero scambio che sono stati firmati negli ultimi anni con Canada e Giappone. Il Ceta, l'accordo di libero scambio con il Canada, ha portato a un aumento degli scambi bilaterali del 24,5 per cento nel 2019, rispetto al periodo 2015-17. Il Canada è passato dal nono all'ottavo posto per le esportazioni di agroalimentare Ue. Nel suo primo anno, l'Eu-Japan Economic Partnership Agreement, l'accordo di libero scambio con il Giappone, ha permesso di aumentare gli scambi bilaterali del 6 per cento rispetto al 2018. L'agroalimentare dell'Ue è stato particolarmente favorito con un aumento del 16 per cento delle esportazioni verso il Giappone.

Il Pe approva l'accordo con la Cina sulle Igp - Il Parlamento ha dato il suo consenso, con 645 voti favorevoli, 22 contrari e 18 astensioni, all'accordo firmato nel settembre 2020 tra l'Ue e la Cina per garantire la protezione di 100 prodotti europei con Indicazione geografica (Ig) dalle imitazioni e dall'uso improprio del nome. I prodotti italiani che saranno protetti in Cina sono l'Aceto balsamico di Modena, l'Asiago, la Mozzarella di bufala campana, il Parmigiano reggiano, il Grana padano, il Pecorino romano, il Gorgonzola, il Taleggio, il prosciutto di Parma e il San Daniele e la Bresaola della Valtellina. I vini protetti in Cina sono Asti, Barbaresco, Bardolino, Barolo, Brachetto, Brunello di Montalcino, Chianti, Prosecco, Dolcetto d'Alba, Franciacorta, Montepulciano d'Abruzzo, Soave, Toscano e Vino Nobile di Montepulciano. Le autorità di Pechino si sono impegnate a garantire protezione anche alla Grappa.

I 165 del digitale contro Google - Un gruppo di 165 società e associazioni del settore digitale ha chiesto alla Commissione europea di adottare una linea più dura contro Google, accusando il colosso americano di favorire i suoi sistemi di ricerca specializzati all'interno del motore di ricerca generico, nonostante la precedente condanna dell'Antitrust Ue su Shopping.  La lettera alla vicepresidente della Commissione, Margrethe Vestager, è stata firmata da 135 imprese e 30 associazioni industriali, tra cui Booking.com, Opodo, Expedia, Flixbus, Kelkoo, Tripadvisor e Yelp. "Mentre noi competiamo tra noi per la migliore esperienza al consumatore, c'è un solo concorrente comune che non compete in modo corretto: Google", accusano i firmatari: "Con l'uso esclusivo delle OneBox, Google tiene artificialmente gli utenti all'interno del suo servizio e impedisce loro di visitare servizi concorrenti più rilevanti". Per i firmatari, questa pratica "continua a costituire un chiaro abuso di posizione dominante". In tre anni, Vestager ha imposto multe per un totale di 8,25 miliardi di euro a Google.

Il Covid e il boom di importazioni di attrezzature fitness - L'Unione europea ha registrato un vero e proprio boom delle importazioni di attrezzature per l'esercizio fisico a metà del 2020, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. La ragione? I lockdown e le restrizioni imposte all'attività nelle palestre. Le importazioni delle attrezzature per l'esercizio fisico sono aumentate del 44 e 42 per cento a giugno e luglio di quest'anno rispetto agli stessi mesi del 2020. Il grande beneficiario è... la Cina, che conta per il 73 per cento delle importazioni extra-Ue di attrezzature per l'esercizio fisico. Nella classifica seguono Taiwan (9 per cento), gli Stati Uniti (8 per cento) e il Regno Unito (5 per cento).

EuroNomine - L'eurodeputata maltese del Partito popolare europeo, Roberta Metsola, ieri è stata eletta primo vicepresidente del Parlamento europeo, in sostituzione di Mairead McGuinness diventata commissaria europea. Metsola è stata eletta per acclamazione, dato che nessun altro gruppo ha presentato candidati.

Di più su questi argomenti: